Abbiamo ritenuto di riprendere questo importante articolo del giornalista Rino Di Stefano, rimandando al testo originale qui, per lo spazio che finora, in più articoli, abbiamo dato al fondamentale tema della macchina di Majorana-Pelizza, che come abbiamo appreso è in grado di intervenire sulla materia.
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USA coinvolti nel caso Pelizza fin dal settembre del 1976: fu Henry Kissinger a dare l’OK
di Rino Di Stefano
Questa volta è ufficiale: è dal settembre del 1976 che il governo degli Stati Uniti è coinvolto nel caso della macchina che annichilisce la materia. Risale infatti a quel periodo il contatto che il Dipartimento di Stato di Washington ha stabilito con Rolando Pelizza, l’uomo che sostiene di gestire la macchina che avrebbe ereditato da Ettore Majorana, lo scienziato scomparso nel nulla nel 1938. I documenti segreti che provano il coinvolgimento degli USA in questa storia, sono stati diffusi dal sito WikiLeaks di Julian Assange e sono tre, tutti con oggetto “Possibile generatore ad alta energia”.
Il primo risale a venerdì 17 settembre 1976, è stato protocollato con la sigla Secret Rome 15277, ed è stato inviato alle ore 16,26 dall’Ambasciata di Roma al Dipartimento di Stato a Washington. Il testo è firmato da Robert M. Beaudry, vice capo della missione diplomatica in Italia dal 1973 al 1977.
Il secondo messaggio, forse il più importante, è di sabato 25 settembre 1976, protocollo Secret State 239073, ed è stato spedito alle ore 14,50 dal Dipartimento di Stato di Washington all’Ambasciata di Roma. Contiene una sola nota in tre punti e la firma è di Henry Kissinger, Segretario di Stato dal 1973 al 1977.
Il terzo documento, infine, è di mercoledì 29 settembre 1976, protocollo Secret Rome 15909, ed è stato inviato alle ore 15,05 dall’Ambasciata di Roma al Dipartimento di Stato. In questo caso, dovendo rispondere direttamente ad un’autorità come Kissinger, la firma del testo è di John A. Volpe, il figlio di immigrati abruzzesi che divenne ambasciatore degli Stati Uniti a Roma dal 1973 al 1977.
In effetti, si sapeva già dell’interessamento degli americani verso la misteriosa macchina di Pelizza. Nell’ampio archivio dove si trova tutta la documentazione sul controverso personaggio bresciano, c’è anche la fitta corrispondenza che venne intrattenuta nel 1976 tra il suo gruppo e i diplomatici dell’Ambasciata USA a Roma, oltre ad eminenti funzionari del Dipartimento di Stato a Washington. Fino ad oggi, però, non esisteva alcun documento segreto ufficiale inerente l’interessamento del governo degli Stati Uniti su questa questione. Né, tantomeno, si poteva ipotizzare un intervento diretto di Kissinger sul caso Pelizza. WikiLeaks, a quanto pare, ha svelato una verità che tutti, fino ad oggi, ignoravano.
Ma vediamo che cosa contengono questi documenti. Il primo, quello del 17 settembre 1976, traccia un riepilogo di quanto è accaduto, raccontando come è avvenuto il contatto tra le persone aderenti il gruppo di Pelizza e l’Ambasciata USA di via Veneto. Quello che segue è il testo, tradotto in italiano.
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SEGRETO
Pagina 01 Roma 15277 171850Z
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R 171626Z AEP 76
FM AMEMBASSY ROME
TO SECSTATE WASHDC 0046
SEGRETO ROMA 15277
TAGS: ENRG
OGGETTO: POSSIBILE GENERATORE DI ALTA ENERGIA
Sommario: Lo scopo di questo telegramma è di informarvi su un potenzialmente importante strumento energetico con Dao, Pol/Mil e Sci che è stato investigato negli ultimi due mesi.
Nel luglio 1976 il consulente scientifico [Prof. John B. Louis Manniello, n.d.r.] è stato avvicinato dal Dr. Lorenzo Gorini, il quale ha dichiarato che egli conosceva un gruppo di scienziati (di nazionalità sconosciuta) che avevano inventato un metodo pratico per generare energia con una quantità maggiore di quella nucleare. Egli ha proposto che il consulente scientifico si incontri con uno dei suoi colleghi che hanno un contatto diretto con il gruppo.
Il consulente scientifico ha visto un filmato video con una dimostrazione della macchina che sembra essere approssimativamente 30x18x24 pollici [75x45x60 cm, n.d.r.] con una protuberanza simile ad un obiettivo fotografico. Un solido cilindro di ferro è stato quindi posizionato, come bersaglio, di circa 2×8 pollici [5×20 cm, n.d.r.] a circa 50 piedi [circa 15 metri, n.d.r.] dalla macchina. A quel punto si è sentito un ronzio, è apparso un piccolo sbuffo di fumo bianco e istantaneamente il campione di ferro si è sciolto. La distruzione di altri materiali è stata dimostrata nello stesso modo.
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L’Ambasciata ha stabilito che il servizio segreto dell’USAF (AFIN) fornisse campioni che dovrebbero essere consegnati per eseguire prove controllate. Conseguentemente, la Divisione per le Tecnologie Straniere dell’Aeronautica, ha fornito campioni di vari materiali quali vetro, tegole, ferro, eccetera. Un fisico dell’Aeronautica e il consigliere scientifico hanno fatto osservare che la videocassetta dell’esame era davvero impressionante. Il video tape, i campioni e la proposta di contratto sono stati allora inviati alla AFIN di Washington per essere esaminati. La proposta di contratto essenzialmente chiedeva 20 milioni di dollari per un deposito in buona fede in una banca nazionale per un test controllato, un test completamente gestito da nostre specifiche che dovrebbe essere completamente soddisfacente per gli osservatori americani, essendo un catalizzatore per un coinvolgimento teso a creare una società da qualche parte tra la Svizzera e l’Italia per progettare la macchina, nell’ambito di un sistema di produzione.
Un rapporto iniziale della AFIN indica che il sistema non sembra fraudolento. Recentemente, comunque, ulteriori rapporti hanno alternato entusiastico interesse e disappunto.
Il consigliere scientifico ha incontrato il dr. Massimo Pugliese e il dr. Pelizza (SP) (un membro tecnico del gruppo) [nel testo il nome è stato storpiato in Pellizzia, n.d.r.] il 16 Settembre per trasmettere la richiesta urgente della AFIN del 15 Settembre, allo scopo di permettere a quattro osservatori americani di assistere ad un singolo test dal vivo con materiali forniti dagli americani stessi. Tale test, se considerato soddisfacente, avrebbe come risultato l’inizio di negoziazioni contrattuali, ma non il completo coinvolgimento del gruppo proposto nell’originale offerta contrattuale.
Commento: Chiaramente la buona fede di questa macchina non è stata ancora stabilita. Ma la disponibilità espressa dal gruppo di permettere agli osservatori americani, con materiali forniti dagli americani stessi per gli esperimenti, di partecipare ad un test dal vivo, suggerisce che la questione meriti una seria considerazione. Senza il supporto di analisi spettrografiche o di esami di laboratorio di qualsiasi tipo, noi crediamo che un sistema come questo potrebbe essere basato su una tecnologia di fasci di particelle cariche come quella del fascio di idrogeno negativo che è stata sviluppata a Los Alamos, oppure il fascio di protoni generato da un acceleratore autorisonante, come quello sviluppato dalla Austin Associates. Un’altra tecnica potrebbe essere l’uso di una tecnologia derivata da un acceleratore di particelle per produrre fasci di alta energia pesantemente ionizzata. Dovrebbe essere provato in segretezza che si tratti di qualsiasi cosa di sostanzioso.
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Le prestazioni di questa invenzione potrebbero essere ovviamente significative nelle implicazioni della politica estera (e del settore militare). OES (1) potrebbe volere, insieme con P/M, di combinare incontri appropriati attraverso il direttore dell’Intelligence dell’Aviazione americana. Beaudry
SEGRETO
(1) Bureau of Oceans and International Enviromental and Scientific Affairs (Ufficio degli Oceani e degli Affari Ambientali e Scientifici Internazionali n.d.r.)
Margaret P. Grafeld declassified/Released US Department of State EO Systematic review 04 MAY 2006
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Come si può notare, l’interesse degli americani verso il progetto italiano è notevole, pur con tutte le precauzioni del caso. In questo frangente, comunque, il loro interlocutore è il dottor Massimo Pugliese, tenente colonnello del SID (Servizio Informazioni Difesa, dal 1966 al 1977 il servizio segreto italiano che ha sostituito il Servizio Informazioni Forze Armate) e socio di Pelizza nella società Transpraesa, con sede a Vaduz, nel Lienchestein. Per inciso, ancora oggi Pelizza sostiene di non essere stato al corrente delle richieste economiche presentate da Pugliese agli USA.
Beaudry, il vice capo della missione diplomatica americana a Roma, in questo messaggio cerca di fornire ai suoi superiori un quadro dell’intera storia, pur riservandosi tutte le verifiche del caso. Di certo, però, non si aspettava una risposta come quella che gli arrivò alcuni giorni dopo, il 25 settembre 1976.
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SEGRETO
Pagina 01 Stato 239073
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R 251450Z SEP 76
FM SECSTATE WASHDC
TO AMEMBASSY ROME
SECRETSTATE 239073
LIMDIS
TAGS: ENRG, IT
OGGETTO: POSSIBILE GENERATORE DI ALTA ENERGIA
Reg: F: Roma 15277
Le Agenzie di Washington stanno seriamente affrontando il problema e aspettano di sviluppare una linea d’azione a breve, entro le prossime settimane, possibilmente anche prima. Manterremo l’Ambasciata informata.
Per favore, ricostruite l’intera storia includendo ulteriori nomi, affiliazioni e rapporti cablo.
Per favore, trasmettete tutte le future comunicazioni almeno Limdis (1).
Kissinger
SEGRETO
(1) Limited Distribution Only (Soltanto distribuzione ristretta, n.d.r.)
Margaret P. Grafeld declassified/Released US Department of State EO Systematic review 04 MAY 2006
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Kissinger, allora potentissimo Segretario di Stato, aveva preso in mano la situazione conferendole un credito che neppure i funzionari dell’Ambasciata immaginavano. E adesso chiedeva ai suoi sottoposti di fornirgli un riassunto della storia, per valutarlo meglio. La risposta arriva nel giro di quattro giorni, a firma dell’ambasciatore John A. Volpe.
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SEGRETO
Pagina 01 Roma 15909 291742Z
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R 291 505Z SEP 76
FM AMEAMBASSY ROME
TO SECSTATE WASHDC 0232
SEGRETO ROMA 15909
LIMDIS
E.O. 11652: GDS
TAGS: ENRG, IT
OGGETTO: POSSIBILE GENERATORE DI ALTA ENERGIA
REF: (A) ROMA 15277; (B) STATO 239073
Segue un riassunto dell’intera storia.
Nel Luglio del 1976 i dottori Lorenzo Gorini e Massimo Pugliese (di nazionalità italiana) hanno avvisato il consigliere scientifico di una presunta maggiore scoperta nel generare e trasmettere energia. Il consigliere scientifico ha visto un video tape del sistema in azione. Successivamente, un video tape di un test eseguito con campioni forniti dalla AFIN, è stato visto con un fisico. Il video tape, con la proposta di un contratto e i campioni, è stato dunque inviato alla AFIN. Rapporti provenienti da Washington variavano dall’accettazione di una dirompente scoperta tecnologica fino all’asserzione di una frode. A metà settembre l’AFIN ha richiesto di poter partecipare ad un test dal vivo con la presenza di quattro osservatori americani. I dottori Gorini e Pugliese hanno dato il loro assenso, ma il protagonista dell’esperimento non lo ha fatto. Invece, essi hanno proposto, attraverso un responsabile tecnico, di avere un impegno scritto preliminare da parte dei soggetti americani, nel quale si esternasse la più completa soddisfazione circa i risultati del test da parte dei quattro osservatori. Mentre l’AF stava considerando quest’azione, i protagonisti di questa storia hanno acquisito i servizi di Matthew Tutino, in passato Vice presidente esecutivo della Exim Bank, per rappresentarli a Washington. Il signor Tutino ha ricevuto istruzioni per offrire opportunità da parte degli Stati Uniti per una dimostrazione dal vivo in segreto.
SEGRETO
Pagina 02 Roma 15909 291742Z
CIRCA LA DISTRUZIONE DI UN SATELLITE, DI UN CARRO ARMATO E/O ANIMALI IN MOVIMENTO
Così come qualunque esperimento effettuato sotto controllo, nessuna risposta è stata ricevuta fino ad oggi. Il 27 Settembre due esponenti finanziari del Gruppo hanno visitato il consigliere scientifico con lo scopo di ottenere l’impegno che quel sistema non sarebbe stato usato per lo sviluppo di armi. In questo caso, i due interlocutori erano Pietro Panetta, un italiano [nel testo il nome è stato storpiato in Paretta n.d.,r.], e Silvano Lesdi, uno svizzero. Essi hanno accettato la dichiarazione da parte del consigliere scientifico che egli non potrebbe coinvolgere gli Stati Uniti in questo o qualunque altro aspetto della proposta.
Commento: l’Ambasciata si prepara a continuare con il presente ruolo, eventualmente modificandolo o chiudendolo in accordo con le istruzioni che perverranno dal Dipartimento. Volpe.
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Margaret P. Grafeld declassified/Released US Department of State EO Systematic review 04 MAY 2006
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Affinché si capisca di che cosa si sta parlando, occorre sapere che gli Stati Uniti avevano chiesto a Pelizza di dimostrare il funzionamento della sua macchina abbattendo uno dei loro satelliti geostazionari che venivano meno usati. A questo proposito, gli americani avevano fornito la seguente tabella, nella quale c’erano i dati identificativi dei possibili obiettivi.
Satellite
Orbit
Status
1 270 nm circular Operative
2 450 nm circular Operative
3 Synchronous Equatorial 85° +/– 1° W Partially operative
4 Synchronous Equatorial 100° +\– 1° W Operative
5 Synchronous Equatorial 23° +\– 1° W Operative
Tuttavia, Pelizza non aveva alcuna intenzione di prestarsi a questa dimostrazione, in quanto, a suo modo di vedere, una simile prova avrebbe dimostrato l’efficienza della sua macchina come arma militare. Egli, dunque, si oppose e quell’esperimento non venne mai effettuato. A prescindere da questo, le lettere in nostro possesso dimostrano come l’interesse degli Stati Uniti verso la macchina di Pelizza fosse quanto mai concreto. Vediamo, ad esempio, quanto scrisse il 18 settembre 1976 il professor John B. Louis Manniello a Massimo Pugliese.
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18 Settembre 1976
Dr. Massimo Pugliese
Via Cesare Ferrero di Cabiano, 82
Roma
Caro Dr. Pugliese,
a conclusione dell’incontro del 17 Settembre 1976, nel quale il rappresentante del Governo degli Stati Uniti, Mr. Matthew Tutino, era presente, noi confermiamo l’interesse del Governo degli Stati Uniti per l’acquisizione del sistema che voi avete proposto.
Mr. Tutino ritorna a Washington, D.C., oggi stesso e riferirà a Washington la posizione e le richieste del vostro gruppo. Egli farà del suo meglio per negoziare un accordo e facilitare le conclusioni di una comprensione per il beneficio di entrambe le parti.
Noi comprendiamo l’urgenza del progetto e procederemo con priorità e la massima urgenza.
Sinceramente,
John B. Louis Manniello
Consulente dell’Ambasciata per
gli Affari Scientifici e Tecnologici
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Ma Tutino aveva realmente l’autorità conferita dal suo governo per negoziate con gli italiani? Secondo la prossima lettera, proveniente da Robert N. Parker, Direttore del Defense Research and Engineering di Washington (Ricerca e Ingegneria della Difesa), pare proprio di sì.
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30 Settembre 1976
Dr. Matthew E. Tutino
141 Deer Ridge Road
Basing Ridge, New Yersey 07920
Caro Dr. Tutino:
Dalle nostre discussioni delle scorse settimane, noi concordiamo che il gruppo in questione possa avere qualcosa di valore. Noi siamo d’accordo sull’idea di condurre un test così come abbiamo discusso e siamo preparati a fornirvi i dati richiesti che noi crediamo possano rendere questi esami possibili.
Dopo aver fatto questo, e se il test venisse giudicato di successo, noi saremo pronti a sederci ad un tavolo e attivare trattative significative.
Sinceramente,
Robert N. Parker
Acting Director of Defense
Research and Engineering
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Le trattative con il gruppo di Pelizza continuarono, a fasi alterne, per un pezzo e, alla fine, interferirono con le elezioni presidenziali USA che il 2 Novembre 1976 videro soccombere Gerald Ford di fronte al georgiano Jimmy Carter. A quel punto, anche il rappresentante di Ford nella vicenda Pelizza dovette lasciare. Ed ecco dunque che cosa scrisse Mattew E. Tutino a Pugliese in data 26 Novembre 1976, in risposta ad una sua lettera dello stesso giorno.
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26 Novembre 1976
Dr. Massimo Pugliese
Via Tevere, 19
Roma, Italia
Caro Dr. Pugliese,
le scrivo in risposta alla sua lettera del 26 Novembre 1976. Dopo un’accurata valutazione della vostra proposta, vorrei informarvi che accetto la vostra proposta alla seguente condizione: come lei sa, prima del settembre 1976 io ero alle dipendenze del Governo Americano e del Presidente Ford. A causa del risultato delle recenti elezioni degli Stati Uniti, se io dovessi tornare al servizio del governo, non potrei più essere nella posizione di continuare le sopracitate negoziazioni a causa di un possibile conflitto di interesse. In questa circostanza, richiedo il suo consenso per essere sostituito dal Dr. Lorenzo Gorini – Via Ferrero di Cambiano 82, Roma, Italia, con il potere di procuratore che voi mi avete accordato, in modo che egli possa continuare la negoziazione e la rappresentanza nell’interesse della Transpraesa. Questo atto vi garantirà l’integrità del vostro progetto senza ritardi.
Per favore, firmi una copia di questa lettera, indicandomi così la vostra accettazione e accordo, e rispeditemela.
Sinceramente suo,
Matthew E. Tutino
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Il significato di questa lettera è che, dopo la caduta di Ford, Pugliese e Pelizza avevano chiesto a Tutino di rappresentare la loro società a Washington. Egli, però, pensando di rientrare al servizio del governo, e quindi di potersi trovare in una posizione conflittuale difendendo gli interessi del gruppo italiano, declina elegantemente l’invito, offrendo al suo posto Lorenzo Gorini.
Da questo momento, però, non abbiamo più traccia dell’esito che presero le trattative. Non ci sono documenti e nemmeno lettere che possano dimostrare il risultato degli eventuali accordi, sempre che ci siano stati. Tutto quello che sappiamo, quindi, è soltanto che gli Stati Uniti intervennero al loro più alto livello nel caso Pelizza fin dal settembre 1976. Non è detto, comunque, che altre nuove prove non possano saltar fuori, dimostrando quale sia stato il ruolo segreto degli Stati Uniti in questa incredibile storia nel corso degli ultimi quarant’anni.
© Rino Di Stefano
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