venerdì 10 giugno 2016

HANNO DAVVERO TROVATO LA QUINTA FORZA DELLA NATURA?




I ricercatori ungheresi sostengono di aver scoperto la quinta forza della natura. Di cosa si tratta? Gli scienziati spiegano su Nature come i fisici siano arrivati a questa scoperta e se effettivamente possiamo parlare di una nuova forza.

I fisici ungheresi sostengono di aver scoperto una quinta forza della natura, se così dovesse essere ci troveremmo di fronte ad un momento storico per il mondo della fisica e per la comprensione di come funzioni il nostro Universo. Ma andiamo per punti. Come spiegato su Nature, nell'aprile 2015 è comparso su axVix uno studio di Attila Krasznahorkay dell'Hungarian Academy of Sciences’s Institute for Nuclear Research, intitolato “Observation of Anomalous Internal Pair Creation in 8Be: A Possible Signature of a Light, Neutral Boson” e ripubblicato poi nel gennaio di quest'anno su Physical Review Letters che per molto tempo è passato inosservato fino a quando nell'aprile 2016 un gruppo di ricercatori americani ne è venuto a conoscenza e, dopo averlo analizzato, ha pubblicato un ulteriore studio intitolato “Evidence for a Protophobic Fifth Force from Be Nuclear Transitions” e pubblicato sempre su arVix.




Secondo gli americani, quanto scoperto dagli ungheresi non sarebbe in conflitto con gli esperimenti effettuati fino ad oggi e potrebbe essere la prova dell'esistenza di una quinta forza fondamentale della natura, come dimostrato anche da successivi esperimenti effettuati. I test ungheresi avevano lo scopo di trovare prove del fotone oscuro. Per riuscirci i ricercatori hanno colpito con i protoni un piccolo bersaglio di Litio-7 che ha creato dei nuclei instabili di Berillio-8 che sono poi decaduti formando coppie di elettroni e positroni. A questo punto, secondo il modello standard conosciuto, gli scienziati si aspettavano di vedere ridursi il numero di coppie all'aumentare dell'angolo che separa le traiettorie dell'elettrone e del positrone. A 140 gradi però il numero è in realtà incrementato di colpo, definito “un salto”, per poi ridursi successivamente.




Proprio questo “salto” sarebbe la prova che una piccola frazione del berillio-8 instabile forma una nuova particella la cui massa è di circa 17 17 megaelettronvolt e che poi decade in una coppia di elettrone-positrone. Questa non è un fotone oscuro, ma sarebbe un “bosone X protofobico” che porta una forza a raggio estremamente corto che agisce su distanze di poco più grandi rispetto ad un nucleo atomico e riuscirebbe ad accoppiare elettroni e neutroni.







Ma cosa sono le forze della natura? Iniziamo con il dire che le forze della natura sono quelle che ci permettono di comprendere e descrivere i vari fenomeni fisici e attualmente quelle accertate sono 4:




elettromagnetica – riguarda le proprietà chimiche degli atomi e della struttura delle molecole ed è la combinazione tra forza elettrica (tra due particelle dotate di carica elettrica) e la forza magnetica (tra due particelle che si muovono una rispetto all'altra);

gravitazionale – riguarda la forza di gravità sulla Terra e l'attrazione tra i pianeti e spinge due particelle ad attrarsi con un'intensità che è direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse, ma inversamente proporzionale al quadrato della distanza che le separa;

nucleare forte – è la forza più intensa ed è quella che tiene uniti i quark e agisce tra protoni e neutroni;

nucleare debole – è la forza che contribuisce alla trasformazione della materia ed è responsabile delle forze che intervengono nei decadimenti nucleari.






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