venerdì 29 luglio 2016

LA PIANTA CHE UCCIDE LE CELLULE TUMORALI,COMBATTE IL DIABETE E LA PRESSIONE ALTA




Stiamo parlando della straordinaria Goya, anche conosciuto come melone amaro!


CLASSIFICAZIONE

Dominio: Eukaryota (Con cellule dotate di nucleo)
Regno: Plantae
Sottoregno: Tracheobionta (Piante vascolari)
Superdivisione: Spermatophyta (Piante con semi)
Divisione: Angiospermae o Magnoliophyta (Piante con fiori)
Classe: Magnoliopsida (Dicotiledoni)
Sottoclasse: Dilleniidae
Ordine: Violales
Famiglia: Cucurbitaceae



NOMI POPOLARI E INTERNAZIONALI
Melone Amaro, Zucca Amara, Bitter Melon, Bitter Gourd, Kugua, Pparya, Pare Ayam, Pavayka, Kayppayka, Goya, Nigauri, Paakharkaai, Korola, Karela, Ampalaya, Muop Dang, Kho Qua, Caraille, Carilley, Carilla, Cerasee, Hagalkai, Balsam Pear, Band Carilla


HABITAT
Asia ed Africa tropicale e sub-tropicale


DESCRIZIONE BOTANICA
PIANTA ERBACEA RAMPICANTE ANNUALE ALTA FINO A 5M


FIORITURA
Giugno e Luglio


COLORI NEI FIORI (perlopiù petali e corolla)

GIALLO
GIALLO-CHIARO


PARTE UTILIZZATA
FOGLIE - FRUTTI - SEMI

ODORE
SGRADEVOLE


SAPORE
AMARO


PRINCIPI ATTIVI
Momordicina I e II, cucurbitacina, glicosidi (momordina, charantina, charantosidi, goiaglicosidi, momordicosidi, composti terpenoidi (momordicina-28, momordicinina, momordicillina, momordenolo, momordolo), proteine citotossiche come momorcharina e momordina, beta-carotene, Vitamine A, B1, B2, C, ferro


TOSSICITÀ
RELATIVA A QUANTO SPECIFICATO


CONTROINDICAZIONI
FAVISMO (A CAUSA DELLE "VICINE" CONTENUTE NEI SEMI). NON FAR INGERIRE I SEMI AI BAMBINI ED EVITARE L'USO IN GRAVIDANZA.



AVVERTENZE
ANCHE SE LARGAMENTE USATA COME ALIMENTO SI CONSIGLIA -PER L'USO FITOTERAPICO- DI ASSUMERE SOTTO CONTROLLO DEL MEDICO, IN QUANTO GLI ESTRATTI, STUDIATI IN VITRO, NON SONO ANCORA STATI TESTATI CLINICAMENTE.


QUALITÀ DELL'EFFICACIA TERAPEUTICA
DIPENDENTE DALLE SPECIFICHE E DALLE FORME TERAPEUTICHE


ORGANI INTERESSATI DALL'AZIONE FITOTERAPICA
BOCCA
CUORE
INTESTINO
ORGANI E-O TESSUTI DI VARI DISTRETTI CORPOREI
PANCREAS
SISTEMA IMMUNITARIO
TUTTO IL CORPO


PROPRIETÀ E INDICAZIONI:

ooK ALIMENTO
? ANTIPARASSITARIO VEGETALE
? CARDIOPATIE O AFFEZIONI CARDIACHE
? DIABETE MELLITO
? HERPES SIMPLEX 1 (LABIALE)
? HIV
? IMMUNODEFICIENZA SECONDARIA O INSUFFICIENZA IMMUNITARIA E MALATTIE AUTOIMMUNI
? PARASSITI INTERNI (VERMI - NEMATODI)
? TUMORE MALIGNO o CANCRO
++ GLICEMIA (IPOGLICEMIZZANTE)
++ IMMUNOSTIMOLANTE IMMUNOMODULANTE
++ MALARIA E FEBBRI MALARICHE




NOTE DI FITOTERAPIA
Due composti estratti dala Charantia, acido α-eleostearico (dai semi) e l'acido 15,16-diidrossi-α-eleostearico (dal frutto), inducono l'apoptosi delle cellule leucemiche in vitro. Diete contenenti 0,01% di olio di Charantia (0,006% di acido α-eleostearico) prevengono la carcinogenesi del colon indotta nei ratti. I test con estratti di foglie hanno dimostrato attività in vitro contro l'herpes simplex di tipo 1 del virus. I test di laboratorio suggeriscono che i composti di Charantia potrebbero essere efficaci per il trattamento dell'infezione da HIV e che l'ingestione del frutto sia in grado di compensare gli effetti negativi degli stessi farmaci anti-HIV.

[Tratto da Fitoterapia33 10-04-2016]
"I momordicosidi contenuti nella Momordica charantia sono in grado di stimolare la traslocazione del trasportatore GLUT4 alla membrana negli adiposità, e di momordicilina e momordenolo, che inibiscono invece una glicogeno sintesi chinasi (GSK-3); il polipeptide-p infine ha dimostrato effetti ipoglicemizzanti in vivo. Un altro importante componente attivo recentemente scoperto è un polipeptide in grado di attivare il recettore dell'insulina, detto mcIRBP, il cui meccanismo d'azione è stato oggi pienamente delucidato. La frazione attiva di questo peptide è il residuo di 19 aminoacidi carbossiterminale, caratterizzato da una struttura beta-hairpin in grado di interagire con il recettore insulinico (IR) ed incrementarne la sensibilità all'insulina. Si ottiene così sia -in vitro- un aumento dell'intake di insulina da parte di cellule adipose in coltura, sia -in vivo- una aumentata clearance del glucosio ed una incrementata tolleranza in topi diabetici di tipo 1 e di tipo 2. Studi in database proteomici hanno infine rivelato che motivi simili per sequenza e struttura tridimensionale sono contenuti in peptidi presenti in molte specie vegetali quali zucca, riso, pompelmo, vite e rosmarino. Lo studio, ancorché precilinico, è molto interessante non solo per la buona qualità metodologica espressa ma anche per il potenziale impatto su una delle patologie più diffuse al mondo, che affligge 387 milioni di persone e causa quasi 5 milioni di morti l'anno causando inoltre ingentissime spese per qualsiasi sistema sanitario nazionale. Confermando questi studi sull'uomo si potrebbe infatti produrre una nuova classe farmaceutica dal basso costo e dagli scarsissimi effetti collaterali."
[Lo,H., et al. Food Chem. 2016 Aug 1;204:298-305. doi: 10.1016/j.foodchem.2016.02.135.]

[Matteo Floridia CERFIT Biotecnologo
AOU Careggi - Università di Firenze]


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