Nigel Farage, leader uscente dell'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito, ha annunciato un tour nei paesi europei aderenti alla Ue per promuovere altri referendum sull'appartenenza all'Unione Europea, progetto che a suo parere "non ha mai avuto alcuna legittimità fin dall'inizio" e per l'uscita dall'euro, moneta tossica che ormai è evidente a tutti stia distruggendo l'economia di molte nazioni dell'eurozona.
A settembre, riferisce il Financial Times nell'edizione di oggi, sarà ad Atene per un simposio sulle alternative all'euro e sull'uscita dall'area monetaria; oltre che in Grecia, secondo il politico potrebbero esserci voti referendari nel prossimo futuro anche nei Paesi Bassi, in Danimarca e in Svezia.
Farage ha parlato dei suoi programmi a margine della convention repubblicana statunitense, a Cleveland, dove è ospite ma non relatore, in compagnia di altri leader di partiti europei contrari alla Ue, come Geert Wilders del Partito per la libertà olandese, e ha fatto paragoni tra la Brexit e l'ascesa di Donald Trump.
Per Farage è "irrilevante" che Trump sia ricco se riesce a parlare a quel "piccolo popolo" di cui l'establishment non si cura e ha ammesso di essersi sentito un po' a disagio per alcuni commenti estremi, ma ha attribuito al candidato alla Casa Bianca il merito di aver sollevato questioni che altri vogliono tenere "sotto il tappeto".
Inoltre, Farage ha dichiarato che non potrebbe mai sostenere la sua avversaria, la democratica Hillary Clinton, e il "sistema ereditario" di cui è espressione. Farage ha negato di volere una Gran Bretagna meno impegnata sulla scena internazionale e si è detto a favore della Nato, ma con alcuni aggiustamenti.
Farage, figura simbolo dell'Ukip e uno dei principali fautori del successo del Brexit, ha espresso apprezzamento per la scelta della neopremier, Theresa May, di nominare Liam Fox come segretario al Commercio internazionale e David Davis come segretario per l'Uscita dall'Ue, ma ha incalzato il governo a conseguire risultati concreti entro il 2020, quando ci saranno le prossime elezioni politiche e per quella data, probabilmente, il "Labour guidato da Jeremy Corbyn smettera' di essere la principale forza di opposizione" ha previsto.
Ha detto, infine, che rimarrà parlamentare europeo e seguirà tutto il processo della messa in atto del Brexit da quella posizione per poter controllare e intervenire nel caso vi fossero anomalie e storture dannose per la Gran Bretagna.
A settembre, riferisce il Financial Times nell'edizione di oggi, sarà ad Atene per un simposio sulle alternative all'euro e sull'uscita dall'area monetaria; oltre che in Grecia, secondo il politico potrebbero esserci voti referendari nel prossimo futuro anche nei Paesi Bassi, in Danimarca e in Svezia.
Farage ha parlato dei suoi programmi a margine della convention repubblicana statunitense, a Cleveland, dove è ospite ma non relatore, in compagnia di altri leader di partiti europei contrari alla Ue, come Geert Wilders del Partito per la libertà olandese, e ha fatto paragoni tra la Brexit e l'ascesa di Donald Trump.
Per Farage è "irrilevante" che Trump sia ricco se riesce a parlare a quel "piccolo popolo" di cui l'establishment non si cura e ha ammesso di essersi sentito un po' a disagio per alcuni commenti estremi, ma ha attribuito al candidato alla Casa Bianca il merito di aver sollevato questioni che altri vogliono tenere "sotto il tappeto".
Inoltre, Farage ha dichiarato che non potrebbe mai sostenere la sua avversaria, la democratica Hillary Clinton, e il "sistema ereditario" di cui è espressione. Farage ha negato di volere una Gran Bretagna meno impegnata sulla scena internazionale e si è detto a favore della Nato, ma con alcuni aggiustamenti.
Farage, figura simbolo dell'Ukip e uno dei principali fautori del successo del Brexit, ha espresso apprezzamento per la scelta della neopremier, Theresa May, di nominare Liam Fox come segretario al Commercio internazionale e David Davis come segretario per l'Uscita dall'Ue, ma ha incalzato il governo a conseguire risultati concreti entro il 2020, quando ci saranno le prossime elezioni politiche e per quella data, probabilmente, il "Labour guidato da Jeremy Corbyn smettera' di essere la principale forza di opposizione" ha previsto.
Ha detto, infine, che rimarrà parlamentare europeo e seguirà tutto il processo della messa in atto del Brexit da quella posizione per poter controllare e intervenire nel caso vi fossero anomalie e storture dannose per la Gran Bretagna.
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Fonte: ilnord.it
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