domenica 14 agosto 2016

SCONCERTANTE: PARTNERSHIP TRA COMUNE DI PARIGI E UNO SPONSOR SEGRETO DI ISIS COLLEGATO ANCHE A HILLARY CLINTON












DI NAFEEZ AHMED

thecanary.co

Il comune di Parigi è in rapporti commerciali con il gigante industriale francese Lafarge, recentemente accusato di aver sponsorizzato in segreto lo Stato Islamico (ISIS/Daesh) a scopo di lucro.

Documenti ottenuti attraverso diverse inchieste giornalistiche rivelano che Lafarge ha pagato il gruppo terroristico per far funzionare un suo cementificio in Siria e per anni ha acquistato il suo petrolio.



Tuttavia, secondo il gruppo di pressione SumOfUs, Lafarge è partner commerciale e fornitore ufficiale di sabbia del Comune di Parigi per l’attuale evento “Spiagge Urbane” Il progetto, gestito dall’Ufficio del Sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, prevede la creazione di spiagge artificiali lungo la Senna, al centro e al nord-est di Parigi.

Lafarge ha anche stretti legami con il candidato democratico alla presidenza USA Hillary Clinton. Oltre ad essere un donatore abituale della Fondazione Clinton, la stessa Hillary ha lavorato per Lafarge nei primi anni ’90 e ha svolto per la stessa pratiche legali negli anni ’80. Negli anni in cui la Clinton lavorava per Lafarge, l’azienda è stata coinvolta in una rete segreta di esportazioni di armi per Saddam Hussein coperte dalla CIA.

DENARO DI SANGUE

Un rapporto investigativo del quotidiano francese Le Monde ha rivelato in giugno scorso che la società, leader mondiale nei materiali da costruzione, aveva pagato una ‘tassa’ ad intermediari di ISIS e ad altri gruppi armati in Siria, per proteggere l’operatività del suo cementificio nel paese.

Ma Le Monde ha coperto solo una parte della storia. Precedenti indagini condotte da Zaman al-Wasl, un’agenzia di stampa indipendente gestita da elementi dell'opposizione siriana, ha rivelato che Lafarge per anni ha comprato petrolio da ISIS.

L’inchiesta originale di Al-Wasl, da cui Le Monde ha attinto visibilmente, è stata pubblicata nel febbraio scorso, e sulla base di documenti interni e messaggi di posta elettronica da parte della società, è emerso che il CEO di Lafarge Cement Siria, Frederic Jolibois, aveva personalmente dato istruzioni alla sua azienda di pagare ISIS.

SOTTO TIRO

Nel corso degli ultimi anni, la Francia è stata più volte nel mirino di Daesh e di gruppi terroristici ad esso ispirati. L’ultima atrocità di massa avvenuta a Nizza, dove 84 persone sono state uccise nel giorno della commemorazione nazionale della presa della Bastiglia. Martedì scorso, in Normandia, un prete cattolico è stato brutalmente assassinato da terroristi Isis.

La stessa Parigi è stata finora ripetutamente attaccata dai terroristi. Il 13 novembre 2015, Isis ha portato a termine una seria coordinata di azioni terroristiche in Parigi e nella sua periferia Nord – Saint Denis, uccidendo 130 persone e ferendone 368.

Nonostante questo – dice Le Monde - il nuovo partner commerciale del Comune di Parigi (Lafarge) da anni sostiene finanziariamente ISIS per proteggere il suo business in Siria.

IL PROFITTO PRIMA DELLE PERSONE

Da mail scoperte da Le Monde, Lafarge - che nel 2015 si é fusa con il produttore svizzero di cemento Holcim – fino al 19 settembre del 2014 “è scesa a patti con gli jihadisti per poter continuare la produzione in Siria”. I primi ad ottenere la gran parte di queste mail sono stati quelli della Zaman al-Wasl. Le attività di Lafarge in Siria s’interruppero proprio in quella precisa data, quando ISIS occupò e assunse il controllo dell’impianto di Jalabiya.

Ci sono documenti che attestano che la sede centrale di Lafarge a Parigi era pienamente a conoscenza dei patti con ISIS. La società inviò deliberatamente un suo rappresentante in territorio ISIS per “ottenere da ISIS il permesso per impiegati e operai dell’impianto di attraversare i checkpoint in sicurezza” – riporta Le Monde.

Un “passi con un timbro ISIS e controfirmato dal capo delle finanze di ISIS della Regione di Aleppo” è una prova inconfutabile degli accordi che Lafarge ha ripetutamente stretto con Daesh per consentire la libera circolazione di suoi beni e prodotti.

Nel febbraio del 2015, forze militari curde misero in fuga ISIS dalla regione siriana di Jalabiya.

Lafarge si é astenuta dal fare dichiarazioni al riguardo, concedendo solo che “l’unica priorità dell’azienda è stata sempre quella di proteggere i propri dipendenti in Siria”.

Tuttavia, invece di interrompere le sue attività in Siria - cosa che hanno fatto quasi tutte le altre aziende internazionali presenti sul territorio e che sarebbe stata l’opzione più sicura – la società ha iniziato a stringere accordi proficui con ISIS, massimizzando così i suoi profitti nella regione.

CHI COMPRA IL PETROLIO DI ISIS?

Secondo Zaman al-Wasl, Lafarge ha regolarmente acquistato petrolio da ISIS per i suoi impianti, e ha anche fornito cemento a ISIS da rivendere in Siria.

In una mail specifica inviata al direttore generale di Lafarge, Bruno Pescheux, il direttore dell’impianto lo mise in guardia sulle possibili ripercussioni dell’acquisto illegale da parte dell’azienda di prodotti petroliferi provenienti da “organizzazioni non governative” non controllate dal governo siriano(…). “Sarà inevitabile un’azione governativa e una pubblica diffida contro quegli individui e quelle società che acquistano illegalmente petrolio e prodotti petroliferi”.

La risposta di Pescheux fu indicativa: convenne che si trattava di una questione preoccupante per il futuro di Lafarge; e suggeriva l’elaborazione di una risposta ufficiale che giustificasse le azioni della società, del tipo:

– perlomeno l’olio combustibile residuo che consumiamo non lo contrabbandiamo all’estero e viene utilizzato solo per attività di costruzione in Siria;

– si tratta di una quantità minima rispetto a quanto viene contrabbandato in Turchia.

Lafarge non è l’unica grande azienda implicata nell’acquisto di petrolio da ISIS; ma forse è il primo caso dove documenti ufficiali interni di una società confermano una sua deliberata politica aziendale di acquisti di petrolio da gruppi jihadisti.

Per il diritto internazionale, qualsiasi accordo di tipo commerciale o finanziario con gruppi terroristici deve essere considerato un’azione criminale, soggetta a severe misure sanzionatorie da parte di USA e UE.

CHE DICE PARIGI?

Aggiungendo al danno la beffa, l’Ufficio del Sindaco di Parigi ha concluso un accordo con la stessa società sponsor di ISIS per la fornitura di sabbia per l’evento dell’estate parigina “Spiagge Urbane”.

Indignati per questo accordo, circa 40,000 membri del SumOfUs, organizzazione internazionale che vigila sull’operato delle aziende, hanno firmato una petizione chiedendo al Sindaco di Parigi l’immediata interruzione dell’accordo con Lafarge.

Eoin Dubsky, direttore della campagna di SumOfUs, ha detto:

“I terroristi non dovrebbero mai essere partner di alcun contratto. E’ assolutamente inaccettabile che Lafarge abbia concluso un accordo con ISIS per suoi scopi commerciali. Arricchendo le casse di ISIS con pagamenti per poter continuare ad operare in territorio siriano, Lafarge ha sostenuto finanziariamente la campagna di terrore portata avanti da ISIS che ha ucciso e ferito tanti esseri umani, creando quello che può definirsi il più grande incubo umanitario dei nostri tempi.”

L’accordo con il Comune di Parigi è uno scandalo e non avrebbe mai dovuto essere concluso. Facendo affari con Lafarge per l’evento dell’estate parigina “Spiagge Urbane”, il Comune di Parigi diventa connivente di quell’osceno spettacolo di avidità aziendale che lucra sulle guerre e sulla violenza creata dai terroristi. E’ giunto il momento che Lafarge risponda del suo inaccettabile comportamento di sostenitore del terrorismo; è questo il motivo per cui i 40,000 membri di SumOfUs chiedono perentoriamente al sindaco di Parigi di interrompere immediatamente e una volta per tutte ogni rapporto con Lafarge.

The Canary ha contattato il sindaco Hidalgo per capire come sia stato possibile un simile accordo, ma non ha avuto risposta.

Altro che accordi commerciali con il Comune di Parigi! I dirigenti di Lafarge dovrebbero essere processati in Francia per aver sponsorizzato il gruppo terrorista responsabile degli attacchi di Parigi.

DA SADDAM A CLINTON E AL DOPOGUERRA IN IRAQ

Va detto che Lafarge conduce già da tempo un’esistenza piuttosto privilegiata.

Tra i suoi primi benefattori troviamo l’ex First Lady e attuale candidato democratico alla presidenza USA Hillary Clinton.

Dal 1990 al 1992, la Clinton era membro del Consiglio di Amministrazione di Lafarge. Durante il suo mandato, l’affiliata Lafarge Ohio fu colta a bruciare rifiuti tossici per alimentare i suoi cementifici. La Clinton difese la società nella vertenza.

Dopo, poco prima che suo marito fosse eletto presidente nel 1992, Lafarge fu multata per 1.8 milioni di dollari dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambienteper tali violazioni ambientali. Nella primavera del 1992 la Clinton si dimise dal consiglio di amministrazione di Lafarge, subito dopo che il marito Bill aveva ottenuto la nomination democratica. Un anno dopo, durante la presidenza Clinton, l’amministrazione ridusse la multa di Lafarge a meno di $600,000.

Alla fine degli anni ’80, secondo un rapporto d’indagine d’archivio dell’ American Spectator, Hillary Clinton ebbe rapporti con Lafarge quando l’azienda fu implicata in azioni di supporto alla CIA nel programma di armamenti segreti per Saddam Hussein.

Il rapporto dell’ American Spectator del Novembre 1996 citò fonti che confermavano che Hillary Clinton aveva svolto funzioni legali per Lafarge a fine anni ’80, prima di diventarne consigliere di amministrazione. Il rapporto sostenne anche che l’affiliata statunitense della Lafarge:

aveva fornito servizi essenziali alla rete segreta di esportazione di armamenti destinati a Saddam Hussein. Per evitare che venisse alla luce questo canale segreto di forniture e si recasse danno alla figura di Hillary Clinton – che nel ’90 era entrata nel consiglio di amministrazione di Lafarge, proprio quando fu interrotta la fornitura segreta di armamenti - al Dipartimento di Giustizia fu chiesto di archiviare l’indagine. Ma gli inquirenti di altre agenzie governative statunitensi che lavoravano al caso hanno detto di essere stati ‘fermati’ ogni volta che si avvicinavano troppo alla verità, rischiando così di rivelare l’implicazione diretta della comunità di intelligence nel programma segreto di armamenti.

Ancora oggi Lafarge resta piuttosto ‘vicina’ ai Clinton.

Nel 2013, il Vice Presidente Esecutivo di Lafarge, Eric Olson, è risultato tra gli invitati alla riunione annuale della Clinton Global Initiative.

La società è donatore abituale della Clinton Foundation – vedi la donazione di 100,000 dollari per il 2015. Lafarge risulta tra i donatori anche per il primo trimestre del 2016.

Lafarge è un importante beneficiario del capitalismo disastroso in Iraq, dove le infrastrutture fatiscenti necessitano disperatamente di centinaia di miliardi di dollari di investimenti. La società descrive se stessa come “uno dei maggiori investitori ‘non petroliferi’ in Iraq”.

L’azienda non è soltanto un gigante dell’economia. E’ anche parte di una losca storia d’intelligence; e i ripetuti attacchi politici alla Francia e agli Stati Uniti – i due principali paesi che guidano i raid aerei contro ISIS in Siria – sollevano la questione se sia giusto che Lafarge abbia impunemente beneficiato finanziariamente del terrorismo.

INVITO ALL’AZIONE

Firmate la petizione di SumofUs per chiedere che siano interrotti immediatamente i rapporti esistenti tra il Comune di Parigi e la società che ha finanziato i terroristi responsabili degli attentati di Parigi: http://bit.ly/Lafarge-ParisPlages



Fonte: www.thecanary.co

Link: http://www.thecanary.co/2016/07/29/paris-strikes-astonishing-partnership-secret-isis-sponsor-ties-hillary-clinton/




Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63


Nessun commento:

Posta un commento