di Piero Cammerinesi
Con la fine del 2016, vale la pena di cercare di tirare qualche somma di quanto è realmente accaduto nel mondo in questi dodici mesi.
Ciò significa cercare di intuire quanto si è mosso dietro le quinte degli avvenimenti esteriori, in modo da dar loro, per quanto possibile, una interpretazione organica, unica garanzia di una efficace comprensione della storia. Per comprendere il senso dell’andamento di quest’anno, bisogna innanzitutto richiamare alla mente gli eventi salienti che hanno caratterizzato le profonde trasformazioni geopolitiche, che in soli 365 giorni hanno modificato profondamente il volto del nostro pianeta.
Da un punto di vista meramente esteriore, potremmo certamente considerare quest’anno, l’annus horribilis del terrorismo, del conflitto in Siria e del ritorno della guerra fredda tra USA e Russia. Ma è veramente così? Se la lunga scia di sangue del sedicente terrorismo islamico e del nefasto conflitto in Siria, sembrerebbe confermare tale definizione, forse scavando un po’ tra i retroscena dei fatti, unendo i punti della narrazione, potremmo, tuttavia, pervenire a conclusioni diverse.
Iniziamo a ripercorrere brevemente gli eventi salienti dell’anno appena concluso. Il 2016 ha iniziato a mostrare il suo volto tumultuoso e inquietante già nella notte di Capodanno nel corso della quale, a Colonia, in Germania, sono avvenuti diversi stupri e violenze, da parte di richiedenti asilo o di profughi mediorientali. Pochi giorni dopo, in una Parigi ancora sotto shock per gli attentati del Novembre precedente, ecco il tentativo di irruzione da parte di un presunto attentatore in una sede della polizia metropolitana. Il mese di Febbraio non è stato da meno, con il barbaro assassinio di Giulio Regeni, architettato ed eseguito in modo da produrre un grave danno alle relazioni tra Egitto e Italia e, di conseguenza, per metter fine alle aspirazioni italiane di avere un ruolo centrale nell’area mediterranea.
Nello stesso mese l’incontro, all’aeroporto dell’Avana, tra Papa Bergoglio e il Patriarca di Mosca, Kirill. Era quasi un millennio, per l’esattezza dal 1054, anno del grande scisma, che le chiese cristiane d’Oriente e d’Occidente aspettavano questo momento. Un passo avanti verso quella fusione delle confessioni, tanto cara alla visione mondialista. A Marzo abbiamo avuto, poi, ancora a Cuba, il ‘disgelo’ tra USA e l’Avana, con Barack Obama che proclama trionfalmente “l’inizio di un giorno nuovo” nelle relazioni tra i due Stati, preparandosi alla prossima invasione economico-strategica USA dell’isola caraibica.
Nello stesso mese, in Belgio, in diverse operazioni di polizia vengono individuati quasi tutti i responsabili dell’attacco di Parigi del 13 novembre 2015. Guarda caso, pochi giorni dopo, Bruxelles paga questo successo con 31 morti e almeno 250 feriti negli attentati all’aeroporto e nella metropolitana. Nello stesso mese, grazie all’intervento russo, si può festeggiare la liberazione di Palmira, con lʼesercito siriano che riconquista lʼintera città e la Russia che riprende un posto di primo piano sullo scenario politico-militare internazionale.
Il mese di Aprile è scosso da un’esplosione non fisica ma virtuale; quella dello scandalo dei Panama Papers, scandalo che coinvolge mezzo mondo, iniziando a sollevare un lembo del velo di opacità che copre il Big Game. Il Giugno 2016 sarà ricordato per il colpo inferto dal popolo inglese all’Europa dei banchieri. Dopo l’oscuro omicidio Cox, con il Brexit, il regno Unito esce dall’Unione Europea, nell’incredulità generale dei politici e dei media, sempre più distanti dalla realtà della gente, rafforzando in maniera significativa le forze centrifughe nell’eurozona, con conseguenze che si faranno sempre più evidenti nei prossimi anni.
Ma è a Luglio che gli eventi iniziano ad accavallarsi tumultuosamente, a partire dalla strage di Nizza con 84 morti e 202 feriti; lo storico lungomare Promenade des Anglais, si trasforma in un cimitero nel giorno dell’orgoglio nazionale, la festa del 14 luglio. Subito dopo, un altro grave colpo per l’establishment euro-atlantico, con il tentativo di golpe in Turchia, con la successiva repressione, ma soprattutto con la netta svolta della politica della Turchia che si allontana dall’area USA e si avvicina all’orbita russa, colmando il gap che si era creato all’indomani dell’abbattimento del SU24 russo in Siria. Ma non è tutto; ancora 10 morti e 27 feriti nella strage del 22 luglio a Monaco di Baviera davanti ad un McDonald’s. Autore un ragazzo di 18 anni, nato e cresciuto in Baviera, ma di origini iraniane.
A Ottobre, poi, gli USA perdono, dopo la Turchia, un altro Stato chiave nel loro progetto di dominio incontrastato del globo: le Filippine. Con l’elezione, avvenuta nel Maggio 2015, del candidato anti-establishment, Rodrigo Duterte, il nuovo corso ‘populista’ della politica mondiale contagia anche l’Asia, dove ora si delinea con chiarezza l’allontanamento delle Filippine dagli USA e il contemporaneo avvicinamento alla Cina. Tuttavia, il vero coup de théâtre del 2016, ha luogo negli USA, dove, il 9 Novembre, si assiste all’inaspettata elezione del populista Donald Trump alla Casa Bianca, evento che sconvolge alla radice gli equilibri geopolitici mondiali.
E siamo arrivati a Dicembre, con la vittoria del No in Italia e il successivo classico tentativo gattopardesco di cambiare tutto per non cambiare nulla, al fine di cercare di evitare il crollo annunciato di una classe politica, che ha perso sia i propri burattinai d’oltreatlantico che l’appoggio popolare. Sempre in quei giorni, grazie all’efficace azione delle forze russe, avviene la liberazione di Aleppo. Chiaro segnale del fatto che la Russia si sta imponendo come protagonista di primo piano in Medio Oriente, realizzando, insieme a Turchia e Iran, un importante polo di influenza politico-militare. Eccoci, infine, con un sempre più tumultuoso incalzare di avvenimenti: l’assassinio dell’ambasciatore russo in Turchia e la strage di Berlino.
Ora, come unire i punti di questa ormai frenetica successione di eventi? Come dicevo all’inizio, osservando il decorso dell’anno sembrerebbe innegabile che questo 2016 sia stato per l’umanità un anno davvero infernale, un annus horribilis. Eppure… eppure ci sono dei segnali decisamente emblematici, che forse ci permetteranno di riconsiderare questa conclusione.
In primo luogo, prendiamo in esame i media; questo è stato l’anno in cui il potere manipolatore dei media ha mostrato per la prima volta i suoi limiti. Il Brexit era stata considerato un evento non realistico e tutta la stampa aveva suonato all’unisono la grancassa della permanenza del Regno Unito in Europa; per meglio ‘convincere’ l’opinione pubblica si era addirittura ricorsi all’omicidio politico della parlamentare laburista Jo Cox, esponente del fronte Remain. Stesso discorso per le elezioni USA, nel corso delle quali i mezzi d’informazione, i politici e molti divi di Hollywood, avevano ripetuto ossessivamente il mantra della ormai certa elezione della Clinton. La cosa si è ripetuta, in piccolo, a casa nostra, dove la vittoria del Sì al referendum era data per scontata sulla base di poco affidabili indagini di mercato.
Dunque i media: il principale strumento della manipolazione dei popoli, inizia a perdere la sua presa sul mondo reale e questo è un elemento che non può non preoccupare le élite che governano il mondo. Tanto da costringerle a spingere sul pedale dell’acceleratore, in modo piuttosto pesante per spostare la direzione dei pensieri e delle emozioni della gente nelle direzioni volute. Ecco allora l’intensificazione dei tentativi di denigrare, irridere o addirittura proibire pensieri che non siano politically correct, tendendo a realizzare sulla Terra un global thinking, un pensiero unico, il vero obiettivo della globalizzazione mondiale.
Se tali interventi tendono a paralizzare il pensare, il bombardamento di immagini di eventi sanguinosi e catastrofici, è inteso a depotenziare il sentire ed il volere delle masse, paralizzandole con progressive ondate di ansia, angoscia e paura, ed inibendone le possibili reazioni. Così determinate forze – chiamatele fratellanze oscure o élite mondialiste o piramidi di potere neo-oligarchiche, come preferite – lavorano per paralizzare il pensare, sentire e volere, in modo da creare l’uomo nuovo, totalmente asservito alla realtà virtuale, sul sentiero dell’uomo-macchina che – grazie alla totale immersione nel mondo irreale delle immagini virtuali, dell’incremento esponenziale delle ludopatie e dell’addiction ai dispositivi digitali – può facilmente venir manipolato socialmente da chi esercita la governance mondiale.
Questo progetto globale – ormai da anni evidente a chi osservi la realtà dei fatti in modo disincantato – potrebbe, tuttavia, aver mostrato per la prima volta, in questo 2016, una vulnerabilità rilevante. Il 2016, quindi, potrebbe rappresentare, sì, un annus horribilis, ma non per l’umanità nel suo complesso, bensì per quell’establishment che ormai, in maniera sempre più scoperta e parossistica, sta cercando di mettere a segno dei successi, costi quel che costi.
Il crescendo di ferocia e di efferatezza degli eventi di questi ultimi mesi, indica – se ce ne fosse ancora bisogno – insomma, la debolezza e la rabbia impotente delle oligarchie dominanti, che vedono allontanarsi il loro obiettivo, pazientemente perseguito in questi ultimi decenni. Ciò è particolarmente evidente osservando, da una parte, la sempre maggiore approssimazione e spudoratezza di certi attentati, e dall’altra, la studiata ricerca del massimo effetto possibile sull’opinione pubblica, tramite una spettacolarizzazione della morte e della paura in diretta, grazie a sapienti messinscena e a media compiacenti.
Se coloro che lavorano nella e per la verità – ciascuno nella sua realtà interiore e nel suo ambito sociale – sapranno però cogliere questa opportunità, la notte oscura di questo mondo crepuscolare e disumano, verrà forse presto rischiarata dalle prime luci dell’alba.
Articolo di Piero Cammerinesi (Titolo originale: “Bilancio di un anno”)
Rivisto da www.fisicaquantistica.it
Fonte: www.liberopensare.com
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