Pubblicato il
20 ottobre 2017 da
beatrice
Jean-Edouard Lamy nacque in Francia nel 1853. Fu curato de La Courneuve dal 1900 al 1923. Tutta la sua vita fu costellata da visioni e fenomeni mistici straordinari.
Aveva spesso visioni di Gesù (soprattutto durante la Messa), della Madonna, degli angeli e di San Giuseppe. Aveva una straordinaria devozione per la Madonna e una grande familiarità con gli angeli. Conversava regolarmente con il suo Angelo Custode. Molte persone che erano presenti quando parlava con gli angeli, riferivano di sentire distintamente le loro risposte, inoltre dicevano di vedere il viso di Padre Lamy diventare radioso. Quando aveva le sue visioni, egli spesso vedeva fatti del passato e del futuro. E come altri grandi mistici subiva le vessazioni di Satana.
Dormiva una o due ore per notte e recitava il Rosario quasi continuamente. Aveva il dono del discernimento delle coscienze, cioè poteva “sentire” i peccati delle persone. Vengono riferiti molti miracoli operati da lui. Numerosi e illuminanti sono i suoi commenti su questioni spirituali e le profezie pervenuteci. Il suo vescovo disse di lui: “Nella mia diocesi ho un altro Curato d’Ars”.
Mentre era in vita, tuttavia, non trapelarono le capacità di cui padre Lamy era dotato. Soltanto qualcuno a lui più vicino, aveva intuito che questo straordinario pastore di anime aveva dei contatti diretti con l’aldilà. Ma di certo l’interessato volle sempre evitare che questi fatti trapelassero all’esterno, non menzionandoli né ai suoi superiori né ai confratelli. Non a caso chiese al suo biografo e confidente, il conte Biver, che fu testimone di episodi razionalmente inspiegabili, la cortesia di non fare cenno a queste sue ‘conoscenze particolari’, non prima, per lo meno, della sua morte. Il Biver, da scienziato agnostico o quanto meno incredulo delle vicende spirituali, mantenne il patto.
Jean-Edouard Lamy descrisse le creature angeliche che sono perennemente unite a Dio, in questo modo: “Voi non potete immaginare la potenza di un Arcangelo, né quella della Santa Vergine! Vi è una grande utilità a pregare gli Angeli”. E ancora: “La Santa Vergine ha avuto la bontà di mettermi sotto la protezione del santo Arcangelo Gabriele, di affidarmi a lui”.
In molte situazioni critiche, padre Lamy venne fisicamente salvato da incidenti e morte certa, grazie all’intervento dell’Arcangelo Gabriele, servitore dell’Altissimo e messaggero di buone novelle, e che rappresenta, nell’esistenza del padre francese, una fonte continua di sostegno. Egli lo descrive come “il più alto di tutti gli angeli”.
Leggiamo insieme la descrizione che ne fa il testimone diretto: “L’Arcangelo Gabriele è più alto di tutti gli altri angeli. A lui io riconosco uno spirito di una categoria superiore. Quello che negli angeli è molto bello, sono le placche d’oro di forma irregolare, poste come in un mosaico, di cui la parte superiore del loro corpo è rivestito, e che continuamente sfavillano. Esse ricevono la luce di Dio. Queste placche d’oro, che perennemente si muovono, potrebbero assomigliare ad altrettanti soli”. In altri passaggi si sofferma anche sul tipo di capigliatura che contraddistingueva l’Arcangelo Gabriele: “L’arcangelo Gabriele ha i capelli ben tagliati ed ondulati”.
Emergono altre specificità degli angeli, in particolare per quanto riguarda il loro impatto estetico, dominato da una luminosità senza eguali, alla quale molto spesso il sacerdote farà riferimento. Veniamo a sapere che queste creature celesti che assistevano, come fedeli normali, alle celebrazioni eucaristiche di Lamy – e lo trasportavano, da un luogo all’altro, quando le forze lo abbandonavano e prendeva il sopravvento una debolezza apparentemente invincibile – sono splendenti più della Madonna, indossano abiti bianchi, sono senza ali e hanno un aspetto assai giovanile.
Ecco la descrizione dettagliata: “Gli Angeli, svela, hanno un aspetto più luminoso di quello della Santa Vergine, almeno all’apparenza. Con quegli affascinanti riflessi di luce che cambiano incessantemente sui loro abiti bianchi, essi hanno l’aria di brillanti ufficiali presso di Lei, così semplice. Io non ho mai visto loro delle ali. Sempre di aspetto giovanile, essi portano, impressa sul loro volto, la benevolenza verso gli uomini; mentre invece i demoni hanno un aspetto duro, strano, a tratti disgustoso e repellente“.
È capitato in più circostanze che Lamy si sentisse senza più forze. Nei momenti di spossatezza, quando pronunciava le parole “Dio mio, Dio mio, come sono stanco!”, egli, all’improvviso, si trovava teletrasportato (in astrale, con la coscienza) davanti alla sua parrocchia, oppure nei posti in cui le persone avevano bisogno della sua opera misericordiosa.
Lamy consiglia sempre di pregare costantemente gli angeli. Ma perché? Non soltanto per riuscire a captare la loro presenza accanto a noi, che è costante, ma anche perché “ogni volta che rivolgiamo a loro preghiere e richieste di aiuto, essi sono molto contenti (…). I nostri Angeli custodi ci guardano come se noi fossimo dei fratellini indigenti. La loro bontà nei nostri riguardi è estrema”.
Con la protezione degli angeli, Lamy era solito celebrare la messa con fervore straordinario e devozione senza pari, un atteggiamento interiore che, quasi, lo trasfigurava. Ad assistere alla messa, infatti, non c’erano soltanto i fedeli, ma corti di angeli risplendenti più che mai di luce intensa.
Grazie alle doti speciali che gli venivano trasmesse dagli angeli, il religioso era in grado, ad esempio, di capire se l’anima trapassata per la quale egli stava celebrando messa, ne riceveva beneficio. “In quei momenti non pensi più alle cose della terra, ma senti chiaramente qualcosa di celestiale dentro di te, che è precisamente l’effetto della loro presenza”. Morì nel 1931.
Rivisto da
www.fisicaquantistica.it
Fonte:
http://sonoconte.over-blog.it/article-comunicava-con-gli-angeli-jean-edouard-lamy-124555648.html