sabato 26 gennaio 2013

I FURBETTI DELLA POMPA DI BENZINA





LE AUTO A CASA - L’arte di arrangiarsi sembra essere tornata prepotente in un periodo in cui i sacrifici sembrano non finire mai, tra minacce relative a un nuovo aumento dell’Iva, il terrore dell’IMU incombente e quel prezzo alla pompa di benzina che sale come fosse un 747 in decollo anche se il prezzo del petrolio resta ormai stabile da mesi. Su RAI Isoradio, canale di pubblica utilità dedicato agli automobilisti in viaggio sulla rete di Autostrade per l’Italia e varie concessionarie, ormai da giorni si raccoglie l’opinione dei “professionisti del bitume”, ovvero i grandi viaggiatori per lavoro, i quali sostengono come nelle ultime settimane strade e autostrade siano più libere visto che molti hanno deciso di lasciare a casa la macchina per spostarsi con mezzi alternativi, visto che la pompa della benzina ormai è spaventosa quanto Freddy Krueger che appare nella penombra.

LA TRUFFA - E chissà, sarà stata forse la paura di perdere una quota di affari che ha spinto 11 persone a compiere una truffa legata alla vendita dei carburanti nella zona di Padova, truffa scoperta dalla Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato una stazione di servizio, nove impianti privati e 24 colonnine erogatrici tarate al ribasso. I finanzieri nella loro indagine hanno scoperto che i gestori, al momento del pagamento, approfittavano della distrazione o della fiducia dei clienti addebitando sulla carta carburante -riservata ai liberi professionisti- una quantità di litri superiore a quella erogata, come certificato dalle forze dell’ordine. Se un cliente faceva un pieno di 80 litri, il gestore ne segnava 77, sottraendo circa sei euro a “distrattone”.
GLI AMMANCHI - Nel caso dei mezzi pesanti -prosegue la nota della Guardia di Finanza- nei serbatoi finivano “circa 50 litri in meno rispetto a quelli ‘contabilizzati’ nella fattura”, a volte anche con la complicità dell’autotrasportatore, prosegue la nota, precisando che i due distributori hanno sottratto 33.000 litri per un controvalore di circa 59.000 euro. I provvedimenti si sono limitati alle semplici denunce in quanto una delle due stazioni di servizio è stata sequestrata la settimana scorsa su decisione dell’autorità giudiziaria, mentre l’altra è stata chiusa dalla compagnia prima che intervenisse il sequestro. Al momento si indaga su un terzo distributore, confermando quello che è stato detto dalle stesse Fiamme Gialle, ovvero che l’indagine porterà a nuove denunce. UNA SERIE DI REATI - Le indagini verranno estese ad altre aree di servizio in tutto il territorio nazionale, specie alla luce delle prove di erogazione condotte su 350 distributori di Padova che hanno portato alla scoperta di 24 colonnine tarate al ribasso, cioè che versavano in macchina una quantità di benzina inferiore rispetto a quella indicata sui display. sono stati sequestrati nove impianti privati, che sono stati scoperti 370.000 litri di prodotti petroliferi commercializzati evadendo le imposte. Pensate che sia finita qui? No, c’è dell’altro. Le forze dell’ordine hanno scoperto undici aziende florovivaistiche che hanno utilizzato 9.000 litri di gasolio agricolo a prezzo agevolato per finalità diverse da quelle previste dalla Legge, quindi non destinati ai motori delle macchine agricole o a generatori. Per finire, sono stati denunciati anche quegli automobolisti e autotrasportatori compiacenti che hanno “collaborato” alla frode, mentre si stanno chiedendo spiegazioni agli agricoltori per la questione del gasolio agricolo. In totale è stata calcolata l’evasione d’imposta di oltre 370.000 litri di prodotti petroliferi.


QUANTO MI COSTA? - Un sistema indubbiamente ingegnoso, che ha potuto proliferare anche grazie alla connivenza di alcuni automobilisti. Qualche giorno fa avevamo provato a spiegare cosa si nasconde dietro i continui rincari alla pompa di benzina.



MERCATO O SPECULAZIONE? - In quest’infografica del Corriere della Sera vengono confrontati i prezzi dei carburanti tra Italia e Resto d’Europa. Il 24 marzo arrivò la notizia che la Guardia di Finanza, a seguito di un esposto del Codacons, era intervenuta su mandato della Procura di Varese perquisendo le sedi delle principali compagnie petrolifere italiane a Roma, Milano e Genova, al fine di acquisire informazioni sul periodo gennaio 2011-marzo 2012 per “valutare se le recenti dinamiche che comportano l’aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi siano da porre in relazione al mero e fisiologico andamento del mercato, ovvero se tali dinamiche siano falsate da comportamenti penalmente illeciti tali da configurare il reato di manovra speculativa su merci”. Tradotto dal burocratese: “Se le compagnie stanno facendo la cresta”.


VOGLIAMO CAPIRCI QUALCOSA - L’obiettivo della Guardia di Finanza è quello di partire con una “preliminare attività di indagine di tipo conoscitivo al fine di delineare quale fosse la filiera delle attività che concorrono all’attribuzione dei prezzi del carburante al momento della vendita al dettaglio, la ricognizione delle norme e dei provvedimenti che contribuiscono alla formazione dei prezzi”. Ovvero: “in che modo si decide il prezzo di vendita del carburante?”. La novità sta però nel modo in cui è stata prodotta l’azione: ”Il provvedimento – conclude la nota della Gdf – è innovativo, sotto il profilo dell’inquadramento giuridico, poichè assimila le compagnie petrolifere a soggetti incaricati di un pubblico servizio in quanto l’attività esercitata, rivolta a un pubblico indeterminato e caratterizzata da un prodotto di essenziale utilità per i cittadini e le imprese, è soggetta a norme di diritto pubblico ed a provvedimenti e interventi da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”. Traduzione finale: “il vostro è un servizio sociale, vedete di fare i bravi”.



UNA GIUSTIFICAZIONE - Anche a voler essere garantisti, è certo che l’inchiesta di Varese ha come obiettivo quello di capire realmente cosa si nasconde dietro la crescita esponenziale del prezzo dei carburanti negli ultimi anni. In fondo il modo migliore per comprendere come funziona un determinato mondo è quello di fare i conti della serva:
Nel gennaio del 2011 (periodo in cui l’inchiesta di Varese ha scelto come punto di partenza) un barile di greggio era quotato 120 dollari al barile; ieri il fixing dello stesso prodotto era a 125 dollari, con un rialzo del 4% circa. Se si considera invece il grafico del prezzo alla pompa la benzina in Italia è balzata in alto del 18-20% pur in presenza di un calo dei consumi certificato da Confindustria di circa il 10%. «Può anche darsi che al termine dei nostri controlli — prosegue il colonnello Morelli —scopriremo che i rincari sono giustificati da una serie di fattori. Se così non sarà potrebbe essere contestato il reato di manovra speculativa sulle merci»

TASSE, TASSE… - Quel “una serie di fattori” viene tradotto dal presidente dell’Unione Petrolifera Pasquale De Vita in: ”aumento delle accise”. Accise. La parolina magica che “autogiustifica” le compagnie petrolifere. Ormai se ne è parlato in tutte le salse, ma cerchiamo di capire insieme per ogni litro di benzina acquistato al distributore cosa stiamo finanziando.
0,00103 euro: Finanziamento della guerra di Etiopia, 1935-1936
0,00723 euro: Finanziamento della crisi di Suez, 1956
0,00516 euro: Finanziamento del disastro del Vajont, 1963
0,00516 euro: Finanziamento dell’alluvione di Firenze, 1966;
0,00516 euro: Finanziamento del terremoto del Belice, 1968;
0,0511 euro: Finanziamento del terremoto del Friuli, 1976;
0,0387 euro: Finanziamento del terremoto dell’Irpinia, 1980;
0,106 euro: Finanziamento della guerra del Libano, 1983;
0,0114 euro: Finanziamento della missione in Bosnia, 1996;
0,02 euro: Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, 2004.
0,005 euro:  Acquisto di autobus ecologici, 2005;
da 0,0071 a 0,0055 euro: Finanziamento alla cultura nel 2011;
0,04 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011;
0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
0,082 euro per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011.
Nel leggere certe cose, la reazione più normale sarebbe quella di farsi cogliere da una sorta di risata isterica, specie perché la maggior parte delle voci non ha neanche più senso di esistere. Tolta l’accisa per l’Etiopia, diventata ormai un must su Facebook, cosa c’entra la crisi di Suez del 1956? E l’alluvione di Firenze? Ma andiamo avanti, perché non finisce qui. Come tutti sanno, sui carburanti va pagata l’Iva, ma non si paga solo sul prodotto finito, ma anche sulle accise. Quindi si sborsa una tassa sulla tassa. A ciò si somma l’imposta di fabbricazione sui carburanti e ci aggiungiamo anche quello che è stato previsto dalla Manovra Finanziaria 2011 oltre all’aumento dell’IVA al 21 per cento si è decisa l’introduzione di un’altra tassa ancora che porterà a un rincaro di circa 10 centesimi/litro del prezzo della benzina e a 12 centesimi per il diesel. Ricordatevi di queste cose quando alla pompa vi verrà da piangere pensando al salasso una volta visto il prezzo al litro, prossimo all’euro e 80.

…E ALTRE TASSE - Non è finita. Come confermato da Quattroruote, dal 1999 è possibile per le Regioni aggiungere altre accise locali. Andiamo quindi a vedere cosa significa in termini economici per le 10 regioni i cui abitanti devono sfortunatamente fare i conti con altri balzelli locali. Dati aggiornati al 1 gennaio 2012 e diffusi dall’Unione Petrolifera:
Regione    Accisa ordinaria Addizionale regionale Accisa + Iva
Calabria      0,70420                     0,02580                   0,88330
Campania    0,70420                    0,02580                   0,88330
Lazio            0,70420                    0,02580                   0,88330
Liguria         0,70420                    0,05000                  0,91258
Marche        0,70420                    0,07580                   0,94380
Molise          0,70420                    0,02580                   0,88330
Piemonte     0,70420                    0,02580                   0,88330
Puglia            0,70420                   0,02580                   0,88330
Toscana        0,70420                   0,05000                   0,91258
Umbria          0,70420                  0,04000                   0,90048
Parlando di grandi numeri, nel 2010 lo Stato ha portato a casa grazie alle accise circa 23,3 miliardi di Euro, mentre quelli destinati alle regioni sono stati “solo” 3,032.

MA QUANTO COSTA ALLE CASE? - Una volta definito il “nemico” evocato dalle compagnie petrolifere, sarebbe il caso di analizzare come funziona dall’altra parte, ovvero come si definisce il prezzo del carburante al momento della vendita al dettaglio, la ricognizione delle norme e dei provvedimenti che contribuiscono alla formazione dei prezzi e ad individuare le sedi legali ed operative delle principali compagnie petrolifere. Perché come detto qualche riga più su, è difficile credere a una necessità di aumenti continui nonostante vi sia un drastico calo della domanda e il prezzo del barile sia aumentato solo di pochi punti percentuali. Negli ultimi giorni stanno spuntando in Internet fior di pagine nelle quali si consigliano i distributori più economici delle varie città italiane.


http://www.giornalettismo.com/
















































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