GRECIA: ANARCHICI TORTURATI, AMNESTY CHIEDE UN’INCHIESTA.
. Emergono
particolari scioccanti sul caso dei quattro giovani arrestati sabato e
torturati dalla polizia ellenica. Lo scandalo supera i confini nazionali e
Amnesty International punta il dito contro Atene.
Anche Amnesty
International, in una nota diffusa ieri, ha chiesto l’apertura di una inchiesta
sulle torture inflitte dalla polizia ellenica a quattro giovani arrestati lo
scorso 1° febbraio 2013, perché sospettati di aver partecipato alla rapina di
una banca di Kozani, nel nord della Grecia. Due dei quattro detenuti sono
accusati di far parte del gruppo armato di ispirazione anarchica “Cospirazione
delle cellule di fuoco”.
“Le autorità greche
non possono pensare di risolvere i loro problemi con Photoshop. Questa cultura
dell’impunità dev’essere fermata. Su questa vicenda occorre indagare in modo
efficace, imparziale e approfondito, in modo che i responsabili siano
identificati e portati rapidamente di fronte alla giustizia” ha dichiarato
Amnesty International. Le foto dei quattro giovani con i volti tumefatti per le
botte e le torture ricevute hanno fatto nei giorni scorsi il giro del mondo,
dopo la pubblicazione delle immagini su alcuni siti istituzionali da parte
delle autorità elleniche che hanno in questo modo voluto rivendicare gli
arresti. Non prima di aver tentato di ritoccare e ripulire le istantanee a
colpi di Photoshop, per cercare di cancellare parte delle prove dei pestaggi
che comunque sono apparsi evidenti. Il “lavoro” di ripulitura delle foto
infatti è stato fatto così male e di fretta che l’operazione è diventata un
vero e proprio boomerang per il governo Samaras e in particolare per il
ministero degli interni di Atene. Nel tentativo maldestro di cancellare le
ferite più gravi gli improvvisati tecnici della polizia hanno completamente
stravolto il viso di uno dei quattro giovani, mentre ad un altro hanno schiarito
i capelli biondi così tanto da farli diventare quasi bianchi. E non è quindi
bastato impedire ai quattro arrestati di contattare famigliari e avvocati per
24 ore, aspettando che le ferite provocate si rimarginassero almeno un po’.
Nel tentativo di
salvare il salvabile la polizia ha affermato poi che i quattro sarebbero stati
feriti nel corso dell’arresto e il ricorso alla forza si sarebbe limitato al
necessario. Una versione poco credibile e smentita immediatamente. Medici e i
familiari, infatti, hanno da subito denunciato che il brutale pestaggio è
avvenuto proprio durante e subito dopo la detenzione, quando gli agenti hanno
voluto punire gli arrestati per la matrice politica antisistema dei loro
presunti crimini.
Uno degli
arrestati, il ventenne Nikos Romanós, ha dichiarato: «I miei motivi erano
politici. Considero me stesso prigioniero di guerra. Non mi considero una
vittima. Non voglio querelare i poliziotti che mi hanno picchiato. Desidero che
il mio maltrattamento sensibilizzi le coscienze dei cittadini».
Non è la prima
volta che alcuni giovani vengono torturati dalla polizia. Nell’ottobre 2012, 15
manifestanti antifascisti avevano denunciato di essere stati torturati
all’interno degli uffici del quartier generale della Polizia di Atene, il GADA,
dopo il loro fermo durante una manifestazione antifascista nelle vie della
capitale.
Fonte: contropiano.org
(organizzazione comunista italiana)
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