Nonostante i tanti strumenti informativi che noi
sosteniamo, con i nostri soldi e il nostro ascolto, i mass-media stanno
censurando e manipolando informazioni elettorali, elementari e decisive. Capire
questo “maledetto imbroglio” non significa astenersi o rassegnarsi. Al
contrario, ci deve spingere a votare ed a votare “bene”, contro coloro che
hanno organizzato la mega-truffa e non intendono cambiarla.
Le elezioni italiane – nonostante siano l’unico e
principale momento di espressione della nostra sovranità popolare
delegata ed asse portante della nostra Costituzione – sono state sempre
più o meno truccate a beneficio dei poteri dominanti, con un doppio inganno
politico e mediatico. E tuttavia la impostura attuale non era mai stata
raggiunta: oggi milioni di elettori sono privati di informazioni
elementari e corrette. Dobbiamo essere capaci, ragionando e mobilitandoci,
di contrastare tanta manipolazione pianificata.
Nonostante i tanti strumenti informativi che noi
sosteniamo, con i nostri soldi e il nostro ascolto, i mass-media stanno
censurando e manipolando informazioni elettorali, elementari e decisive. Non
solo le liste in competizione, i loro programmi, i loro candidati, la loro
storia, ma anche qualsiasi altro dato che consenta di capire il meccanismo
anticostituzionale di queste elezioni-truffa, organizzate e reclamizzate
secondo lo schema ideologico personale di 4-5 leader accreditati. Questi
monopolizzano con i loro slogan vuoti, ipocriti e fuorvianti, gli spazi urbani,
i luoghi di ritrovo, gli schermi televisivi, le radio e i giornali di grande
tiratura. Li vediamo ogni giorno: sono Monti, Bersani, Berlusconi, e poi
Casini, Vendola, Maroni. Esistono solo le loro liste e le loro esternazioni
fasulle, tutte le altre, seppure vengono nominate, vengono irrise e calunniate.
Sfidiamo le elezioni truffa!
E’ del tutto evidente che i
nostri imbonitori non riescono a realizzare in toto il loro sogno:
“legalizzare” il regime montiano con il sostegno o del PD/SEL o del PDL (più
infido per Monti ed UE), eliminando ogni altro soggetto. E tuttavia grazie alla
loro potenza mistificatrice riescono a portare milioni di cittadini,
disinformati e pilotati, verso i loro eterni “sponsor”. Se non fosse così, i
numeri dei sondaggi e quelli dei voti reali sarebbero ben diversi dagli
attuali.
Come abbiamo scritto, queste elezioni sono un
pronunciamento popolare, sia pure truccato nei numeri e nelle regole
(porcellum) a vantaggio dei potenti, pro o contro Monti ed i suoi alleati, di
ieri e di domani. Due sole nuove liste – M5S di Grillo e “Rivoluzione
civile” di Ingroia – sono antitetiche a Monti e alla UE. La prima, quella
di Grillo, viaggia intorno al 18% ed è quindi sicura di superare gli
“sbarramenti” truffaldini; l’altra, quella di Ingroia neonata, avanza a fatica
tra gli “ostacoli” di sistema. Un motivo in più per votarla e portare in
Parlamento e nel Paese reale sia l’esercito di Grillo che la pattuglia di
Ingroia. Tralasciando qui la comparazione necessaria tra i programmi ed i
candidati delle due liste anti-Monti, discussa in testi precedenti, fornisco
qui alcuni dati elementari sui meccanismi elettorali e le conseguenze.
Per la Camera come per il Senato, sia pure con
riferimenti territoriali diversi (collegi o Regioni), vale la regola
maggioritaria: il partito o la coalizione che conquista la maggioranza
relativa, ottiene un premio di maggioranza che lo fa diventare più che
maggioranza assoluta (voti rubati ad altre liste minori, anche antagoniste).
Alla Camera 340 seggi su 640 totali (53%). Per il Senato i seggi vengono
assegnati su base regionale, ma sempre vale il premio di maggioranza. Esempio:
se ad una Regione (in base alla sua popolazione) sono attribuiti 20 seggi in
totale, il 55% di questi (11 seggi) vanno d’ufficio alla coalizione o alla
lista di maggioranza relativa (PD o PDL?).
Il “porcellum attuale”, introdotto nel 2005 dal
governo Berlusconi e mai modificato, è un sistema maggioritario, con premio di
maggioranza, collegi e sbarramenti imposti a tavolino. Per la Camera gli
sbarramenti sono: 10% per le coalizioni, 4% per le liste non coalizzate, 2% per
le liste aderenti ad una coalizione (es. Lega Nord o SEL). Al Senato la
situazione è ancora più truffaldina, rispettivamente, su base regionale: il 20%
(coalizioni), l’8% (liste non coalizzate: Grillo e Ingroia), il 3% (per liste
entro coalizioni). Inoltre le liste dei due rami del Parlamento sono bloccate,
cioè l’elettore vota solo la lista (o il capo-lista). In questo modo sono 3-4
leader dei partiti a stabilire chi e dove debba essere eletto. Anche l’area dei
collegi (per la Camera) è pianificato per favorire i “grossi”. Ma il Parlamento
è nazionale, non servono i collegi, i seggi si dovrebbero ripartire in
proporzione ai voti totali ottenuti su tutto il territorio!
Si può dire quindi che il “porcellum” è peggiore
delle leggi Acerbo (Mussolini 1923), Andreotti (1953) e “Mattarellum” (1993).
Quella di Andreotti, introdotta per premiare la DC (maggioranza relativa)
sanciva che chi arrivava al 50% dei voti, otteneva una maggioranza del 64,4%.
La DC ebbe solo il 49,8%, il premio non scattò, e la legge-truffa (così
definita allora) fu abrogata nel 1954. Come si capisce, sono tutte leggi
elettorali radicalmente anti-costituzionali: infatti la nostra Costituzione sancisce un sistema proporzionale puro (una testa
= un voto), senza “trucchi e premi”. Perciò il sistema in vigore produce
questi effetti di “regime”:
- viola alla radice la volontà e la sovranità popolare, asse portante costituzionale;
- regala a chi ha la maggioranza relativa, per es. il 29%, la maggioranza assoluta dei seggi;
- trasferisce , illegalmente , ai partiti maggioritari voti e seggi di altri partiti, anche antagonisti.
Truffe perverse che si sommano a quelle derivanti da
altre violazioni : la differenza di visibilità mediatica e di potere economico,
la censura dei partiti minori ed innovativi,la censura su programmi e
candidati, la possibilità di far eleggere i fiduciari del leader, su
liste bloccate. Questa valanga di truffe a catena , induce molti cittadini
indignati ad astenersi. Un comportamento irrazionale, in quanto favorisce
ancora di più le coalizioni e le liste più potenti e gettonate (le peggiori,
che li spingono appunto ad indignarsi).
Della scandalosa gestione mediatica abbiamo già detto:
basta guardare la TV o leggere i giornali per capirne tutta l’impostura
pianificata. Diciamo ora qualcosa dei “sondaggi elettorali”: sono affidati a
Enti privati, invece che a soggetti pubblici, indipendenti e controllabili. Non
sappiamo nulla di come siano impostati e gestiti (dimensione e tipologia del
campione, impostazione, ecc.), per cui possiamo desumere che siano fatti più
per “orientare” gli elettori che per documentare una realtà concreta. Inoltre
risulta sempre molto alto il numero degli indecisi e degli astensionisti (che
possono poi cambiare idea all’atto del voto).
Ma c’è di più: per il Senato i seggi sono ripartiti su
base regionale, quindi i sondaggi dovrebbero essere fatti e resi noti, Regione
per Regione, in modo da poter prevedere i seggi presunti delle varie liste
elettorali. Non ho potuto trovare dati di questo tipo neppure su Web, se non
per 1-2 Regioni ”in bilico” per PD-PDL. Così se, ad es., “Rivoluzione civile”
sta sopra la soglia minima richiesta per la Camera (4%), dovrebbe conquistare
deputati, ma nulla posso sapere sui senatori. Se in tutte le Regioni stesse
sotto l’8% non avrebbe senatori; se invece, come in Campania e Sicilia,
superasse questa soglia, avrebbe alcuni senatori.
Un’ultima notazione: gli elettori potenziali sono
almeno 48 milioni, detratto un 20% di astensionisti, rimangono circa 38,5
milioni di elettori. Il 4% di questi equivale a 1,54 milioni di voti che
vengono rubati alla lista che non raggiunge il quorum per la Camera. L’8%
equivale a un furto di più di 3 milioni di voti. Si tratta di numeri
ingenti, soprattutto per le nuove liste che, per forza di cose, nascono piccole
e deboli. In un sistema proporzionale, una lista al 4% avrebbe 25 deputati.
Con l’8% avrebbe 25 senatori.
Dunque non solo un sistema elettorale
anticostituzionale ampiamente truffaldino, ma anche un sistema che premia il
“vecchio ed il peggio”, a tutto vantaggio del duetto neoliberistico di
alternanza: PDL e PD. Ci raccontato che questa mega-truffa è fatta per
assicurare stabilità al governo del Paese: una favoletta. La stabilità si
garantisce con accordi programmatici “popolari” tra partiti diversi. Il
maggioritario non garantisce stabilità , ma inciuci, cambi di lista, furbizie e
trasformismi.
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