martedì 12 febbraio 2013

BUCO MPS, E LO SPREAD DORME? SI SVEGLIERÀ DOPO IL VOTO




Noi cittadini “qualsiasi”, per nulla esperti di esoteriche questioni finanziarie, avevamo capito così: se l’Italia va male, se la Borsa scende, se ci ritroviamo inguaiati col debito pubblico, se le nostre banche sono “sull’orlo del baratro”, allora lo spread sale. Avevamo capito che lo spread era il campanellino, pronto a suonare per avvisarci che bisognava mettere mano al portafoglio e tamponare qualche buco. Sale lo spread? “Riforme strutturali”, tagli, tasse, governi nazi, ecc. Adesso, però, il Monte dei Paschi rivela un buco miliardario («Ma quali 14 miliardi?», tuonava Profumo a Grillo; infatti sono 17), bisogna accorrere a salvamento coi soliti prestiti oppure nazionalizzare – che è poi la stessa cosa ma senza dirlo, perché per la dottrina religiosa vigente è peccato mortale –, si trema per i 23 miliardi di debito pubblico che Mps comprò col famigerato prestito all’1% della Bce, eppure malgrado tutto ciò lo spread dormicchia a 250.
Saremo guariti? Forse lo spread non significa oramai più nulla, i nostri problemi son risolti, il debito ricomprato e quindi ora non dobbiamo più temere quel fatidico numeretto. Oppure… oppure il fatidico numeretto non ha mai misurato un bel nulla in realtà: era solo lo strumento della shock economy, attraverso il quale ci è stata fatta ingerire a forza l’austerità del governo “sobrio”. Così, qual è ora il destino dello spread? Tornare nel cassetto della Storia? Forse, ma è lecito temere che in quel cassetto sia destinato a restarci poco. Ci sono le elezioni tra meno di un mese. E dopo le elezioni si dovrà fare un governo. Non certo un governo che piaccia a noi, quando mai, mica vige la democrazia qui: un governo che piaccia all’Eu e ai soliti mandanti finanziari internazionali.

 
L’ha minacciato Monti proprio ieri, «Una nuova manovra? Dipende da come andrà il voto». Se non votate come vuole lui e i suoi compagni di merende, vi beccate una nuova manovra lacrime e sangue. In quel caso, lo spread sarà rispolverato e tornerà utile per terrorizzarci di nuovo. Mi aspetto uno spread a 500 subito dopo le elezioni, onde forzare un governo d’emergenza mappazzone a “salvarci dal baratro” per la seconda volta. Un baratro finto, ma noi siamo ben addestrati a credere alle frottole.
(Debora Billi, “Monte Paschi: e lo spread? Niente paura, si risveglia il 26 febbraio”, dal blog “Crisis” del 29 gennaio2013).

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