Ora ne parla anche il Sole24Ore. Una volta le tesi economiche del
professor Giacinto Auriti erano ritenute strampalate e definite
eufemisticamente utopistiche. L’attuale crisi economica globale sta invece
rilanciando il dibattito culturale che aveva visto in passato l’ordinario
dell’Università di Teramo sperimentare in alcuni comuni dell’Abruzzo una moneta
alternativa (il Simec). La polemica è di oggi, e conferma la lungimiranza
dello studioso di Guardiagrele che aveva provato ad attualizzare, nell’Italia
sempre più colonizzata dalla finanza cosmopolita, le idee di Ezra
Pound. Il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, ha attaccato il
leader del Pd e candidato premier della sinistra Pier Luigi Bersani: «Moneta
complementare a Bologna. Ma guarda: che ne dice caro Bersani? Lo chiamiamo
‘gargamello’?». Così l’ex ministro dell’Interno commenta un articolo apparso
sabato scorso sul Sole24Ore dal titolo «Unindustria Bologna rilancia la moneta
complementare».
«L’industria bolognese – è stato scritto sulle colonne del
quotidiano di Confindustria – rilancia l’idea di una moneta complementare, per
offrire un’alternativa concreta alla fame di liquidità delle imprese, alla
scarsità di credito offerto dalle banche e alle turbolenze dei mercati
finanziari. La proposta è all’ordine del giorno della delegazione di Imola e ha
già raccolto ampio sostegno tra gli imprenditori del circondario». E Marco
Gasparri, presidente della Delegazione imolese di Unindustria Bologna
intervistato dall’articolista ha aggiunto: «Il primo passo è iniziare a
discuterne, perché la moneta complementare non è solo una provocazione di
fronte allo sfacelo della finanza speculativa e degli spread come inizialmente
io stesso pensavo. In bacini territoriali con forte interrelazione tra imprese
e con un solido welfare sociale la moneta complementare ha una sua ragion
d’essere e i casi di Wir BanK in Svizzera o di BexB in Italia ne sono una
dimostrazione».
A cura di Michele De Feudis
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