Da tempi non sospetti, cioè da quando poco più di un
anno fa, si insidiò il governo presediuto da Mario Monti, io ero fortemente
scettico, se non addirittura profondamente contrario, a una scelta
istituzionale di questo tipo. La ragione principale di questa mia contrarietà
fu data dalla totale mancanza di democrazia con cui questo cambiamento di
governo avvenne . Una mancanza di democrazia, aggiungo, legittimamente
costituzionale, cosa che fa ancora più rabbia.
Sono tra coloro che un anno fa venivano giudicati irresponsabili, perchè se si fosse andato ad elezioni, probabilmente il Paese sarebbe sprofondato nella bancarotta, o in termini economici molto di moda ultimamente saremmo andati in default.
Quelo che chiedevo era semplicemente un esercizio di democrazia, caduto un governo si indicono elezioni dove i cittadini vengono chiamati a decidere da chi farsi governare in futuro e come, scegliendo schieramenti contrapposti e diverse visioni, ma probabilmente neanche i partiti erano così vogliosi di governare una nazione in condizioni critiche e adottare misure impopolari; con ciò non voglio assolutamente dire che le misure che sono state poi prese vadano nella direzione giusta per risolvere i nostri problemi, anzi.
Questo famoso spread, misterioso indice economico sconosciuto al 95% della popolazione europea fino a un anno e mezzo fa, si è proposto in maniera prepotente nell’agenda del nostro Paese e non solo.
Sono tra coloro che un anno fa venivano giudicati irresponsabili, perchè se si fosse andato ad elezioni, probabilmente il Paese sarebbe sprofondato nella bancarotta, o in termini economici molto di moda ultimamente saremmo andati in default.
Quelo che chiedevo era semplicemente un esercizio di democrazia, caduto un governo si indicono elezioni dove i cittadini vengono chiamati a decidere da chi farsi governare in futuro e come, scegliendo schieramenti contrapposti e diverse visioni, ma probabilmente neanche i partiti erano così vogliosi di governare una nazione in condizioni critiche e adottare misure impopolari; con ciò non voglio assolutamente dire che le misure che sono state poi prese vadano nella direzione giusta per risolvere i nostri problemi, anzi.
Questo famoso spread, misterioso indice economico sconosciuto al 95% della popolazione europea fino a un anno e mezzo fa, si è proposto in maniera prepotente nell’agenda del nostro Paese e non solo.
Mario Monti, il “curatore fallimentare” del nostro
Paese (fonte: notizie.guidone.it)
Esso, a mio parere e non solo mio, è stato usato come
arma contundente, per due principali motivi: il primo è quello di indirizzare
un determinato paese, sia esso Italia, Spagna oppure Grecia, verso determinate
condizioni economiche favorevoli ai gruppi finanziari.
Tant’è che le agenzie di rating, le sorelle Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s, non hanno perso occasione per abbassare la “qualità” del debito pubblico di paesi già preda della speculazione finanziaria e scatenare ancora di più il panico nei mercati finanziari mondiali e negli assetti istituzionali dei paesi colpiti.
Il secondo è un motivo meramente pratico, “piazzare” determinati personaggi al potere in modo che eseguano gli ordini senza troppo discutere. E quali sarebbero questi ordini?
Semplice. Depredare è la parola chiave. L’Europa si è sempre assicurata un welfare state invidiato in tutto il mondo, una rete di protezione per il proprio cittadino che lo aiutasse in tutte le fasi della vita, dalla nascita alla vecchiaia fino alla morte.
Per questi signori di scuola neoliberista tutto ciò è un abominio, uno Stato che spende per i propri cittadini è assolutamente in errore, perchè ciò limita la libera impresa e l’intervento statale limita quest’ultima.
Diretta conseguenza di questo pensiero è la privatizzazione di tutto ciò che è stato, fino ad ora, prerogativa dello Stato.
E per quanto riguarda l’Italia lo si è visto nell’annuncio recentissimo del premier Mario Monti, secondo il quale “allo stato attuale delle cose, non possiamo più garantire l’assistenza pubblica per la Sanità”.
Il putiferio scatenatosi dopo queste dichiarazioni lo hanno fatto retrocedere parlando di “apertura ai privati in materia di investimenti nella sanità, non di privatizzare la sanità”. Tra investimenti e acquisizione totale il passo è veramente breve.
Ci hanno detto che l’articolo 18, e le sue conseguenti tutele, strangolavano il mercato del lavoro in Italia e quindi gli investimenti stranieri venivano malvolentieri nel Bel Paese e ci hanno anche detto che lavoravamo troppo poco e che l’Europa ci chiede di andare in pensione più tardi.
Norma cancellata, lavoratori meno tutelati, come vuole la scuola neoliberista che vorrebbe la mobilità totale delle risorse “umane”, e cosa è cambiato dal punto di vista degli investimenti? Nulla.
Riforma delle pensioni, perchè il sistema è al “collasso” ci hanno detto. La Corte dei Conti nel giugno del 2011 aveva detto che, allo stato attuale, il sistema pensionistico italiano era tra quelli più stabili in Europa e sarebbe rimasto in equilibrio almeno fino al 2050.
Aumento età pensionabile, creazione del problema degli esodati, persone che hanno smesso di lavorare per andare in pensione ma che con la riforma si ritrovano senza pensione nè lavoro perchè la loro età non corrispondeva più a quella della pensione, ancora irrisolto e oggi ci troviamo con un sistema pensionistico strano, con l’età pensionabile più alta d’Europa e con un incremento delle pensioni private, fondi contributivi versati dai lavoratori su conti appunto privati gestiti da banche e gruppi assicurativi per assicurarsi una pensione degna di essere chiamata tale.
Secondo alcuni calcoli, non fatti da me ma da istituti statistici, i giovani che vanno da un’ età compresa tra i 18 ai 30 anni forse arriveranno alla pensione a 70 anni! Ma ci rendiamo conto di cosa vuol dire lavorare fino a quell’età?
E questo è solo l’inizio di un processo di privatizzazione che non si arresterà, a meno che noi come cittadini non facciamo qualcosa per impedirlo.
Proteste in Grecia: ecco la reazione “democratica”
dello Stato (fonte:webmasterpoint.org)
Molti miei coetanei di “centro-sinistra” e anche di
sinistra, esultarono per le dimissioni di Berlusconi e l’avvento del governo
Monti.
A quegli ottusi bastava che non ci fosse più il Cavaliere, non sapendo di avere al potere un banchiere, di certo non un uomo di sinistra.
“Meglio un banchiere di uno che porta le zoccole in Parlamento” fu la risposta e poi “senza il Professore saremmo falliti”.
Ma perchè non siamo forse falliti? Un Paese che cambia governo perchè preda della speculazione finanziaria comandata dallo spread che, magicamente come era salito, è sceso con il governo presieduto da Monti e che non chiede agli elettori quale linea seguire non è forse un fallimento democratico?
Ma l’importante era liberarsi, come dicevo, dello psiconano, è stata una scelta responsabile dicono. Vedremo in futuro chi avrà ragione. E non è per difendere Berlusconi, che ritengo indegno a governare, ma per una questione di principio dove governa chi è eletto.
La democrazia sta morendo, almeno nei paesi di area mediterranea come noi, la Grecia e la Spagna.
In Grecia Papadopoulos tentò di indire un referendum per chiedere, giustamente, alla popolazione se volesse sottostare a quelle decisioni imposte dalla Troika. Reazione sdegnata da parte soprattutto tedesca, accusando l’ex premier di irresponsabilità; referendum ovviamente cancellato e imposizioni disumane dal punto di vista economico e fiscale a uno stato già stremato.
Per poi ingerire pesantemente nella politica interna greca “consigliando” di votare quei partiti che avrebbero volentieri calato le braghe di fronte alle richieste del mondo finanziario.
Vinse il partito Nuova Democrazia, di centro-destra, lo stesso partito che truccò i conti e le cui conseguenze possiamo vedere oggi!
Per la finanza molto meglio questo partito che i “sovversivi” di Syriza, solo perchè questo movimento di sinistra sostiene più spesa statale, fumo negli occhi per questi liberisti.
A febbraio voteremo anche noi ed è inutile dire che le pressioni internazionali affinchè Monti venga riconfermato premier cominciano già a farsi sentire.
Al vertice del PPE (Partito Popolare Europeo) i complimenti al nostro premier dimissionario si sono sprecati e tutti hanno auspicato una sua permanenza, sia da un uomo di sinistra come il presidente francese Hollande sia dai “falchi” rigoristi come la Merkel.
Spetta però a noi corpo elettorale decidere chi dovrà governare questo Paese per, si spera, i prossimi 5 anni. A titolo personale, non sopporto più queste continue pressioni, talvolta ingerenze, da parte di un corpo burocratico non eletto democraticamente (vedi Commissione Europea e i poteri forti finanziari) che, viste le precedenti occupazioni dei suoi membri, vedi Draghi, sono quantomeno sospette di conflitto di interesse.
A quegli ottusi bastava che non ci fosse più il Cavaliere, non sapendo di avere al potere un banchiere, di certo non un uomo di sinistra.
“Meglio un banchiere di uno che porta le zoccole in Parlamento” fu la risposta e poi “senza il Professore saremmo falliti”.
Ma perchè non siamo forse falliti? Un Paese che cambia governo perchè preda della speculazione finanziaria comandata dallo spread che, magicamente come era salito, è sceso con il governo presieduto da Monti e che non chiede agli elettori quale linea seguire non è forse un fallimento democratico?
Ma l’importante era liberarsi, come dicevo, dello psiconano, è stata una scelta responsabile dicono. Vedremo in futuro chi avrà ragione. E non è per difendere Berlusconi, che ritengo indegno a governare, ma per una questione di principio dove governa chi è eletto.
La democrazia sta morendo, almeno nei paesi di area mediterranea come noi, la Grecia e la Spagna.
In Grecia Papadopoulos tentò di indire un referendum per chiedere, giustamente, alla popolazione se volesse sottostare a quelle decisioni imposte dalla Troika. Reazione sdegnata da parte soprattutto tedesca, accusando l’ex premier di irresponsabilità; referendum ovviamente cancellato e imposizioni disumane dal punto di vista economico e fiscale a uno stato già stremato.
Per poi ingerire pesantemente nella politica interna greca “consigliando” di votare quei partiti che avrebbero volentieri calato le braghe di fronte alle richieste del mondo finanziario.
Vinse il partito Nuova Democrazia, di centro-destra, lo stesso partito che truccò i conti e le cui conseguenze possiamo vedere oggi!
Per la finanza molto meglio questo partito che i “sovversivi” di Syriza, solo perchè questo movimento di sinistra sostiene più spesa statale, fumo negli occhi per questi liberisti.
A febbraio voteremo anche noi ed è inutile dire che le pressioni internazionali affinchè Monti venga riconfermato premier cominciano già a farsi sentire.
Al vertice del PPE (Partito Popolare Europeo) i complimenti al nostro premier dimissionario si sono sprecati e tutti hanno auspicato una sua permanenza, sia da un uomo di sinistra come il presidente francese Hollande sia dai “falchi” rigoristi come la Merkel.
Spetta però a noi corpo elettorale decidere chi dovrà governare questo Paese per, si spera, i prossimi 5 anni. A titolo personale, non sopporto più queste continue pressioni, talvolta ingerenze, da parte di un corpo burocratico non eletto democraticamente (vedi Commissione Europea e i poteri forti finanziari) che, viste le precedenti occupazioni dei suoi membri, vedi Draghi, sono quantomeno sospette di conflitto di interesse.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
fautore del governo tecnico di Mario Monti(fonte:lindipendenza.com)
Azzardo una previsione, sostenuta da due componenti
ovvero la mancata riforma della legge elettorale e le calcolate dimissioni di
Mario Monti. La mancata riforma porterà caos istituzionale in quanto nessun
partito riuscirà ad ottenere la maggioranza parlamentare, perlomeno al Senato,
alla Camera sembra quasi certa la vittoria del PD.
A quel punto, con Napolitano ancora in carica si intende, si dovrà ricreare una Grande Coalizione, la quale affiderà a Monti il compito di formare un governo, dato che lui non si candiderà. Avrà pazienza il Professore, perchè sa già che verrà richiamato.
Se davvero sarà così, possiamo definitivamente dire addio alle vecchie concezioni di destra e di sinistra ereditate dall’Ottocento e dare il “benvenuto” ad una nuova era dove queste divisioni non esistono più, dove tutto verrà centralizzato e dove la parola “emergenza” e “straordinarietà” diverranno termini quotidiani, il tutto per quel “senso di responsabilità” dove chiunque abbia un’opinione contraria sarà considerato un sovversivo, un antieuropeo e chi più ne ha più ne metta.
E l’unione monetaria, in futuro diverrà unione politica. E se a molti di voi questo appare un sogno, si trasformerà invece in un incubo, ma non tutti avranno la consapevolezza di rendersene conto.
A quel punto, con Napolitano ancora in carica si intende, si dovrà ricreare una Grande Coalizione, la quale affiderà a Monti il compito di formare un governo, dato che lui non si candiderà. Avrà pazienza il Professore, perchè sa già che verrà richiamato.
Se davvero sarà così, possiamo definitivamente dire addio alle vecchie concezioni di destra e di sinistra ereditate dall’Ottocento e dare il “benvenuto” ad una nuova era dove queste divisioni non esistono più, dove tutto verrà centralizzato e dove la parola “emergenza” e “straordinarietà” diverranno termini quotidiani, il tutto per quel “senso di responsabilità” dove chiunque abbia un’opinione contraria sarà considerato un sovversivo, un antieuropeo e chi più ne ha più ne metta.
E l’unione monetaria, in futuro diverrà unione politica. E se a molti di voi questo appare un sogno, si trasformerà invece in un incubo, ma non tutti avranno la consapevolezza di rendersene conto.
Daniele Ciucci AKA Danny Martello
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