Il tutto é iniziato il 2 giugno 1992, nei pressi di Civitavecchia, sul Britannia, il lussuosissimo panfilo della Regina Elisabetta. I più grandi banchieri anglo-americani lo affittarono a peso d’oro con lo scopo di avere un luogo sicuro in cui poter “chiacchierare” con gli italiani. Su quel panfilo l’Italia venne svenduta alle banche internazionali.
Lì venne decisa la scellerata privatizzazione dei
principali beni dello Stato italiano. La SIP, le autostrade, ENI, le Ferrovie
dello Stato, le Poste e addirittura la Banca
d’Italia. Fino a quel momento tutti noi contribuenti italiani, con le
nostre tasse, sovvenzionavamo tutte queste aziende. Dopo la riunione
galleggiante, tutto venne privatizzato e svenduto alle banche. Da allora sono
state licenziate migliaia di persone, i treni sono sempre più in ritardo,
spedire un pacco costa sempre di più, la bolletta della luce é lievitata, il
casello dell’autostrada é costantemente aumentato per ogni tratta, fino a
triplicare ovunque il prezzo, senza che la qualità delle strade sia
effettivamente migliorata. Ma quanti casellanti sono stati sostituiti
dal Telepass o da quelle macchinette mangia soldi? A me stavano simpatici, con
i loro musi lunghi e il loro cenno con il capo che sostituiva la parola “buona
giornata”.
Preferivo di gran lunga che i soldi
delle mie tasse andassero al casellante burbero, al secondo conducente del
treno che non faceva niente (da quando questa figura é stata rimossa gli
incidenti ferroviari sono aumentati a dismisura), al postino che era sempre al
bar, al ragazzetto che leggeva il contatore della luce. Ora i soldi delle nostre tasse
vanno nelle mani dei banchieri internazionali del Britanniache detengono
azioni e hanno diverse partecipazioni nella gran parte delle aziende ex statali
che sono state privatizzate ma che continuano a essere pesantemente
sovvenzionate dal governo, con i nostri soldi.
La SIP é diventata Telecom, le Poste sono
diventate Poste Italiane, le Ferrovie sono diventate Trenitalia e via
discorrendo. Le spese più imponenti sono a carico di noi contribuenti,
perché se ne fa carico lo Stato (vedi la copertura del pesante buco di
bilancio di Trenitalia ad esempio) ma gli utili se li spartiscono loro. Ai
banchieri evidentemente piace vincere facile.
Il nodo cruciale dell’intera vicenda
delle privatizzazioni sta nel fatto che non sono state approvate per risanare
il Bilancio dello Stato, per aumentare la competizione tra le varie aziende,
favorire il libero mercato e rendere più efficiente il servizio (cosa che
effettivamente sarebbe stata utile) ma soltanto per favorire le grandi banche
padrone del mondo.
La svendita della nostra italia é
avvenuta su un Panfilo, non in un Parlamento o in una qualsiasi altra sede
istituzionale. La voce del
popolo non é stata ascoltata. Il Parlamento non serve forse per far parlare il
popolo attraverso i membri eletti democraticamente e messi lì dal nostro voto?
Mario Draghi, Romano Prodi, Giuliano Amato & Company, che diritto avevano
di discutere del futuro dell’Italia su quel panfilo? Certe cose non andrebbero
discusse nelle sedi opportune per consentire il normale svolgersi della
democrazia?
Invece tutto é stato deciso in mezzo al
mare, lontano da occhi indiscreti. Quasi si trattasse di una segreta “riunione
massonica”. Se poi consideriamo che Draghi, Prodi, Amato e circa il 90% dei
partecipanti alla riunione fanno parte del Club Bilderberg…beh, lascio fare a
voi 2+2.
La riunione galleggiante passò in
sordina, i media non ne parlarono. Non per connivenza o sudditanza, ma perchè
chi organizzò la svendita del nostro paese sapeva benissimo che tutta
l’attenzione degli italiani era puntata sul coevo scandalo di Tangentopoli,
che stava facendo affondare l’intera classe dirigente italiana.
Chi invece stava letteralmente a galla e
con il vento in poppa, erano quei pochi politici ed imprenditori italiani che
si salvarono da Tangentopoli, lo scandalo che indignò gli italiani. I pochi
superstiti si trovavano già sul Britannia ad architettare una imponente
svendita. Sembra quasi che la classe politica italiana non riesca proprio a
fare a meno di farci incazzare. E il tutto senza perdere tempo! Lo scandalo
delle tangenti era ancora caldo eppur già si lavorava ad una nuova e scandalosa
decisione, che non solo ci avrebbe indignati, ma qualche anno dopo, ci avrebbe
addirittura dissanguati.
Con il passaggio dell’uragano
“Tangentopoli” noi illusi italiani, avevamo pensato che potesse iniziare un
periodo migliore per il nostro Paese. Ora sappiamo che già nello stesso
periodo delle inchieste di Di Pietro, ci stavano per preparare alla più grande
inculata della storia. E pensare che con Tangentopoli pensavamo di
aver toccato il fondo. Su quel panfilo l’Italia fu venduta per trenta denari. Addirittura
fu venduta la Banca D’Italia, il bene supremo della collettività e simbolo
della sovranità monetaria del popolo. Da allora si chiama Bankitalia ed é in
mano alle banche private italiane, commissariate dalla BCE e in balia dei
mercati finanziari, guarda caso gestiti, con le più abili speculazioni
finanziarie, da quei ricchi banchieri che affittarono il panfilo dalla vecchia
inglese e giunsero a Civitavecchia per comprare l’Italia.
La cosa più brutta é che i nostri
“politici” glielo permisero. Per far ciò era necessaria la
privatizzazione dei beni dello Stato, ovvero trasformare tutte le aziende
statali in S.p.A. Che tramite il mercato finanziario e la compravendita delle
azioni avrebbero potuto essere acquistate e controllate dai grandi speculatori
internazionali. Cosa che avvenne con la piena accondiscendenza di
Draghi, Prodi, Amato & Co.
Sotto il nome di “privatizzazione” era
celato l’inizio della fine. le
nostre braghe vennero calate; poi, nel seguente decennio, ci
hanno messo lentamente a 90. Oggi, sono passati 20 anni e la paura
cresce. Siamo inermi ed incolpevoli, ci stanno per ingroppare a causa di quei
quattro incapaci che, chissà come, si sono trovati su quel panfilo a dover
decidere per le nostre chiappe. Possiamo solo sperare che la crisi finisca
prima che le banche mondiali ci inculino selvaggiamente, lasciandoci tutti sul
lastrico. E brucierà. Brucierà davvero tanto ora che sappiamo che le
nostre natiche sono state così subdolamente svendute.
Sul Britannia, personaggi di destra e
sinistra, per la prima volta nella storia d’Italia a braccetto, si piegarono
all’unisono alle banche straniere. Svendettero
la nostra sovranità, calpestarono la democrazia. Avvenne un vero e proprio
smantellamento dello Stato imprenditore.
Secondo Antonella Randazzo, autrice del
libro “Dittature. la storia occulta”, i principali artefici del Sacco d’Italia
furono gli economisti Mario Draghi e Giulio Tremonti;
l’allora presidente Iri, Romano Prodi; quello dell’Eni, Franco
Barnabè; il dirigente dell’Eni Beniamino Andreatta e il dirigente
dell’Iri Riccardo Galli. Furono loro i principali sostenitori della svendita
dell’Italia alle banche straniere.
Mario Draghi.
Per far approvare la dismissione dei
beni italici, agli amici del Britannia, serviva qualcosa di forte. Qualcosa
tipo una lira più debole, un bilancio ancor più disastrato e il
declassamento dei nostri BOT. Tutte cose che vennero concordate su
quel panfilo, con la piena accondiscendenza dell’intera classe politica
italiana, di destra e di sinistra, viziosamente uniti nel male.
Ci si accordò per una supersvalutazione
della lira. Il compito fu
affidato al cattivone di turno:George Soros, super finanziere d’assalto
di origini ungheresi ma yankee d’adozione, a capo del Quantum Fund e
protagonista di una incredibile serie di crac provocati in svariate nazioni nel
mirino degli Usa, potendo contare su smisurate liquidità capaci di creare
default ad hoc e svalutazioni create ad arte. La svalutazione della
lira raggiunse il 30%, il super attacco speculativo alla nostra moneta
costrinse l’allora governatore di Bankitalia,Carlo Azeglio Ciampi, a
prosciugare le risorse della banca centrale, bruciando 50 miliardi di
dollari per arginare l’imminente tracollo della nostra economia
monetaria: in pratica ci costrinsero a mutilare il nostro bilancio.
George Soros
alias "Dottor Male".
Moody’s, l’agenzia di rating, completò
l’opera declassando i nostri Bot. Un
attacco speculativo ad opera d’arte.
Diverse procure italiane (fra cui Napoli
e Roma) avviarono delle inchieste contro l’attacco speculativo e il
super-aggiotaggio di Soros nei confronti dei nostri mercati. Soros
venne accusato di aggiotaggio e insider trading, avendo utilizzato informazioni
riservate che gli permettevano di speculare con sicurezza e di anticipare
movimenti su titoli, cambi e valori delle monete. Una immensa frode
legalizzata che avrebbe colpito tutti i cittadini-risparmiatori italiani ed
avrebbe portato alla odierna recessione. Inutile dirlo le inchieste furono un
buco nell’acqua. Nessun potente speculatore venne incriminato, nessun
politico italiano fu mai dichiarato colpevole.
Reginald Bartholomew
, neo ambasciatore inglese a Roma e
esponente di spicco della finanza anglo-americana dichiarò sbeffeggiante:
«continueremo a sottolineare ai nostri interlocutori italiani la necessità di
essere trasparenti nelle privatizzazioni, di proseguire in modo spedito e di
rimuovere qualsiasi barriera agli investimenti esteri». Volevano a
tutti i costi mettere le mani sui nostri beni, era così palese. Dovevamo
fermarli. Purtroppo però siamo un popolo tradito dalla nostra classe dirigente,
e non abbiamo i mezzi per farlo. Che desolazione.
nocensura
Grazie a Elena Picco per la segnalazione
Grazie a Elena Picco per la segnalazione
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