Lo scontro tra le due principali piramidi
vaticane, quasi sempre sotterraneo, giunge finalmente al suo culmine ed esplode
sulla scena pubblica, con dimissioni papali che in duemila anni di storia si
verificano solo quando la stessa esistenza della Chiesa è messa in pericolo.
Una cosa epocale.
La piramide che potremmo genericamente
definire opusdeista, dominante fin dall'elezione di Giovanni Paolo II°, sembra
essere uscita sconfitta su tutta la linea, grazie agli uomini della piramide
gesuita, che hanno chiuso il cerchio, occupando con la loro famosa
"invisibilità", i gangli del potere economico e politico
internazionale, in maniera così efficiente da riuscire a dare, con queste
dimissioni, il segnale della vittoria completa.
Si, perchè forzare le dimissioni papali equivale
a dichiarare al mondo intero chi è che comanda. E' come dire che tutti gli
accordi che avevano portato all'elezione di Ratzinger sono nulli. Che una delle
parti può permettersi di stracciarli, e pretendere un pontefice dei
"loro". Che ora è tutto da rifare, e tutto deve passare per i nuovi
canali, quelli che ora sono "giusti".
E se guardiamo attentamente, ci accorgiamo che
non è solo il Papa ad essere travolto dagli "scandali". Anche gli
altri centri di potere economico, finanziario e politico, quelli sicuramente
subordinati, stanno cambiando di mano. Per lo meno quelli che erano ancora
rimasti in mano ai perdenti. In quest'ottica la perdita di potere di quell'asse
vaticano che vede in Ruini il suo elemento di spicco sembra avere avuto delle
conseguenze notevoli: abbiamo visto come nell'ultimo anno e mezzo, in rapida
successione, siano crollati bastioni come Berlusconi e Formigoni (Compagnia
delle Opere ed il circuito di CL), colpiti gli ambienti d'alemiani con lo
scandalo MPS (vedremo il rientro "dall'Africa" di Veltroni?), abbiamo
visto la scomparsa di Rutelli e Buttiglione, la cacciata di Gotti Tedeschi
dallo IOR (immischiato anche in MPS), lo scandalo ENI-Saipem, e ora l'arresto
dell'amministratore delegato di Finmeccanica.
Si, perchè anche con Finmeccanica hanno usato lo
stesso metro di giudizio che per Saipem: quello che che è tacitamente ammesso
fare a tutte le ditte del mondo, all'improvviso, per certa gente, non vale più.
Per capire il meccanismo clicca qui.
Insomma, il quadro è ben più esteso di quello che
dice il telegiornale. Il ricambio sta avvenendo rapidamente, nei punti chiave,
o per lo meno nei punti chiave rimasti in mano agli ex-vincenti.
Un
indizio importante, può essere il fatto che si sia parlato subito della
candidatura al soglio pontificio del cardinale Angelo Scola (vicino all'Opus
Dei e a Comunione e Liberazione), il quale non sembra molto contento che se ne
parli così presto: in genere quando è così, significa che la candidatura è
bruciata sul nascere... Un genere "chi entra Papa nel conclave, ne esce
cardinale..."
Ma a noi, cosa cambia, esattamente?
Ben poco, anche se dovremmo preoccuparci sempre
quando c'è una vittoria così completa, poichè gli spazi di democrazia e di
libertà in genere sono maggiori durante gli scontri tra piramidi. Le
informazioni circolano di più, e magari a volte escono fuori cose a favore
della gente. Comunque si tratta sempre e comunque di una situazione temporanea.
E' nell'ordine delle cose che ci sia, nel tempo, un riequilibrio: è condicio
sine qua non del Divide et Impera.
Ed è proprio quello il gioco a cui noi dobbiamo
sottrarci: non ci dobbiamo far dividere. Non nel nostro intimo personale, non
nel nostro rapporto con gli altri. Dobbiamo andare avanti col nostro percorso
di crescita interiore individuale, costruire reti, aiutare chi ci è accanto, se
possiamo.
E' in fondo questo, quello che temono veramente,
e forse è per questo che è stato permesso ad una fazione di sbaragliare
l'altra: hanno urgente bisogno di un fronte compatto per affrontare il vero
problema della crescita delle coscienze.
http://www.coscienzeinrete.net/
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