Dietro le sbarre chi non paga le tasse, anche se non le paga semplicemente perché non ha più un soldo in tasca. E niente carcere civile: la Grecia si sta preparando ad aprire un “campo di concentramento” per micro-evasori, una sorta di Guantanamo dove rinchiudere chi deve al fisco anche solo qualche migliaio di euro. Allo scopo, il governo pensa a riconvertire vecchie caserme abbandonate, trasformandole in “pseudo-prigioni”. Anche a causa delle assurde politiche applicate dai vari governi negli ultimi anni sotto dettatura della Troika, la Grecia pullula di cittadini debitori e insolventi, spesso nei confronti dello Stato, visto che la pressione fiscale continua a salire a fronte di una ricchezza sociale sempre minore, mentre si diffondono la disoccupazione e addirittura la fame. L’importante, per il governo di Atene, è spremere ad ogni costo i cittadini, aziende e famiglie, imponendo loro di pagare il debito pubblico dello Stato, in base alla dottrina neoliberista di Bruxelles che, con l’adozione dell’euro e del Fiscal Compact, è diventata legge.
«Il governo Samaras – scrive Marco Santopadre su “Contropiano” – non sembra molto interessato a cambiare rotta rispetto alle sue fallimentari – e criminali – scelte fin qui attuate. L’interesse degli esponenti dell’esecutivo telecomandato da Bruxelles e Francoforte mira più che altro a rimpinguare le casse dello Stato. Come? Estorcendo ai cittadini le tasse e i debiti non pagati, anche a costo di rinchiuderli in una specie di campo di concentramento. Dove – si sa come va il mondo – ovviamente finiranno tanti poveri cristi che allo Stato devono poche migliaia di euro, mentre naturalmente i grandi debitori – grossi imprenditori, armatori, esponenti politici – che in questi anni hanno spostato all’estero le proprie ricchezze, facendosi spesso passare come nullatenenti, la scamperanno, visti gli agganci con l’establishment, la possibilità di pagarsi avvocati di grido e di evitare la punizione elargendo qualche mazzetta quando occorre (l’Italia non è l’unico paese corrotto del continente…)».
La malsana proposta, aggiunge “Contropiano”, è stata spiegata in Parlamento, pochi giorni fa, dal viceministro della giustizia greco, Kostas Karagkounis: chi non paga i suoi debiti entro quattro mesi dalla scadenza dovrà essere punito, e rinchiuso anche per un anno. Ma non nelle già sovraffollatissime carceri elleniche: «La brillante idea del governo è quella di attrezzare e riconvertire allo scopo delle caserme dell’esercito attualmente inutilizzate», con il pretesto di «detenere gli evasori in condizioni più umane», come ha spiegato il viceministro, che ha già fatto sapere che si inizierà con un ex campo di addestramento militare nell’Attica, la regione dove sorge la capitale Atene. «Diventerebbe così una sorta di “campo di concentramento” dove finirebbero coloro che una legge recentemente approvata permette di arrestare se devono al fisco dai cinquemila euro in su». La legge permette al cittadino insolvente di rateizzare il debito, ma prevede che una volta saltato il pagamento di una rata sia comunque passibile di detenzione.
La “proposta” sta generando non poche polemiche e proteste nel paese, anche se in molti – spiega Santopadre – sono convinti del fatto che quella del governo è una provocazione, o al massimo una minaccia che in pochissimi casi verrà messa in pratica. Vero obiettivo: spaventare gli insolventi e convincerli a pagare i loro debiti, riempiendo le casse dello Stato con qualche milioncino di euro «da destinare naturalmente non alla sanità o all’istruzione o all’assistenza sociale, ma al pagamento del debito», che in regime di sovranità monetaria non può neppure sfiorare il cittadino, dato che il debito è “coperto” dalla banca centrale. «Se si tratta di uno “scherzo” o di una “provocazione” lo vedremo presto», conclude l’analista di “Contropiano”. Fatto sta che nelle ultime ore il viceministro Kostas Karagkounis è intervenuto di nuovo sulla questione, cercando di minimizzate: niente lager di massa per chi
non paga i suoi debiti con lo Stato, ma piuttosto dei campi di rieducazione fiscale destinati ai recidivi.
Secondo Karagkounis, nelle nuove caserme-prigioni per greci disperati finiranno in pochi: la maggior parte dei “fortunati” che eviteranno il lager fiscale dovranno “semplicemente” portare un braccialetto elettronico, attraverso il quale le autorità potranno controllare i loro movimenti. La ex culla della civiltà occidentale, che inventò la filosofia e la democrazia, grazie alla catastrofe dell’Eurozona precipita definitivamente nel medioevo, l’epoca in cui i sospettati di eresia erano costretti a portare croci ben in vista, cucite sugli abiti. Inclina invece verso il modello schiavistico dei Gulag staliniani la misura più “morbida” che si appresterebbe ad applicare il governo di Atene: i greci impossibilitati a saldare il conto con il fisco dovranno lavorare gratuitamente in speciali “carceri agricole”, dove ogni giorno di lavoro equivarrebbe a due giorni di detenzione. Un “premio” agli schiavi più rassegnati. E un monito agli altri Piigs europei, se è vero che la Grecia è un grande test per misurare su scala ridotta le misure più disumane che domani potrebbero essere estese alla Spagna, al Portogallo e magari anche all’Italia.
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