di Italo Romano
Capita spesso di ricevere inviti per partecipare a campagne
di raccolta fondi in favore di enti più o meno legittimi che millantano di fare
ricerca nella speranza di trovare cure a malattie spesso mortali, su tutte il
cancro.
Si sprecano le sigle, i banchetti nelle piazze italiane sono
oramai divenuti postazioni fisse, la solidarietà e la sensibilità delle
comunità sono perennemente stimolate nel contribuire economicamente alla
“progresso scientifico”.
Tra gli innumerevoli protagonisti spicca senz’altro la Fondazione
Umberto Veronesi. Per i pochi che non lo conoscessero, Veronesi
è un chirurgo di fama internazionale, direttore dell’Istituto Europeo
di Oncologia, Presidente del comitato scientifica dellaFondazione
Italia USA, ma anche ex Ministro della Sanità ed
ex Presidente dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare.
Umberto Veronesi, vegetariano, è noto per essersi
apertamente schierato contro la vivisezione, a favore dell’aborto e
dell’eutanasia. E’ anche tristemente famoso per alcune dichiarazioni in favore
dell’energia nucleare e degli inceneritori prive di qualsiasi valenza scientifica.
Un luminare dell’oncologia a braccetto della lobby del
nucleare? In Italia succede anche questo.
A questo punto è lecito domandarsi: chi finanzia la
Fondazione Veronesi?
E’ presto detto. Basta andare sul sito ufficiale dove vi è
una intera sezione dedicata agli sponsor partner di Veronesi&Co..
E’ una lunga lista di multinazionali, banche, assicurazioni,
general contractor e case cinematografiche:
Eni, Pzifer, Novartis, Acea, Astaldi, Pirelli, UniCredit,
UbiBanca, Panasonic, Moncler, Intesa SanPaolo, Ferrarelle, Citroen, BMW, Alitalia, Yamamay, Universal, Todd’s, TNT, Sisal, RCS Quotidiani, Prada, Philips, Mondadori, Kleenex, Lavazza, Conad, HP, Ford, Gruppo Fondiaria SAI, Fastweb. Ferrovie dello Stato, Credit Suisse, Alleanze Assicuarazioni, Acer etc.
UbiBanca, Panasonic, Moncler, Intesa SanPaolo, Ferrarelle, Citroen, BMW, Alitalia, Yamamay, Universal, Todd’s, TNT, Sisal, RCS Quotidiani, Prada, Philips, Mondadori, Kleenex, Lavazza, Conad, HP, Ford, Gruppo Fondiaria SAI, Fastweb. Ferrovie dello Stato, Credit Suisse, Alleanze Assicuarazioni, Acer etc.
Sono solo alcuni dei sostenitori della Fondazione Veronesi.
C’è un’evidente conflitto d’interessi. Difatti questi
magnanimi finanziatori sono tra i maggiori responsabili del disastro
ambientale, dell’insorgere di nuove patologie mortali, dell’endemica
diffussione del cancro e del fallimento socio-economico di interi continenti.
Lucrano tre volte sulla salute della collettività. Prima ci
fanno ammalare, poi ci chiedono i soldi per cercare la cura e poi ce la
vendono.
Alla luce di ciò viene facile spiegarsi alcune dichiarazione
rilasciate da Veronesi in materie a lui completamente estranee se non per
motivi meramente economici.
Nonostante il palese controsenso, lo stuolo della falsa
solidarietà conta milioni di volontari, accecati dalla buona fede e armati di
moralismo, ipocrisia e sensi di colpa, da vomitare contro chiunque cerchi di
far luce su dinamiche quantomeno poco chiare e tenta di mettere in dubbio l’utilità
del flusso danaroso in moto verso la ricerca privata S.p.a..
Il grande pedagogo Paulo Freire ci spiega, in un memorabile
passo del suo ‘Pedagogia degli oppressi, cosa sia la falsa solidarietà.
E’ un’arma al servizio degli oppressori e degli oppressi che
imitandoli vorrebbero prenderne il posto.
La cultura degli piagnisteo tende ad ignorare la fonte dei
problemi, cercando conforto nel perbenismo radical chic, divenendo essa stessa
una colonna portante del sistema tanto criticato.
E’ la società dello spettacolo a dettare legge. Confortata
da un formalismo e da un incompetenza dilagante, da una disabitudine al pensare
e da un conformismo avvilente.
Per esempio, si tace sulla realizzazione delle
discariche e poi si raccolgono fondi per guarire le persone che si sono
ammalate anche a causa delle discariche.
C’è chi la chiama polemica fuori luogo. Ma sono coloro per i
quali la polemica non ha mai luogo e ne deve averlo. Sono quelli del quieto
vivere, sono coloro che galleggiano, sono quelli che ben pensano e nulla hanno
da imparare, arroccati nella fortezza Bastiani, divenuti fantasmi nell’eterna e
tremante attesa dell’arrivo del nemico dal deserto dei Tartari.
L’unica cosa certa è che la maschera della solidarietà rende inattaccabile qualunque diavolo, immaginiamoci dei figuranti.
L’unica cosa certa è che la maschera della solidarietà rende inattaccabile qualunque diavolo, immaginiamoci dei figuranti.
Che sia chiaro però: tutto ciò è solo moralismo, apparenza,
spettacolo…
Vogliamo debellare gli effetti delle malattie senza estirpare
le cause delle stesse. Vogliamo sentirci tutti un pò meglio, calmierando i
sensi di colpa e dando sfoggio della nostra impareggiabile sensibilità, nella
speranza che il male oscuro tiri dritto dinanzi la nostra porta.
Nessun commento:
Posta un commento