giovedì 23 maggio 2013

COME HO PERSO LA MIA FAMIGLIA PER COLPA DI UNA SETTA

di Ignazio Tarantino

"La vittima è stata in primis la madre: loro trovano l'interlocutore migliore in chi ha poca stima di sé. Io ho subito l'esclusione dal mondo: ci sono regole per tutto, non si può pensare con la propria testa. Ne sono uscito con la razionalità, ma per molto tempo è stato un funerale quotidiano"

 


Riporto anche qui l'intervista che ho rilasciato a L'Huffington Post, a cura di Delia Vaccarello. Ignazio Tarantino ha 39 anni, è pugliese, nato a Monopoli, e ha perso tutta la sua famiglia a venti anni.

Poi, come scrive nel suo romanzo di esordio in uscita per Longanesi, "Sto bene, è solo la fine del mondo", il tempo gliel'ha restituita. Non la perde per un incidente o una malattia contagiosa, ma semplicemente perché un giorno un uomo e una donna bussano alla porta di casa, sua madre apre e niente sarà più come prima. L'uomo legge con voce pacata e suadente brani di un libro "con la copertina nera", promette grandi conforti alla donna che è frustrata e avvilita da mille problemi e da un marito violento. In poco tempo i due tengono tutti in pugno. E' la tragedia delle sette religiose. Inghiottono le famiglie in un vortice che non permette ritorni. O quasi.


Tarantino, che cosa spinge il protagonista del racconto, sua controfigura, a cedere alla setta?

Il protagonista cresce nell'incertezza, sempre diviso tra ci credo o non ci credo, Decide di entrare nel gruppo dopo la morte del fratello, che si sarebbe salvato se si fosse fatta una trasfusione di sangue. Ma la madre e i "grandi" decidono di no. Questa decisione sconvolge il protagonista, è un momento di forte manifestazione di fede e gli sembra che sia impossibile fare altrimenti. Tutti ci credono e lui è con loro. Io non uso la parola setta, preferisco dire movimento religioso, perché il sistema di avvicinamento è subdolo e chi lo agisce è in buona fede.
Lei è molto legato a sua madre. Come il protagonista che, ultimo di sei fratelli, non viene abortito solo perché la mamma sceglie di tenerlo e per questo viene picchiata?

Quando mia madre era incinta di me c'è stata una ipotesi di interruzione di gravidanza perché in famiglia non c'erano soldi, poi la mamma ha preso una posizione precisa. Di mio padre ho odiato l'indifferenza e la violenza.
E' la donna ad essere attratta, a passare dalla violenza in casa a quella della setta?

La vittima è la madre e trascina tutto il nucleo. Loro trovano l'interlocutore migliore in chi ha poca stima di sé, la donna sottoposta a umiliazioni quotidiane e bisognosa di un conforto. Inizialmente le viene promesso un futuro migliore, dopo vengono fuori una serie di regole. Ma "dopo" sei talmente dentro che hai dimenticato il motivo iniziale per cui sei entrato.
Lei cosa ha subito?

L'esclusione dal mondo. Non si possono avere relazioni, non ci si può confrontare. Non si ha la possibilità di pensare con la propria testa, di decidere autonomamente, di leggere certi libri, di ascoltare un tipo di musica. Ci sono molti divieti relativi al modo di trattare il corpo, sessualità compresa. Vietati rapporti omosessuali e fuori dal matrimonio. Chi fa sesso prima dal matrimonio viene espulso.
Come ha fatto a venirne fuori?

Con la razionalità. Come il mio protagonista, ho iniziato a usare lo spirito critico. Allora vieni sottoposto a una specie di tribunale dell'Inquisizione. Se non ritratti sei cacciato. Diventi l'"apostata", "colui che si ribella a Dio e alla Società" e cede alle trappole del diavolo. E' la figura più pericolosa, da odiare. Essere espulsi significa essere buttati fuori da una microsocietà che è diventata tutto. Avevo 20 anni, ero abituato a una famiglia numerosa, anche agli scherzi tra fratelli. Una volta fuori, e per molto tempo, è stata dura. Un funerale quotidiano.
Lei scrive che il tempo le ha restituito la famiglia. Quando è avvenuto?

Quando mi sono laureato. Anche se con mia madre certi argomenti sono rimasti tabù. Di recente sono tornato a Monopoli per il voto, ma con lei di elezioni non si può parlare. 


http://www.cadoinpiedi.it/2013/05/21/come_ho_perso_la_mia_famiglia_per_colpa_di_una_setta.html

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