giovedì 23 maggio 2013

DOKTOR MARK E HERR EURO



Come sapete, il nostro bimbo prodigio bello di zio tutti i giorni minaccia di andare in Europa (ma si legge Germania) a rinegoziare, dice lui, il Fiscal Compact e gli altri trattati capestro shockeconomici che ci stanno strangolando.
Trattati che il suo partito, assieme al braccio politico di Mediaset, ha approvato a suo tempo senza emettere neppure un belato, compreso Nichi, che ora fa lo sdegnoso, quando ha sottoscritto l'accordo elettorale con il PD.  Il silenzio degli indecenti.



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Andare a rinegoziare. Bene, ma quando, visto che l'Italia con la garrota al collo è già cianotica? Per ora è un temporeggiare pallido e assorto, sperando che nel frattempo arrivi qualcuno a risolverci il problema. Magari Gigantepensacitu, il Diodelcielo o una provvidenziale invasione aliena.
Ho il sospetto che il regime piddino sia convinto, con un ragionamento viziato dal maschilismo, che la politica tedesca di austerità sia tutta colpa della Merkel. Della paturnia postmenopausica di questa carampana senza più voglie che cambia colore della livrea come il camaleonte ma sotto la giacchetta è un ottusangola in duralluminio. Trombata la strega alle prossime elezioni di settembre, ragiona il piddino modello base, cambieranno le cose e i crucchi non saranno più crucchi ma diventeranno malleabili come il pongo.

Vale la pena allora di fare subito un bel gavettone di acqua gelata in faccia al piddino e raccontare con quale tipo di tedeschi abbiamo a che fare, femmine e maschi, compresi quelli che dovrebbero rappresentare, figuriamoci, la svolta, l'inversione a U post Merkel. Le fate turchine disposte a perdonare il discolo Pinocchio.
Grazie come sempre a Voci dalla Germania che lo ha tradotto per noi, vi propongo alcune perle assolute dal pensiero di due economisti: Bernd Lucke, leader di Alternative für Deutschland, il partito "antieuro" che conosciamo già, e Dennis Snower, presidente dell'Institut für Weltwirtschaft di Kiel, intervistati dal Frankfürter Allgemeine Zeitung (qui in originale).

Le domande poste dal giornale (d'ora in avanti FAZ) ai due esperti vertono sulla questione euro e sulla conseguente crisi dei paesi della periferia dell'eurozona. Un argomento che in Italia non esiste a livello ufficiale, mediatico, ma solo in quello esoterico delle riunioni dei Beati Paoli dell'economia mainstream e in Internet a cura della controinformazione carbonara, perché la crisi, lo sapete, è causata dall'invidia americana per l'euro che usa l'incanto patronus della speculazzzioneinternazzzionale per farci la magia nera cattiva.
Invece nel resto d'Europa si ha ben presente quale sia la causa della recessione europea. Una crisi strutturale creata dal vincolismo, che lo shock esterno finanziario ha solo innescato. Non c'è economista sano di mente nel continente che non si renda conto del problema e che non pensi al modo di uscire dall'impasse.
Lo fanno anche i nostri due eroi del giorno, Bernd e Dennis, che qui dialogano a lungo ed approfonditamente sullo stato dell'eurozona. A modo loro però, come vedremo, a colpi di dissonanza cognitiva e pregiudizio ideologico, con lo spirito dei tolemaici che si rifiutano di guardare nel cannocchiale di Galileo e la mentalità, mi dispiace dirlo, da crucchi totali.

FAZ domanda se, alla luce dell'attualità, sarebbero ancora favorevoli all'introduzione dell'euro. Visto che comunque così non si può andare avanti a lungo, quali sarebbero le ricette migliori per evitare il crollo dell'eurozona e il salvataggio dei paesi più negativamente coinvolti. Se è previsto un ritorno al marco ed alle altre monete nazionali.
Snower (l'eurista duro e puro): "Assolutamente favorevole all'euro ma con regole più solide. Gli stati europei hanno avuto vantaggi sia politici che economici. Anche se noi fino ad oggi avessimo vissuto bene senza l'Euro, ora sarebbe il momento giusto per introdurlo. Se i paesi iniziassero ad uscire dall'Euro, in Europa avremmo più protezionismo e un nazionalismo dannoso. L'intero progetto europeo sarebbe messo in discussione. Rischiamo un circolo vizioso che ci porta al caos.
L'introduzione di una moneta nazionale (per i paesi del sud, come propone Alternative für Deutschland, il partito di Lucke, n.d.r.) , se tutto andasse bene, avrebbe solo un breve effetto. I prezzi si adeguerebbero velocemente. La competitività di un paese non dipende dalla sua valuta, piuttosto dai suoi vantaggi comparati: che cosa sanno fare meglio degli altri? Questo dipende dalla sua struttura produttiva e dalla sua forza innovativa. Se le cose non dovessero funzionare, un paese povero del sud-Europa, con una valuta debole, non potrebbe permettersi investimenti per creare una nuova struttura produttiva. Il governo cercherebbe la sua salvezza nell'inflazione, alle porte d'Europa ci sarebbe un caos valutario. Come tutto questo potrebbe portare paesi come la Grecia ad una maggiore competitività, non lo capisco proprio. "

Lucke (l'euroscettico, il buono, secondo i piddini): "Oggi non sarei affatto per l'introduzione dell'Euro, sebbene nel 1999 lo fossi. Pensavo che l'Euro avrebbe potuto esercitare una benefica pressione sugli stati e renderli più competitivi. Competitività che fino ad allora era stata difesa solo con le svalutazioni. Ma l'inerzia è stata troppo forte. Anche esercitando una grande pressione, non si sono viste le riforme strutturali sufficienti. Per questo motivo l'Euro non è adatto ad una zona valutaria cosi' eterogenea.No, non è la Germania a dover abbandonare l'Euro, ma i paesi del sud. Sarebbe molto più efficace di un'uscita della Germania dall'Euro. I paesi del sud avranno la possibilità di svalutare, e in questo modo tornare competitivi. L'Europa soffre di una crisi di competitività. Nei paesi del sud i salari in rapporto alla produttività sono troppo alti. Le aziende non sono competitive, è difficile esportare i loro prodotti. (fonte)
Vedete, se cliccate sui link che ho messo ai loro nomi all'inizio scoprirete che questi due hanno un curriculum enorme. Delle pubblicazioni impressionanti. Sono dei 24x17 dell'economia. Eppure, accecati dall'ideologia e dal fondamentalismo neoclassico, sembrano Scemo & Più Scemo. Se ne volete la controprova, eccola.
Quando i due si avventurano nell'esempio di un paese che in questi anni invece ha fatto il bravo (e succede anche ad economisti nostrani con l'orecchino che hanno sempre la Svezia in canna), i risultati sono ancor più esilaranti:
Lucke: Nel 2001 la Turchia si trovava in una pessima situazione, simile a quella della Grecia di oggi: altamente indebitata e prossima alla bancarotta. Allora dicevamo in maniera arrogante: la Turchia non è pronta per l'EU. Ma cosa è successo? La Turchia ha risolto il suo problema debitorio, è entrata in nuovi settori economici e al momento sta vivendo un boom con la sua moneta flessibile. Perché la Grecia non dovrebbe andare nella stessa direzione? Snower: Che la crescita della Turchia sia da ricondurre ad una valuta flessibile, per me è una novità! Il paese ha semplicemente fatto delle buone politiche economiche, ha rafforzato lo stato di diritto e migliorato l'educazione.
A questo punto, un bimbetto dell'asilo stenderebbe ben in alto il braccino e griderebbe: "Maestraaa, ma la Turchia non ha l'euro, non è soggetta al vincolo di cambio, ha sovranità monetaria, applica la Lex Monetae, stampa moneta!"
Appunto.
Invece qui abbiamo due economisti che inanellano una serie tale di svarioni ed ottusità che, se fossero medici, sarebbero già stati radiati dall'albo per eccesso di rischio di mortalità di pazienti.
Ai bei tempi dell'economia sana di mente e non psicopatica, al primo esame di macroeconomia sarebbero stati consigliati di dedicarsi piuttosto al lavoro all'uncinetto.

Santoiddio, è dal 1961 che il liberista Mundell ha teorizzato sui requisiti dell'Area Valutaria Ottimale, raccattandoci su anche un premio Nobel e Lucke, questo phenomenon che dovrebbe rinnovare la Germania rivoltandola come un calzino, si meraviglia che l'euro non abbia funzionato in una area "così eterogenea"? Per non parlare dell'altro, che considera una novità (1961, lo ricordo) che un paese prosperi grazie alla flessibilità del cambio. Il Giappone di Shinzo Abe gli deve sembrare una specie di fenomeno allucinatorio.
Guardate, il punto centrale è quello. Un'idiota come me l'ha capito alla prima lettura, cos'era un'Area Valutaria Ottimale e perché l'Europa attuale non lo è e non può quindi funzionare con il vincolo della fissità del cambio. Quindi, o questi sono peggio che idioti oppure sono affetti da neglect ideologico. Siccome non possono accettare che la loro teoria sia sbagliata, dev'essere l'ambiente circostante ad esserlo.

Ecco quindi che insistono e perseverano diabolicamente nell'errore, invocano ancora più rigidità di regole, confabulano di vantaggi arrivati ai paesi europei dall'euro senza specificare quali (indovinate, la Germania!) e vaneggiano di possibilità di salvare il mostriciattolo morente.
Lasciate ogni speranza o voi pisani che pensate di poter ragionare con questi.
Perché c'è ancora dell'altro, non è solo ottusità fondamentalista da liberisti, come se ne trova tanta anche tra i Chicago Boys nostrani. Se leggerete l'intervista per intero finiranno di cadervi le braccia.

Questi due sono dei fottuti mercantilisti con il mito dell'export come virtù assoluta e dell'import come vizio innominabile. Ma soprattutto sono anche dei moralisti luterani, per i quali il debito è Schuld, maxima culpa, ma il credito no, è buono, e la vita è solo sacrificio, se no il paradiso non te lo meriti. L'etica protestante del paternalismo. 
Ovviamente, il tedesco incarna, per loro, l'essere virtuoso e il losco greco terrone (o italiano) l'Untermensch da lasciar crepare dopo averlo spolpato fino alle ossa. 
La cosa strana infatti è che ci disprezzano però desiderano la nostra roba. Si vantano di vivere in affitto e di non avere il mito della casa di proprietà, però cominciano già ad allungare le mani sul nostro mercato immobiliare in crisi nera.

Tutto quel moralismo, quella pretesa di essere campioni di virtù e quel Super-Io ipetrofico sembrano nascondere solo l'istinto primitivo del cannibalismo rituale. Quello che mira ad assimilare la forza del nemico incorporandolo ed incamerandone le ricchezze. E la nostra forza di paesi sudici è fatta di libertà, creatività e attitudine alla ribellione. Quelle qualità che permettono ai paesi come il nostro, come dice Snower ad un certo punto, "di fare alcune cose meglio degli altri." 
Solo che queste cose si possono fare solo con le mani libere da vincoli monetari e la mente libera da 3% di rapporto debito-PIL da rispettare ad ogni costo. Con questo grado di libertà, volendo, potrebbero farcela pure i tedeschi, ad essere felici.

Vai Enrichino, vai a trattare, a negoziare con i crucchi. E che buon pro ti faccia.

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