sabato 18 maggio 2013

“L’EUROPA È VICINA ALLA ZOMBIFICAZIONE”

Le banche dei paesi periferici discriminano le piccole e medie imprese. Ma un articolo dell’Economist pone la domanda provocatoria: e se facessero bene?


“Europe faces a risk of “zombification”. E’ il titolo dell’articolo firmato dalla penna di Gilles Moec, responsabile della divisione di ricerca sull’economia europea presso Deutsche Bank, e pubblicato sull’Economist.
"L'Europa è vicina alla zombificazione"
 
Moec parla dell’annosa questione che riguarda la Banca centrale europea e il suo presidente Mario Draghi: quella delle banche, soprattutto dei paesi periferici, che non erogano prestiti. Eppure tali banche sono le stesse che, attraverso l’operazione LTRO, hanno ricevuto ingenti fondi dall’Eurotower: nonostante questo, sembra che i soldi si siano fermati all’interno dei loro ambiti angusti. Lo scopo era invece quello di convogliare i finanziamenti, sotto forma di prestiti, alle famiglie, alle imprese. 
Niente: i rubinetti rimangono ben chiusi, a parte qualche rara eccezione: e quando vengono aperti, “i tassi sono eccessivamente alti”. 

 “Ci sono ora prove statistiche sul fatto che le banche dei paesi periferici stanno discriminando le piccole e medie imprese, imponendo tassi di interesse più elevati o, semplicemente, rifiutando le richieste di prestiti, in una proporzione maggiore se si fa il paragone con le imprese più grandi. Questo è un chiaro segnale di una trasmissione deteriorata di politica monetaria”, spiega l’esperto, che aggiunge poi come il rifiuto di erogare prestiti sia un indicatore che segnala come responsabile del credit crunch non sia la domanda, ma l’offerta. Come dire, i problemi non vengono dal basso, ma dall’alto, esattamente dagli alti piani delle lobby.
Il risultato è una “frammentazione” nell’Eurozona. Tale fattore “amplifica infatti la polarizzazione tra i paesi core - dove la politica monetaria straordinariamente accomodante riesce a filtrare, forse anche troppo, viste le condizioni economiche ancora decenti – e una periferia, in cui le condizioni effettive, sia monetarie che finanziarie, rimangono più difficili di quelle che il livello della politica dei tassi o la velocità della contrazione della domanda possano avallare”.
A essere citati sono i casi di Italia e Spagna, nel momento in cui Moec afferma che “la banca centrale dovrebbe fare di più per incentivare le banche a estendere maggiori crediti a quei settori dell’economia che impiegano un lavoratore su due”.
Il punto, però, è che la principale ragione per cui gli istituti di credito non stanno facendo a pieno il loro lavoro, aiutando il settore privato, è perchè “sono riluttanti ad assumersi un rischio addizionale sul credito, che andrebbe a finire sul loro bilancio, deteriorando il rapporto rischio/capitale”.
Moec afferma: “La chiave risiede dunque nel rimuovere il rischio sul credito dalle banche, per esempio attraverso il riavvio del mercato della cartolarizzazione. Forti sono le pressioni sulla Bce affinché fornisca una spinta esogena acquistando subito gli asset che sono stati cartolarizzati”.
Tuttavia, ci sono a tal proposito due questioni spinose che devono essere considerate. La prima, è che le piccole e medie imprese non sono giudicate con rating da agenzie indipendenti; di conseguenza la Bce non avrebbe modo di valutare esattamente il loro rischio. Seconda cosa, il lavoro di Mario Draghi e colleghi non è quello di permettere agli zombie di sopravvivere a tutti i costi.
Il punto è che noi stessi, rivela Moec, “crediamo che ci siano ragioni economicamente solide secondo cui le banche – a prescindere dalle preoccupazioni concernenti il loro livello di capitale – non dovrebbero prestare a molte piccole medie imprese dei paesi periferici”. Basti pensare che “in media la produttività delle piccole e medie imprese italiane è al 70% delle aziende rispettive tedesche, e pari solo al 58% nel caso delle imprese più piccole”.
In definitiva, l’assenza di credito verso alcuni segmenti dei paesi periferici potrebbe essere un aspetto “naturale” degli aggiustamenti macroeconomici che si stanno verificando”. Svelato dunque alla fine il vero messaggio di Moec: il credit crunch c’è, le banche non prestano, ma è vero anche – a suo avviso – che non sono obbligate a prestare a tutti i costi. Perché, in quel caso, l’Europa si riempirebbe di zombie.
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