Proponiamo un interessante articolo di Valerio Valentini,
tratto dal blog Byoblu, in cui si parla dell'appartenenza di gran parte
dell'pparato politico mediatico ad un "club" denominato "Aspen
Institute".
Ora, per quanto le appartenenze a questi club (Aspen, Trilaterle,
Bilderberg, ecc) siano vere, e che queste "associazioni" abbiano un
ruolo nella gestione del potere, occorre tenere a mente che questi non sono i
luoghi del potere, che vanno cercati in altre stanze, in luoghi noti ma mai
inquadrati.
Questi club sono semplicemente luoghi di diffusione di linee guida
e parole d'ordine alla servitù di alto rango. Ovvero: le decisioni vengono
prese da un numero molto ristretto, molto più ristretto dell'aggregato dei
frequentatori dei vari club: poche
persone in stanze di città stato come la City di Londra o il Vaticano, e poi il
compito di implementare queste strategie viene distribuito attraverso canali
quali l'Aspen, dove per esempio, le linee guida vengono comunicate ai
ministri (o futuri tali) ed ai media o ai divulgatori culturali.
Per questo
sentiamo i media, e spesso anche professori titolati e insospettabili,
ripetere a pappagallo, come dei mantra, le stesse parole chiave
sciorinate da chi è al governo (o alla finta opposizione). Occorre imparare a
capire che primo ministro non si diventi per caso: ti ci fanno diventare se
dimostri di essere un servo più bravo del tuo competitor. L'Aspen non è solo da
noi, e non opera da ieri mattina. Chi ha tempo e voglia si faccia una ricerca
sui nomi dei presidenti e dei ministri più influenti in Italia ed in
Inghilterra negli ultimi 30 anni. Gente come Tony Blair, De Michelis, Tremonti,
Gianni Letta, tanto per fare qualche esempio. (E.C.)
"Tra i tanti cambiamenti che questa fase di
rinnovamento avrebbe dovuto portare "per riavvicinare il Palazzo ai
cittadini", ci si sarebbe potuti attendere soprattutto una cosa: che mai
più un alto rappresentante dello Stato appartenesse a consorterie riservate. E
invece, ancora una volta, tocca constatare che in Italia tutto cambia affinché
tutto rimanga esattamente com'è. Terminata la sciagurata esperienza del governo
tecnico, presieduto da quel Mario Monti membro del Bilderberg, dell'Aspen e
della Commissione Trilaterale, si è passati al governo di Enrico Letta. Che
sarà anche giovane, ma ha la stessa abitudine del suo anziano predecessore a
frequentare le combriccole di illuminati, nelle quali si discute di tematiche
politiche ed economicherigorosamente "a porte chiuse".
Enrico Letta, infatti, è membro di Aspen Italia,
la succursale nostrana dell'Aspen Institute, un'organizzazione no-profit
fondata nel 1950 da un gruppo di imprenditori e affaristi di Chicago sotto la
guida di Walter Paepcke. L'obiettivo dichiarato dell'Aspen è, fin dalla sua
fondazione, quello di "promuovere una leadership illuminata, un'ampia
diffusione di idee e valori validi in ogni tempo e un dialogo di ampio respiro
sulle tematiche contemporanee". Aspen Italia invece è nata nel 1984 e a
fondarla ha contribuito principalmenteGianni Letta, l'eterno sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio dei governi Berlusconi. Ne è presidente Giulio
Tremonti, mentre il vicepresidente è proprio il futuro primo ministro italiano,
quell'Enrico Letta che sembra tenace e determinato nel non voler sfigurare di
fronte a suo zio.
Tra l'altro non è a tutti noto che la carica di
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è quella che gestisce sottobanco
tutte i panni sporchi, mentre l'uomo front-end gira per convegni e conferenze
stampa. In altre parole, è a questa carica ombra che relazionano i servizi
segreti. E chi si è preso, costantemente, tutti i sottosegretariati alla
Presidenza del Consiglio, dai primi governi Berlusconi ad oggi? In dipendenza
dal colore politico, due nomi: Gianni Letta e Enrico Letta, che si sono
avvicendati l'uno all'altro in un'eterna ruota della (s)fortuna. Se volete
sapere qualcosa, qualsiasi cosa sui segreti che sono custoditi nei fascicoli
ufficialmente inesistenti, dovete chiedere alla famiglia Letta. Magari sanno
anche se la vostra fidanzata vi tradisce.
Ma andiamo avanti. Scorrendo l'elenco del
Comitato Esecutivo Aspen, si trovano tuttavia altri nomi davvero interessanti,
appartenenti al mondo della politica, del giornalismo, dell'imprenditoria e
dell'economia: si va da Giuliano Amato a Lucia Annunziata, da Fedele
Confalonieri a Umberto Eco, da John Elkann a Jean-Paul Fitoussi, da Franco
Frattini a Emma Marcegaglia, da Paolo Mieli a Lorenzo Ornaghi, da Mario Monti
aRomano Prodi. Anche tra i "Soci sostenitori" di Aspen figura gran
parte del gotha economico-finanziario italiano (sia pubblico che privato) e
internazionale: Acea, Brembo, Aeroporti di Roma, Mondadori, Allianz,
Assicurazioni Generali, decine di banche (tra cui MPS, BNL, UniCredit, Popolare
di Milano, Credit Suisse, Deutsche Bank), Confindustria, la Cassa Depositi e
Prestiti, Ferrovie dello Stato, Fiat, Fincantieri, Finmeccanica, Impregilo,
Lottomatica, Mediaset, la Rai, RCS, Google, Microsoft Italia ecc.
Quali sono gli obiettivi che Aspen Italia
persegue? "L'internazionalizzazione della leadership imprenditoriale,
politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e
provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e
interessi comuni". Il tutto, ovviamente, attraverso "il confronto e
il dibattito a porte chiuse", come la stessa organizzazione ci tiene a
specificare: "attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo
industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in
condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva".
Ora, è evidente che finché non vengono dichiarate
illegali, tutte le associazioni hanno diritto di esistere, e di essere
frequentate da chi vi è ammesso. Ed è altrettanto indiscutibile che
"riservatezza" non è sinonimo di massoneria deviata o terrorismo
occulto. Tuttavia, il problema qui non è di tipo legale: il problema è
politico. Può un ministro della Repubblica, o addirittura un Presidente del
Consiglio, partecipare a riunioni riservate, in cui si affrontano temi di
importanza strategica per il Paese, senza renderne conto al popolo? E chi ci
garantisce che la sua attività di servitore dello Stato non venga condizionata
dalle decisioni prese all'interno di quelle consorterie di cui non si sa
praticamente nulla, se non che esistono? Tra l'altro, ad ogni persona dotata di
un minimo di spirito critico il sospetto sorge spontaneo: praticamente, se si
esclude D'Alema, tutti i premier dal 1996 a oggi (Amato, Prodi, Monti, Enrico
Letta) sono membri del Comitato Esecutivo di Aspen, a cui vanno aggiunti ben 4
ministri o strettissimi collaboratori (Gianni Letta, Confalonieri, Frattini,
Tremonti) dell'altro principale protagonista dell'ultimo ventennio italiano,
Silvio Berlusconi. Delle due l'una: o Aspen Italia è infallibile nel reclutare
le persone giuste nel momento giusto, oppure, forse, la capacità di influenzare
le scelte politiche del nostro Paese gli va riconosciuta.
Non siete ancora convinti? Allora date
un'occhiata alla lista dei membri di VeDrò, il think thank di Letta che ogni
anno si riunisce a Dro, nel trentino. Toh, ci sono sia il neo Ministro per
l'Agricoltura Nunzia De Girolamo, fedelissima di Berlusconi ma anche del marito
piddino Francesco Boccia (fedelissimo a sua volta di Enrico Letta, per la serie
"tutto in famiglia"), sia il neo Ministro per l'Ambiente Andrea
Orlando, ma anche il vice designato di Letta, quell'Angelino Alfano che sembra
stare a Berlusconi come Ambra Angiolini stava a Boncompagni, e pure il nuovo
sottosegretario alla presidenza del consiglio Filippo Patroni Griffi, così come
il nuovo Ministro per lo sport Josefa Idem, e pure il neo Ministro per le
infrastrutture e per i Trasporti Maurizio Lupi. Mamma mia quante singolari
coincidenze! E quella è solo la lista palese (forse anche da aggiornare)..."
Fonte: http://www.byoblu.com/post/2013/04/28/quelle-consorterie-riservate-di-enrico-letta.aspx#more-14677
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