sabato 15 giugno 2013

FONDO ESM, 60 MILIARDI PER SALVARE LE BANCHE

A Roma si cerca un’intesa per conferire al fondo salva stati la possibilità di entrare nel capitale delle banche fino a 60 miliardi di euro. Truffa ai danni dei cittadini? Assolutamente si, secondo Paolo Cardenà.



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I soldi spesi , fino a questo momento, sono circa 45 miliardi di euro, di cui circa 9 miliardi a favore del Fondo Salva Stati/Banche ESM. Il tutto, mentre in Italia si muore di fame o non si riesce a trovare due miliardi di euro per evitare l’aumento dell’IVA.
Siccome buona parte del sistema bancario italiano è in stato di fallimento, così come lo sono numerose banche di altri stati dell’Europa meridionale (e non solo), si sta cercando un’intesa tale da conferire al fondo ESM la possibilità di entrare nel capitale delle banche fino a 60 miliardi di euro.

Questa è la più grande truffa della storia dell’umanità. E non lo è solo perché interi popoli vengono spremuti di tasse per finanziare il fondo salva stati. Il meccanismo è più complesso e cercherò di spiegarvelo, in poche parole, senza cadere nelle tecnicità.


Funziona più o meno così. Stati falliti emettono debito per finanziare la propria spesa. Questo debito non può essere comprato da una banca centrale nella veste di prestatore di ultima istanza. Nel caso specifico, i trattati europei, impediscono alla BCE di poter svolgere questo ruolo e quindi monetizzare i debiti degli stati. Il debito emesso da stati falliti, viene acquistato dalle banche (anch’esse fallite) che si finanziano, a loro volta, per poterlo fare, prevalentemente presso la BCE. Per potersi finanziare presso la BCE a tassi irrisori devono prestare delle garanzie. Le garanzie prestate, in genere obbligazioni, devono essere garantire dallo stato, in modo che la BCE, in caso di insolvenza della banca finanziata, potrà rifarsi sullo Stato e, se del caso, escuterne il patrimonio.
Ma il patrimonio dello Stato, altro non è che il patrimonio della popolazione. Quindi le banche, prestando i soldi allo Stato, esigono un interesse che è ben più alto (dalle 4 alle dieci volte, o forse più) dell’interesse pagato alla BCE per avere in prestito denaro. Gli interessi che lo stato paga alle banche, nel caso italiano circa 90 miliardi di euro all’anno, viene garantito grazie all’autorità che ha lo Stato di imporre misure fiscali sui cittadini all’uopo spremuti di tasse. Quindi, in mancanza di crescita economica, lo stato, per poter pagare gli interessi ai propri finanziatori, dovrà aumentare le tasse. L’aumento delle tasse ha effetti recessivi, poiché la popolazione avrà una quota di reddito disponibile via via minore in ragione della maggiore tassazione pretesa dallo Stato. Minori spese per i cittadini, significa minore domanda interna. Le persone non spendono, le fabbriche non producono, sono costrette a licenziare e chiudono.
Il licenziamento amplifica ed esalta il problema, facendo crollare i consumi e la domanda interna. A questo punto, le aziende che chiudono o i lavoratori che hanno perso il loro lavoro, non avendo flussi reddituali, non possono ripagare i loro debiti alle banche che vanno in sofferenze, fino a diventare insolventi. Ma siccome lo stato deve sempre avere a disposizione qualcuno capace di garantire che i propri titoli possano essere collocati sul mercato, allora deve intervenire per salvare le banche. E questa volta lo fa con il fondo ESM. Quindi, i cittadini, oltre ad essere tassati per ripagare gli interessi alle banche, non essendo questo sufficiente a garantirne l’esistenza, devono essere tassati anche per garantirne il salvataggio. Questo, banalmente, per dirvi che è il contribuente il vero prestatore di ultima istanza.
Fonte: Milano Finanza

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