Poche ore fa, il
governo greco ha annunciato che a partire dalla mezzanotte la televisione e i
canali radio pubblici sarebbero stati ridotti al silenzio. Nessun dibattito
pubblico, nessun dibattito in Parlamento, nessun avviso. Niente.
ERT, la versione greca della BBC, leverà semplicemente le
tende e scomparirà nella notte. In quanto unico, probabilmente, commentatore
greco inserito nella lista nera da ERT nel corso degli ultimi due anni, sento
di avere l’autorità morale per protestare ad alta voce contro la scomparsa di
ERT.
Per gridare ai quattro venti che il suo omicidio da parte
del nostro governo a guida troika è un crimine contro i media pubblici contro
il quale tutte le persone civili, di tutto il mondo, dovrebbero insorgere.
Sono passati due anni da quando l’allora ministro greco
della Propaganda (titolo ufficiale: ‘Ministro della stampa e portavoce del
Governo’) ha ordinato alla produzione di un programma televisivo ERT di non
invitarmi mai più alla televisione di stato. Come faccio a saperlo?
Lo ha fatto in mia presenza, alla fine di un programma
televisivo in cui ho avuto l’ardire di segnalare al suddetto ministro che il
suo resoconto del vertice dell’Unione europea da cui era appena tornato era
ridicolmente ingannevole (NB. il ministro aveva sostenuto che la rappresentanza
Greca era riuscita a convincere i nostri partner europei a introdurre la Tobin
tax – una decisione che, fino ad oggi, due anni dopo, non è stata attuata).
Naturalmente, l’ira del governo greco contro la mia persona
aleggiava da tempo, dato che sostenevo regolarmente, in onda, che la Grecia era
fallita dalla fine del 2009 e che, pertanto, era stata una decisione idiota
quella di esserci assicurati (come avevamo fatto nel maggio 2010) il più grande
prestito di salvataggio nella storia umana da aggiungere a debiti già
insostenibili e alla condizione di far crollare il nostro reddito nazionale
(perchè è questo che fa la selvaggia austerità). Proprio il punto che ora, in
ritardo, il FMI ha ammesso.
In un primo momento, tra la metà del 2010 e l’inizio del
2011, il governo Papandreou ha cercato di mettere in ridicolo le mie
argomentazioni. Di presentarmi come un catastrofista incapace di vedere che la
Grecia avrebbe svoltato l’angolo, per gentile concessione del piano di salvataggio.
Sono stato anche accusato di alto tradimento da parte
dell’allora Segretario generale del ministero delle Finanze. Ma col passare del
tempo, con la ‘ristrutturazione del debito’ che cominciava ad essere richiesta
anche da altri commentatori, i produttori dei programmi ERT iniziarono a dirmi
che i funzionari governativi facevano pressioni su di loro per tenermi fuori
dagli schermi televisivi.
Eppure, anche dopo che il ministro della Propaganda aveva
espresso verbalmente il suo ordine, i produttori ERT avevano continuato ad
invitarmi, a dispetto dei loro padroni politici. Tuttavia, un giorno i nodi
sono venuti al pettine.
Poco prima che io fossi intervistato su NET, il principale
notiziario di ERT, la signora Elli Stai (la conduttrice) mi chiese, quasi come
un favore, di non pronunciare due parole ‘proibite’: ‘ristrutturazione del
debito’.
La sua preoccupazione era che, se avessi continuato a
parlare di una ‘ristrutturazione del debito’, di un taglio del debito greco, la
pressione da parte del governo per tenermi fuori dagli schermi sarebbe
diventata inesorabile. Naturalmente, la prima cosa di cui ho parlato in quel
programma è stata proprio la “inevitabilità della ristrutturazione del debito”.
Leggi:
Il silenzio colpevole dei media europei su quello che
succede in Grecia
L'Italia potrebbe essere la scintilla che scatena
l'apocalisse dell'Euro?
Se un governo può creare mille miliardi dal nulla, allora
perchè paghiamo le tasse?
Quello è stato il momento in cui la proverbiale goccia ha
fatto traboccare il vaso – e io non sono mai più apparso nella televisione ERT.
Da allora sono nella lista nera della radio televisione di stato greca. In considerazione di quanto sopra, potreste
pensare, cari lettori, che la decisione del governo di chiudere ERT stasera mi
lasci freddo, o addirittura mi entusiasmi. Niente affatto!
Qualunque siano le colpe della nostra emittente pubblica,
per quanto i suoi produttori possano essere soggetti ai funzionari governativi,
i nostri mezzi di comunicazione pubblici sono l’unica possibilità che abbiamo
di notizie, attualità e programmi culturali che attraversino il pubblico come
una forza civilizzatrice. La nostra unica possibilità di avere programmi che
vengono forniti per il valore del loro contenuto, un valore che sia irriducibile
ai prezzi e ai ricavi pubblicitari.
Naturalmente, i media pubblici possono essere terribili.
Proprio come le scuole pubbliche e gli ospedali, o anche il sistema pubblico
della giustizia e dei tribunali, possono essere terribili. Eppure, i media pubblici
ci offrono (come le scuole pubbliche, i tribunali, gli ospedali) una chance di
civilizzare il nostro mondo sociale.
Senza di loro, noi siamo in balia dei Rupert Murdoch del
pianeta che, avendo sentito della decisione del governo greco, si stanno
sicuramente facendo brutte idee su come il modello greco possa essere esportato
in Gran Bretagna (BBC attenzione!), in Australia (ABC tu sei il prossimo!),
dovunque possano essere fatti dei soldi dallo smantellamento dei media
pubblici.
Quindi, dal cuore di uno che è stato messo nella lista nera
per due anni da ERT, devo dire: allo scoccare della mezzanotte di oggi, quando
la televisione e i canali radio ERT saranno silenziati, noi tutti diventeremo
dei cittadini più poveri. In tutto il pianeta.
[Yanis Varoufakis (professore di Teoria Economica
all’Università di Atene e autore del libro The Global Minotaur) - Fonte:
yanisvaroufakis.eu - Versione italiana: investireoggi.it]
http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2013/06/13/la-radio-televisione-pubblica-della-grecia-chiude-nell-indif.html
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