by Giacomo Franceschini
vesuvioVesuvio ed Etna – Il professor Flavio Dobran, docente
della New York University, prevede che l’Etna e il Vesuvio saranno protagonisti
di eruzioni catastrofiche. “All’improvviso ilVesuvio che sonnecchia dal 1944,
esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si
innalzerà per duemila metri sopra il cratere.
Valanghe di fuoco rotoleranno sui
fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di
1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette
chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi,asfissiando animali,
uccidendo forse un milione diesseri umani” spiega con dovizia di particolari il
professore americano. Le eruzioni non dureranno molto, intorno ai 15 minuti, ma
saranno talmente potenti da poterle descrivere come esplosioni. Insieme alla
sua equipe, Flavio Dobran ha studiato l’Etna e il Vesuvio. “Certo non sarà tra
due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto ci
sarà sia per l’Etna che per il Vesuvio, anche se è su quest’ultimo che i nostri
test si sono soffermati con particolare attenzione. La conferma viene dalla
storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su
media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni.
Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da
Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 dopo Cristo distrusse
Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su
media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre
Annunziata, facendo 4 mila morti in poche ore”.
E in Italia quale è l’opinione dei vulcanologi? “È il magma
che spinge e vuole salire a far tremare il suolo della Campania” sostiene il
professor Giuseppe Luongo mentre il suo collega Paolo Gasparini si esprime
così: il vulcano è “un cono edificato dai prodotti eterogenei delle eruzioni,
poggiato su un basamento di calcare che inizia a 2-3 chilometri di profondità
(…) non si vedono altre sacche magmatiche sopra il bacino, cioè sopra i 10 km”.
Giuseppe Luongo insiste: “Il magma, per risalire in superficie, non dovrà
vincere la resistenza di rocce rigide che lo sovrastano per uno spessore di 10
km, al contrario potrebbe trovare una facile via di risalita lungo i percorsi
già occupati da masse atemperature elevata“.
Ma torniamo a Dobran, egli ha progettato un “simulatore
vulcanico globale: un modello informatico in grado di ricostruire le passate
eruzioni del Vesuvio, per descrivere quelle future. Oltre ai dati storici nel
computer vengono inseriti anche quelli sullo stato attuale del vulcano:
l’attività sismica più recente, le emissioni di gas, i cambiamenti dei campi
magnetici”. Dobran ci spiega l’accurato studio: “Abbiamo cercato di riprodurre
al computer l’eruzione del 79. E il simulatore vulcanico globale, dopo aver
analizzato i dati, ha disegnato uno scenario infernale: appena 20 secondi dopo
l’esplosione il fungo di gas e ceneri incandescenti ha già raggiunto i 3 mila metri
di altezza, da dove collassa lungo i fianchi del cono. Un minuto dopo, la
valanga ardente si trova già a due chilometri dal cratere. In tre minuti ha già
raggiunto Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale. In quattro minuti sono
spacciate Torre del Greco ed Ercolano. Sessanta secondi dopo è la volta di
Torre Annunziata”.
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