venerdì 28 giugno 2013

PROTEZIONE IN-CIVILE? DIMISSIONI DI FRANCO GABRIELLI



di Gianni Lannes

Spia perfetta di una guerra non convenzionale del prossimo futuro già in onda? Ma cosa ne capisce un operatore dello spionaggio di Stato, di terremoti artificiali e calamità belliche? O piuttosto è uno inserito nell’organigramma dei guardiani con modalità da manuale Cencelli, da chi comanda per conto terzi? Yes man? La Protezione Civile vanta una specialità: la deroga alle leggi in vigore: alla voce affari di Stato. Opere con denaro pubblico per profitti privati. Date un'occhiata al documentario Draquila della Guzzanti, tanto per rinfrescarvi la memoria. Già, perché la politica nell'ex giardino d'Europa è prevalentemente business sulla pelle viva dei popoli sotto dominio di un unico ordine mondiale.

Il 6 aprile 2009: il Governo del piduista Berlusconi (tessera 1816) già in affari con le mafie (alla voce Dell’Utri), nomina prefetto dell'Aquila Franco Gabrielli. Chi è questo propagatore di intimidazioni a buon mercato? Dal 1 maggio 2009 al 31 gennaio 2010 Gabrielli è stato vice commissario vicario dell'Emergenza Abruzzo, al fianco del Commissario Guido Bertolaso. Dal 15 maggio 2010 al 12 novembre 2010 Gabrielli è stato vicecapo del dipartimento della protezione civile per l'area tecnico amministrativa e per la gestione delle risorse aeree. Più di tutto: Franco Gabrielli è stato direttore del SISDE, il servizio segreto civile italiano dal 16 dicembre 2006 a ottobre 2007, quando l'agenzia è stata sostituita dall'AISI, che ha guidato fino al 15 giugno 2008. Dal 13 novembre 2010 ha assunto l'incarico di capo del dipartimento della protezione civile nazionale al posto di Guido Bertolaso, che due giorni prima era andato in pensione.  


Il 7 aprile 2011 il Consiglio dei Ministri di stampo berlusconiano lo ha nominato Commissario dell'emergenza per l'immigrazione dal Nord Africa, dopo che il Governo Berlusconi aveva tradito l’accordo di cooperazione con Gheddafi. Il 30 dicembre 2011, il Presidente del Consiglio Mario Monti lo ha confermato nell'incarico di Capo del Dipartimento della Protezione Civile. Il 20 gennaio 2012, è stato nominato Commissario delegato per l'emergenza conseguente al naufragio della motonave Costa Concordia, avvenuto la sera del 13 gennaio 2012, nei pressi dell'Isola del Giglio . Dal 20 maggio al 29 luglio 2012 ha coordinato gli interventi emergenziali, conseguenti al sisma che ha colpito i territori delle province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Bologna, Mantova e Rovigo. Nell'occasione, stante il decreto legge 59/2012 che ha riformato la protezione civile, ha emanato le ordinanze necessarie alla gestione della prima “emergenza”, una delle principali novità del nuovo assetto normativo che esenta lo Stato.

Indubbiamente Gabrielli passerà alla storia da non dimenticare dell’Italia per aver fatto sequestrare le pacifiche carriole aquilane, e per aver minacciato pubblicamente non si sa bene di quali punizioni terrene - di reati inesistenti nel codice penale Rocco, pur di memoria fascista - chi pacificamente esprime un motivato dissenso critico sull’origine artificiale dei terremoti.

Gabrielli sembra piuttosto un esperto di allarmismi, ma non si è ancora autodenunciato e non ha il coraggio di un confronto pubblico: infatti non si è fatto vivo. Perché a Lucca qualche mese fa, durante il festival sul volontariato, ne ha lanciato uno in persona proprio sul terremoto, a suo dire, in arrivo. E poi Gabrielli non mostra neanche un pò di decenza, non dico rispetto, perché quello non l'ha manifestato né alle vittime e neanche ai sopravvissuti del terremoto artificiale aquilano Infatti, sentite cosa arriva a dire questo prefetto:

«Non ho mai chiesto forme di immunità, ma un conto è il ruolo del decisore e altro quello del valutatore». Così il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli interviene, in una intervista a Tgcom24, sulla sentenza che ha condannato alcuni membri della Commissione Grandi Rischi per il terremoto all’Aquila. «Io parlerei di colpa lieve che non significa immunità, ma riconoscere ad alcune professionalità e compiti caratterizzati da incertezza una forma di responsabilità inferiore», ha spiegato Gabrielli. «Credo che la sentenza non costituisca un problema, ma ha posto dei problemi. Questi sono la comunicazione del rischio, il rapporto tra la Commissione e la protezione civile e la responsabilità».
 Repetita iuvant. Tre domande non concordate a mister Gabrielli.   

Perché la Commissione Grandi Rischi, ovvero lo Stato italiano il 31 marzo 2009 ha raccomandato pubblicamente la popolazione aquilana di stare tranquilla a casa, mentre qualche giorno dopo procedeva segretamente a sgomberare la prefettura, sede di coordinamento operativo della Protezione Civile?
Perché in un momento particolarmente critico per la sicurezza della popolazione aquilana la sede della Prefettura di L'Aquila era vacante, senza un prefetto?



Perché la notte del 5 aprile 2009 dopo alcune significative scosse telluriche, e qualche ora prima della scossa micidiale, la Protezione Civile ancora una volta ha invitato insistentemente la gente aquilana a non lasciare le abitazioni?

In uno Stato di diritto, insomma, in un Paese serio, uno come Gabrielli andrebbe immediatamente destituito. Ma prima di tutto vanno subito cacciati via per sempre dal nostro martoriato Paese, i gendarmi a stelle e strisce: i veri responsabili impuniti di tante tragedie. Chi sa tace: l'orticello scientifico italiano è sotto schiaffo, anzi fa il lavoro sporco manipolando i sismogrammi.
Il reato di strage non va mai in prescrizione né vale l'immunità delle alte cariche dello Stato o la legittima suspicione. E' chiaro Berlusconi?




Post scriptum





I servizi segreti civili, tra l’altro sono specializzati in manipolazione informativa. Ovvero disinformazione di massa, disinformazione mirata, depistaggi giudiziari, intossicazioni ambientali, tecniche di trattamento  di ogni singola informazione, attività militari, operazioni speciali di tipo paramilitare, altre attività speciali, diplomazia coperta, influenza e ingerenza, attività investigative in genere, eccetera.  Uno dei rischi del mestiere, però, è l’autointossicazione. Attenzione numerosi giornalisti, a parte il caso conclamato di Ferrara Giuliano che ha ammesso di essere stato sul libro paga della Cia, e dell’agente betulla, poi promosso addirittura in Parlamento, lavorano sotto mentite spoglie per i servizi segreti italioti e stranieri. A me capitò di essere avvicinato tra il 1999 e il 2000 da un giornalista che si dà arie da ambientalista e curava un rapporto particolare, allora direttore di un mensile, che avanzò una proposta particolare di lavoro ben remunerato. Ovviamente, declinai l’invito. Questi boiardi di Stato vanno rimessi in riga: bisogna suonargliele di santa ragione, in senso  dialettico e bonario s'intende (sic!). 

ECCO COME HANNO DELIBERATAMENTE AMMAZZATO 309 PERSONE A L'AQUILA IL 6 APRILE 2009

 



di Gianni Lannes


L'esperimento nella colonia tricolore è andato a buon fine? Niente da dichiarare mister Obama? A quando il prossimo test sulla popolazione italiana che funge da cavia inconsapevole? E' noto che il reato di strage non va in prescrizione. Il bilancio di vittime poteva essere più ampio se i Vigili del Fuoco ed i volontari non avessero salvato migliaia di persone, estraendole ad una ad una dalle macerie. Tante altre si sono salvate perché non hanno dato retta alle menzogne propagandate dalla Protezione Civile all'opinione pubblica.


 L'Aquila, 6 aprile 2009 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


C'è stato un terremoto artificiale 4 anni fa nell'aquilano. Le alte sfere che con la politica fanno solo affari, probabilmente l'hanno dimenticato. La controprova è attestata anche da questo documento ufficiale, inviato a varie autorità dal vice prefetto aggiunto Gianluca Braga il 2 aprile 2009, presente tra l'altro con altri due colleghi alla famigerata riunione indetta dalla Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, voluta da Bertolaso Guido.




 «… Si richiama altresì l’attenzione sulla necessità di tener sempre su supporto informatico copia del materiale caricato, nell’eventualità di contingenze legate a gravi eventi calamitosi, in particolare sismici non consentano il raggiungimento e/o l'utilizzo della Sala Operativa presso la Prefettura, con il conseguente trasferimento, preventivamente segnalato, in altra idonea struttura».


Così, mentre i funzionari dello Stato tranquillizzavano la popolazione abruzzese, allo stesso tempo, gli stessi che avrebbero dovuto garantire la sicurezza e mettere in campo la prevenzione, invece se la svignavano, preparandosi al peggio. Chi li aveva informati del pericolo imminente? Ma se non c'era nulla da temere, perché mai la sera del 5 aprile 2009 la sede dell'Ufficio territoriale del Governo a L'Aquila risultava inattiva? Forse perché il prefetto titolare era assente e la sede vacante? 

Elementare Watson: i padroni del vapore sapevano di un imminente terremoto distruttivo. La logica non ammette il condizionale. Ergo: c'è l'aggravante del dolo.


E così la mattina del 6 aprile 2009 il Governo Berlusconi nominò prefetto di L'Aquila, nientedimeno che un ex capo dei servizi segreti civili, ossia Gabrielli Franco, attualmente al vertice della protezione Civile. Il quale in loco si è distinto - a detta dei comitati locali - per il sequestro delle carriole e per aver commentato con dispiacere la condanna in primo grado di alcuni componenti della Commmissione Grandi Rischi. 




L'Aquila, 6 aprile 2009:  la prefettura crollata - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Chi ha ordinato il trasferimento (segreto) della Sala Operativa  della Prefettura di L'Aquila, centro funzionale di coordinamento della Protezione Civile? L'allora presidente del Consiglio dei Ministri, Berlusconi Silvio? L'allora ministro dell'Interno Maroni Roberto? L'allora capo della Protezione Civile Bertolaso Guido? Qualcuno di questi soggetti istituzionali dall'alto delle loro cariche sapeva dell'imminente terremoto distruttivo?

A L'Aquila in quei giorni che hanno preceduto la strage annunciata chi impartivava gli ordini per conto ed in nome dello Stato italiano? Gianni Letta - zio di Enrico Letta (affiliato alle organizzaizoni terroristiche Bilderberg Group e Trilateral Commission) ne sa qualcosa? Sua sorella, per caso ha fatto il bello ed il cattivo tempo nella Croce Rossa?

Perché gli alti ufficiali dello Stato Maggiore Difesa non vuotano il sacco? Hanno giurato fedeltà alla Costituzione repubblicana, ma prendono ordini dagli ectoplasmi della NATO. Il giorno della resa dei conti dovremmo già considerarli traditori della Patria?


 L'Aquila, 6 aprile 2009:  la prefettura crollata - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



Se le normative in materia e l'ordinamento dello Stato tricolore non sono carta straccia qualcuna di queste autorità, o forse di comune accordo hanno stabilito di chiudere addirittura il centro di Governo locale. Allora chi? Fuori i nomi. E' impensabile che sia tutta opera di questo funzionario dello Stato. E ancora: la notte tra il 5 ed il 6 aprile 2009 chi ha ordinato ai dipendenti della Protezione Civile di tranquillizzare ancora la gente, poco prima della scossa fatale?


 
L'Aquila, 6 aprile 2009: aerosolterapia bellica nei cieli - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



Torno sulla questione cruciale, dopo averne già scritto ampiamente in passato: un fatto di cui purtroppo non è ancora compiutamente a conoscenza la Procura della Repubblica di L'Aquila (che invito ad attivarsi come sempre per accertare le responsabilità dirette e indirette).

Repetita iuvant!

Perché la Commissione Grandi Rischi, ovvero lo Stato italiano il 31 marzo 2009 ha raccomandato pubblicamente la popolazione aquilana di stare tranquilla a casa, mentre qualche giorno dopo, poco prima del sisma distruttivo che ha ucciso ben 309 persone, procedeva segretamente a sgomberare la Prefettura a L’Aquila, sede di coordinamento operativo della Protezione Civile?



Perché la notte del 5 aprile 2009 dopo alcune significative scosse telluriche, e qualche ora prima della scossa micidiale, la Protezione Civile ancora una volta ha invitato insistentemente la gente aquilana a non lasciare le abitazioni?



Perché erano in atto in Abruzzo attività segrete di guerra ambientale da parte della NATO?

Nel corso dell’udienza dibattimentale del 15 febbraio 2012 è stata acquisita la consulenza tecnica disposta dal pubblico ministero, dal titolo “Relazione generale sulle caratteristiche del terremoto del 6 aprile 2009 e sulla sismicità dell’area aquilana”, effettuata dai professori Luis D. Decanini, Domenico Liberatore e Laura Liberatore. A pagina 1 del rapporto scientifico, viene fornita la seguente descrizione:



«L’evento del 6 aprile 2009, iniziato all’1:32.39 UTC (Tempo Universale Coordinato), è stato un terremoto distensivo di magnitudo momento MW = 6.3 e momento sismico M0 = 3.7 x 1018 N m, le coordinate dell’epicentro sono 42.33 N, 13.33 E (INGV). Con profondità focale pari a circa 10 km (Celebi et al 2009)… Il terremoto è stato provocato dalla rottura di una faglia orientata secondo l’andamento dell’Appennino. Le repliche del sisma definiscono una superficie di rottura che passa direttamente sotto L’Aquila”…».





Dunque, ipocentro sempre e costantemente a dieci chilometri di profondità: una firma inconfondibile di un terremoto indotto artificialmente, come si evince dalla lettura dei sismogrammi relativi al distretto sismico aquilano, a partire dal primo giugno 2008.
Ma chi o meglio che cosa ha causato la rottura di questa faglia sismica? La scossa delle 3.32 ha avuto una magnitudo momento pari 6.3 gradi della scala Richter, come giustamente accertato in sede giudiziaria, e non 5.9 come indicato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ovvero dalla voce scientifica dello Stato.





Nelle 944 pagine di motivazione  alla sentenza di condanna penale di Franco Barberi, Bernardo Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva, Mauro Dolce, il giudice Marco Billi scrive:



 «Nel capo di imputazione, infatti, il P.M. non contesta agli imputati la mancata previsione del terremoto, la mancata evacuazione della città di L’Aquila o la mancata promulgazione di uno stato di allarme, ma addebita agli imputati la violazione di specifici obblighi in tema di valutazione, previsione e prevenzione del rischio sismico disciplinati dalla vigente normativa».

Post Scriptum 

 

Io c'ero. Sono stato tra i primi giornalisti a giungere il 6 aprile all'alba nell'aquilano. Per una settimana ho scritto e pubblicato inchieste e reportages per il quotidiano La Stampa di Torino, nonché fotografato per Il Corriere della Sera. 

Per 4 anni ho conservato in un cassetto un migliaio di fotografie di questa tragedia programmata a Washington, senza mai avere il coraggio di guardarle anche solo per un attimo. Dinanzi a questo genocidio una parte di me è morta allora, e rimane sepolta nella memoria, con tutte quelle vittime innocenti, soprattutto i bambini di Paganica e Onna. Finché avrò un alito di vita mi batterò perché i criminali che hanno provocato quella mattanza, grazie alla connivenza dello Stato italiano, siano giudicati da un Tribunale della Repubblica italiana. Ecco perché da allora ho cercato la verità ed ho studiato sismologia.

Se questi criminali in divisa luccicante e doppiopetto sfolgorante non li arresteremo con una mobilitazione popolare determinata e consapevole non si fermeranno, e ci saranno tanti altri morti innocenti.

I Care!



riferimenti:

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=L%27AQUILA

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=gabrielli

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=terremoto
 

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