Nelle
scorse settimane abbiamo dato spazio ad alcuni articoli critici nei confronti
del caso mediatico di Angelina Jolie e della propaganda eugenetista che la sua
asportazione del seno nasconde, che pare aver contagiato persino il sesso
maschile. La conferma dei nostri timori arriva da questo comunicato stampa
dell’Associazione Italiana di Chirugia di Plastica Estetica. La follia dilaga,
ma solo in Occidente (altrove si preferisce… restare umani).
Redazione
COMUNICATO
STAMPA
Effetto
Jolie: boom di richieste per rimuovere il seno
Lo rivela
l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica: «Molte donne chiedono
informazioni, ma si tratta di un intervento da eseguire con cautela»
Lo
chiamano “effetto Jolie”. Dopo che la star di Hollywood ha reso noto di essere
stata sottoposta a una doppia mastectomia per ridurre il rischio di contrarre
il cancro, è notevolmente aumentato il numero delle pazienti che si recano dai
chirurghi plastici italiani per chiedere informazioni su questo tipo
d’intervento. A rivelarlo è l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica
Estetica (Aicpe), che ha registrato una crescita esponenziale delle richieste
di chiarimenti per adenectomie per cancerofobia (asportazione delle ghiandole
mammarie per paura del cancro) e plastica immediata. «Sull’onda emotiva della
doppia mastectomia preventiva di Angelina Jolie, sempre più pazienti chiedono
informazioni al chirurgo plastico per questa operazione – afferma il presidente
di Aicpe, Giovanni Botti -. In realtà i casi che presentano un’indicazione
reale per tale intervento sono molti meno di quanto si creda, quindi è bene che
le pazienti siano realmente informate sulla necessità di sottoporsi a
un’operazione».
L’adenectomia
o mastectomia sottocutanea consiste nell’asportazione della ghiandola mammaria
con la finalità di prevenire la formazione di tumori. «Dal punto di vista
tecnico – spiega Botti – consiste in un’incisione attorno all’areola o nella
piega sottomammaria, seguita dalla rimozione della ghiandola, che rappresenta
la sede più frequente di cancro nella mammella. Una volta asportata la
ghiandola è necessario “riempire” la mammella con una protesi». Da un punto di
vista estetico il risultato, che in un primo momento può sembrare buono, dopo
qualche mese in genere è piuttosto scadente: «Alla scomparsa del gonfiore
postoperatorio, essendo stata asportata la ghiandola, il volume del seno è
costituito soltanto dalla protesi, che in genere è posta dietro al muscolo
pettorale. Quest’ultimo però normalmente è troppo sottile per coprirla e nasconderla
adeguatamente. Il rischio di irregolarità e di visibilità della protesi è
frequente e il risultato estetico è spesso discutibile» afferma Botti.
Sull’onda
del caso Jolie, molte donne credono di poter risolvere ogni problema
sostituendo la ghiandola con una protesi. In realtà questo tipo di intervento è
consigliato solo in casi clinici particolari, in seguito all’indicazione di un
oncologo o di un senologo.
Sulla
necessità dell’asportazione del seno, la comunità scientifica ha pareri
discordanti e molti ribadiscono, in alternativa all’intervento, accurati
controlli periodici che garantiscano la precoce scoperta di una eventuale
lesione cancerogena che, seguita dal trattamento opportuno, ottiene ottimi
risultati.
AICPE.
L’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica, la prima in Italia
dedicata esclusivamente all’aspetto estetico della chirurgia, è nata con
l’obiettivo di dare risposte concrete in termini di servizi, tutela,
aggiornamento e rappresentanza. Pur essendo una novità per il nostro Paese, non
lo è affatto in molte altre nazioni europee e non, dove esistono da tempo
associazioni che raccolgono tutti coloro che si interessano di chirurgia
estetica. Ad Aicpe al momento hanno aderito più di 170 chirurghi in tutta
Italia, tra cui si annoverano professionisti di fama e docenti universitari.
Membri di Aicpe possono essere esclusivamente professionisti con una specifica
e comprovata formazione in chirurgia plastica estetica, che aderiscono a un
codice etico e di comportamento da seguire fuori e dentro la sala operatoria.
Scopo di Aicpe è tutelare pazienti e chirurghi plastici in diversi modi:
disciplinando l’attività professionale sia per l’attività sanitaria sia per le
norme etiche di comportamento; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle
sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la
categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica;
elaborando linee guida condivise. Tra gli obiettivi c’è anche l’istituzione di
un albo professionale nazionale della categoria.
Ufficio
stampa Aicpe: Eo Ipso
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