DI AGNES ROUSSEAUX
bastamag.net
E’ tempo di saldi. La più grande promozione del XXI secolo. Tutto deve
sparire ! Per cercare di ridurre il suo debito, la Grecia liquida tutti i suoi
beni pubblici : energia, trasporti, compagnie d’acqua, università, coste
protette… il paese cade sempre più in una crisi economica senza fondo,
nonostante i « piani di salvataggio » europei. Questi portano profitti in gran
parte al settore finanziario, mentre per i greci l’austerità è diventata uno
stile di vita. Reportage ad Atene, presso un popolo vittima del trattamento
choc imposto dal «capitalismo del disastro»
« Più di un terzo della popolazione greca non ha più accesso alla sanità
nazionale » stima Giorgos Vichas, cardiologo. Alla clinica autogestita di
Hellinikon, in periferia d’Atene, un centinaio di medici curano gratuitamente
un numero sempre crescente di pazienti.
Da un anno e mezzo, 10000 persone hanno varcato le soglie di questa clinica
di fortuna, installata nel mezzo di una vecchia base militare americana. A
causa dei drastici tagli ai salari abbassatisi del 40% in qualche anno- anche
chi ha un lavoro non ha più i mezzi per pagare le spese mediche. E gli ospedali
pubblici greci mancano di medicine, specialmente per la cura del cancro.
Il settore della sanità è uno dei simboli della delinquenza dei servizi
pubblici greci. In una sala di consultazione dai muri bianchi, il cardiologo
snocciola storie che la dicono lunga sullo stato del paese : quella di una
donna che ha appena partorito e a cui l'ospedale non vuole dare il figlio
finché non paga le spese mediche. Un'altra è stata trattenuta nella sua camera
d'ospedale, con una guardia davanti alla porta, perché doveva pagare 2000 euro.
« Riceviamo molte persone che non possono più pagare per l'acqua e l'elettricità
da quando le tasse sugli immobili sono aumentate. La corrente è stata tagliata
anche a persone che hanno bisogno di strumenti medici permanenti, come
l'ossigeno. » Dice Giorgos Vichas. Lo scorso inverno, non potendo comprare
l'olio, di cui il prezzo è raddoppiato, gli abitanti hanno rimesso in funzione
i vecchi camini negli appartamenti. Si sono riscaldati con la legna... o la
spazzatura. « La sera, ad Atene, l'aria era irrespirabile. » commenta Makis
Zervas, professore all'Hellenic open University.
Nonostante i « piani di salvataggio », il debito greco esplode.
Tre anni dopo il primo « piano di salvataggio » europeo, la Grecia scivola
in una recessione che sembra non dover finire mai. Il tasso di disoccupazione è
arrivato al 27%, il triplo rispetto al 2009. Una cifra ufficiale ancora al di
sotto della realtà. « I giovani che cercano un lavoro dopo la fine degli studi
non sono inseriti nel calcolo, né tutti quelli che lavorano un'ora alla
settimana. » precisa Makis Zervas. Nemmeno i lavoratori indipendenti che hanno
appena terminato la loro attività a causa di mancanza di clienti. Nel centro di
Atene, le saracinesche sono abbassate su una parte delle attività commerciali. Il
63% dei giovani con meno di 25 anni è senza lavoro. La crescita ? Con un tasso
del 6% nel 2012, sembra molto lontana. Il Pil è caduto del 25% dal 2008. Come
quello degli Stati Uniti al momento della crisi del 1929.
Quali prospettive dopo sei anni di recessione ? La Grecia è « sulla buona
strada per raggiungere il suo ambizioso piano di pareggio del debito » osa dire
la direttrice generale del FMI, Christine Lagarde. Il paese potrebbe ritornare
a crescere nel 2016, profetizzano il FMI e l'Unione Europea. Ma per arrivare
fin qua, bisognerà fare degli sforzi. Come se si esigesse ancora dalla Grecia
già stremata, di correre ancora una maratona in più. Gli obiettivi di riduzione
del debito, fissati dalla Troika (FMI, Commissione Europea, Banca Centrale
Europea) sembrano irreali. Qualcuno in un ufficio, da qualche parte a Bruxelles
o Francoforte, ha disegnato delle curve, smaneggiato la sua calcolatrice,
disegnato delle proiezioni. Riprese pari pari dai capi di stato europei.
Obiettivo : un debito al 124 % del Pil nel 2020. Era del 156 % nel 2012. Sarà
del 175 % nel 2013. E' cominciata male. Veloce, risponde la Troika, bisogna
accelerare le privatizzazioni, smantellare i servizi pubblici, e in assenza di
alternative, ricapitalizzare le banche. La vendita delle compagnie di gas è
cominciata la settimana scorsa, e la televisione pubblica è stata colpita dal
ritorno del boomerang. (2) 2600 disoccupati in più.
Miliardari, è l'ora dei saldi !
Compagnie d'elettricità, d'acqua, di gas naturale, porti e aeroporti,
ferrovie e autostrade, lotteria nazionale... la Grecia svende i suoi beni
pubblici. Questi dovrebbero portarle 9,5 miliardi di euro entro il 2016. «
Stanno anche privatizzando la riscossione delle tasse » si indegna Makis
Zervas. « E le università sono state ricomprate al 49 % da società private, il
che è contrario alla Costituzione. » Il « piano di cessione delle attività
pubbliche » preteso dal FMI e l'Unione Europea, è messo in opera dal Fondo di
espropriazione del patrimonio pubblico (Taiped). Questa società anonima greca,
fondata nel 2011, ha
per obiettivo di « massimizzare il valore » dei beni pubblici venduti. Poiché
queste privatizzazioni sono « l'elemento chiave per il ripristino della
credibilità, precondizione fondamentale per il ritorno della Grecia sul mercato
dei capitali mondiali », martella il sito dell'organismo. Che propone, come in
un catalogo turistico, spiagge, foreste, isole deserte o siti archeologici. Tutto
deve sparite. Signore e signori miliardari, promotori immobiliari e industrie
del turismo, non esitate : è l'ora dei saldi.
In testa sul sito del Taiped : un terreno di 1,8 milioni di m2
(l'equivalente di 250 campi di calcio) con 7 km di costa sull'isola di Rodi. E le zone
classificate Natura 2000 sulle quali Taiped suggerisce di costruire alberghi,
campi da golf e centri commerciali. O il vecchio aeroporto di Atene, un terreno
di 623 ettari
(tre volte la superficie di Monaco) in riva al mare, dove qualche resto di
infrastruttura costruita per le Olimpiadi del 2004 si eleva nel mezzo di
erbacce. « Hanno cercato di venderlo al Qatar, che non l'ha voluto. » spiega
Natassa Tsironi, una riparatrice che qui si occupa di un giardino autogestito. «
Una legge ha votato che si autorizzino gli investitori a fare quello che
vogliono di questo terreno, ivi compreso costruire delle torri. » « 69 ostacoli
regolamentari, amministrativi e tecnici, che rallentavano le privatizzazioni,
sono stati eliminati. » gioisce Taipedn, nella sua relazione del 2013.
«Il più grande programma di cessione al mondo »
La società di « denazionalizzazione » è guidata da un ufficio di cinque
membri, tutti usciti dal settore privato e delle banche greche. Il suo
presidente dirigeva fino al 2013 la più grande compagnia della acque in Grecia,
e ha fondato un'impresa di costruzione di piscine – le entrate sembrano
assicurate, visti tutti i complessi preposti allo svago che cresceranno sulla
costa... Il direttore generale di Taiped, Yannia Emiris, era responsabile della
banca d'investimenti Alpha Bank. Accompagnato da due « osservatori » nominati
dall'UE e dall'Eurozona, questo gruppo è stato incaricato della liquidazione
dei beni pubblici greci. E dispone di una « autorità assoluta circa le
decisioni ». Tutte le entrate trasferite al Fondo devono essere vendute o
liquidate : « il ritorno degli attivi allo Stato non è autorizzato» La grande
svendita - « il più grande programma di cessione del mondo » è iniziato.
Alla guida: le imprese private e la Troika.
Il popolo greco fatica a veder partire il suo patrimonio sbriciolato ? «
Non si può fare una frittata senza rompere le uova » dice retorico il Primo
ministro, Antonis Samaras, in un forum (3) a proposito della privatizzazione
della radio-televisione pubblica greca, ERT. « Dobbiamo mostrare al popolo
(greco) che noi osiamo opporci ai pilastri più urlanti dell'opacità e dello
spreco » scrive. ERT era dunque un eccesso. Che i cittadini trovino il modo di
vedere una logica in queste decisioni arbitrarie. La frittata è riuscita,
almeno ? Gli obiettivi sono lontani dall'essere raggiunti : in due anni, le
privatizzazioni non hanno portato che 2 miliardi di euro. Neanche 1% del
debito.
La priorità: ricapitalizzare le banche.
Questo d'altronde non diminuisce di una virgola. Era di 310 miliardi nel
2009. Nel 2013, qualche « piano di salvataggio » più tardi, il paese che si
infossa nel marasma economico e che la democrazia greca è in agonia, il debito
si eleva sempre a 309 miliardi di euro. Tutto questo per questo. Il Pil ha
subito violenti colpi d'arresto e il debito rappresenta oggi il 180 % del pil
(contro il 130 % del 2009) (4) La Grecia non è più un paese sviluppato, stima
il fornitore di indici di borsa MSCI, che la pone ormai nella categoria dei
paesi emergenti. Quanti anni ci vorranno per ritrovare il tasso d'occupazione
del 2009 ? « Con il 4% di crescita, si può sperare di raggiungere quel livello
nel 2020-2025, valuta Sotiris Koskoletos, economista all'Istituto di ricerca
Nicos Poulantzas (5). Ma chi può sperare oggi in una crescita al 4% ? »
A cosa sono serviti i piani di salvataggio successivi ? A salvare la Grecia
da una bancarotta immediata concedendole nuovi crediti. E cancellando un parte
del debito, grazie a una sua « ristrutturazione » (6) aggiungendole dei nuovi
prestiti. Ma anche – e soprattutto – salvando le banche greche e i creditori
stranieri. « Una buona parte del piano d'aiuto è stato utilizzato per la
ricapitalizzazione delle banche, è un dato di fatto . Erano infatti
sotto-capitalizzate, versando in gravi difficoltà finanziarie e a rischio di
fallimento » descrive la situazione Céline Antonin , economista presso il
dipartimento analisi e previsione dell'OFCE (7).
77 % dell'aiuto europeo diretto verso il settore finanziario
Chi ha ricevuto i 207 miliardi di euro sbloccati dall'Unione Europea e dal
FMI dal 2010 ? Le banche greche (per 58 miliardi) e i creditori allo Stato
greco (per 101 miliardi), in gran parte banche e fondi di investimento. Almeno
il 77 % dell'aiuto europeo non è andato a beneficio dei cittadini ma, direttamente
o indirettamente, al settore finanziario ! Uno studio di Attac Autriche mostra
che solo 46 miliardi sono serviti à rigonfiare le casse pubbliche – sempre
sotto forma di prestito, ovviamente. Da mettere in parallelo con i 34 miliardi
pagati dallo Stato ai suoi debitori come interesse sul debito nello stesso
periodo. (8)
Salvare le banche è quindi la priorità della Troika. « Si può avere
l'impressione, in quanto cittadino, e giustamente, è un assegno in bianco alle
banche » prosegue Céline Antonin, dell'OFCE : E' soprattutto un mezzo di
trasformare il debito privato detenuto dalle banche e dai creditori, in debito
pubblico ! La parte del debito greco detenuto dai creditori privati è stata
divisa in due. (9) Su chi peserà d'ora in poi il rischio di bancarotta della
Grecia ? Sull'Unione europea e il FMI. Quindi sugli Stati e sui cittadini
europei.
Capitalismo del disastro
Perché i greci hanno accettato queste misure di austerità in cambio di un
piano di salvataggio che non ha risolto niente ? « Abbiamo perso un milione di
posti di lavoro nel settore privato. E' come se, in Francia, si sopprimessero
d'un colpo 6 o 7 milioni di posti di lavoro. Si ricevono più volte al giorno
delle cattive notizie. Come un cervello umano può sopportare questa cadenza ? »
si interroga Panagiotis Grigoriou, storico e etnologo, autore del blog Greek
Crisis. « Più di 8000 manifestazioni e scioperi hanno avuto luogo in tre anni,
i greci si sono rassegnati. Cosa si può fare di più ? Ogni linea del memorandum
(lista delle misure di austerità imposte dalla Troika, ndr) è stata votata. Si
annullano delle leggi in vigore da decenni. La Costituzione è stata violata. A
cosa serve il Parlamento ? »
« Non siamo più nel capitalismo, ma nel suo prolungamento, una sorta di
meta-capitalismo » prosegue. Il trauma collettivo. Una situazione che ricorda
stranamente la strategia dello choc, definita da Milton Friedman, teorico del
liberismo economico : « Aspettarsi una crisi su ampia scala, poi, mentre i
cittadini sono ancora sotto choc, vendere lo Stato pezzo per pezzo, a degli
interessi privati prima di trovare il modo di rendere eterne le « riforme »
varate sotto il segno della fretta » (10)
Benvenuto in Grecia, laboratorio europeo del « capitalismo del disastro» ! Milton
Friedman descrive come dei cambiamenti economici improvvisi e di grande
ampiezza provochino delle reazioni psicologiche « facilitanti la risoluzione »
. Una risoluzione che si traduce per degli attacchi sistematici contro la sfera
pubblica. Un approccio simile alla dottrina militare degli Stati Uniti in Irak,
Shock and Awe (Choc e spavento), descrive l'autrice canadese Naomi Klein, che
aveva lo scopo di « controllare la volontà, le percezioni e la comprensione
dell'avversario e di privarlo di ogni capacità di agire e reagire .» Per meglio
riuscire, infine, la terapia dello choc economico.
« Pagheranno un giorno per i loro crimini »
« Far uscire la Grecia dalla crisi non era la più grande preoccupazione
della Troika, analizza Haris Grolemis, responsabile dell'Istituto di ricerche
Nicos Poulantzas. Se avessero voluto davvero aiutare il paese, avrebbero agito
in maniera meno violenta e più solidale. Ma l'essenziale per loro era di
proteggere l'euro. E di imporre una disciplina ai paesi che non seguivano alla
lettera le regole di Maastricht. » Risultato : la Grecia è diventata una sorta
di zona economica speciale, dalla mano d'opera a buon mercato.
Il 5 giugno 2013, il FMI ha fatto il suo mea culpa : Christine Lagarde ha
ammesso che il primo piano di salvataggio in Grecia è terminato con dei «
notevoli fallimenti » . E indica come responsabile l'Unione Europea : gli stati
europei non avrebbero le « competenze » richieste per far bene avanzar questo
tipo di programma di aiuti ! Ma la privatizzazione dei beni pubblici e il
salvataggio degli interessi finanziari privati prosegue.
« In Francia siete i prossimi. Preparatevi »
« Miliardi di persone perdono la loro vita o subiscono dei danni
irreparabili alla loro salute, a causa della vita politica condotta oggi in
Grecia, insorge il dottor Giorgos Vichas. Non sono delle semplici morti. Sono
degli omicidi. Quelli che hanno votato delle leggi che provocano l'esclusione
di un numero di persone crescente dalla copertura sanitaria nazionale sono
degli assassini. Non è solo una responsabilità politica, ma una responsabilità
criminale. Speriamo che un giorno pagheranno per i loro crimini »
La morte subita dalla televisione pubblica ha sferzato la popolazione
greca. Un risveglio della democrazia ? E' quello che ci spiegano, gli occhi
lucidi, quelli che incrociamo nel locali occupati della televisione pubblica
ERT, là dove i tecnici e i giornalisti si affannano per continuare la
diffusione de programmi, su dei canali clandestini. La Grecia non è che un
laboratorio, altri paesi saranno presto coinvolti. « In Francia, voi sarete
forse i prossimi. Preparatevi. » Le politiche d'austerità e la strategia dello
chock della Troika saranno presto estese a tutto il continente ? Il solo mezzo
di impedirlo è di lottare accanto a chi sarà la prossima cavia.
Agnès Rousseaux
Fonte: www.bastamag.net
Link: http://www.bastamag.net/auteur18.html
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