controllo-mentale.jpgNella comunità cospirazionista, ci si
chiede in che misura la tecnologia moderna possa essere utilizzata dall'elite
illuminata per sorvegliare e controllare la popolazione.
Abbiamo letto romanzi e visto diversi film nei quali il
'lavaggio del cervello' o la 'rieducazione' dei dissidenti era la tecnica
basilare per il mantenimento del potere. Nello specifico, l'idea di impiantare
'falsi ricordi' nelle persone è stato il cavallo di battaglia della
fantascienza per decenni, a cominciare da Philip K. Dick con il suo 'Total
Recall'.
Ebbene, leggendo le ultime notizie sulla ricerca
neurologica, sembra che il regno della fantasia si incontri con quello della
realtà. Un gruppo di ricercatori del MTI è riuscito a impiantare falsi ricordi
nel cervello dei topolini.
“Ciò dimostra che le cose viste in film come 'Inception' e
'Total Recall' sono possibili”, rivela Steve Ramirez, uno dei ricercatori
coinvolti nello studio. La ricerca, il cui team è stato guidato da Susumu
Tonegawa, è comparsa sul numero di questa settimana della rivista Science.
Quello dei 'falsi ricordi' è un fenomeno ben documentato: in
molti casi giudiziari, gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli sulla
base delle dichiarazioni dei testimoni e delle vittime, che erano sicuri dei
loro ricordi, per poi essere smentiti dalla prova del DNA.
Approfondendo il meccanismo che genera i falsi ricordi nel
cervello, i ricercatori del MIT hanno dimostrato di essere in grado di
impiantare false memorie nel cervello dei topi, scoprendo che molte tracce di
questi ricordi, sono identiche a quelle dei ricordi autentici.
“Che si tratti di una memoria falsa o vera, il meccanismo
neurale alla base del richiamo dei ricordi è lo stesso”, spiega Susumu
Tonegawa.
Lo studio, inoltre, fornisce un ulteriore prova che i
ricordi sono immagazzinati in reti di neuroni che formano tracce di memoria ad
ogni nuova esperienza che viviamo, un fenomeno che Tonegawa ha dimostrato
l'anno scorso.
La procedura per dare falsi ricordi ai topi è alquanto
inquietante, e ricorda molto la scena di un film sulla cospirazione.
Innanzitutto i ricercatori hanno ingegnerizzato un virus benigno, con il
compito di infiltrarsi nelle cellule del cervello e scaricare un gene che
stimola le cellule a produrre una particolare proteina chiamata
Channelrhodopsin-2 (ChR2). Questa proteina, quando viene esposta alla luce, è
in grado di stimolare l'attività cellulare (in questo caso le memorie).
Gli scienziati hanno, poi, iniettato il virus nella parte
del cervello del topo chiamata ippocampo. E' in questa regione che si creano le
nuove memorie ogni giorno. La formazione e l'accumulo di memorie si verifica
quando alcune proteine del cervello cambiano leggermente. Infine, per
illuminare le cellule, gli scienziati hanno infilato un cavo in fibra ottica
nel cervello del topo.
Poi, hanno messo un topo in una scatola chiamata 'Ambiente
A' e ridefinita 'zona sicura', permettendo all'animale di muoversi liberamente
per 10 minuti. Il topolino ha esplorato la stanza comportandosi normalmente.
Il giorno dopo, gli scienziati hanno messo il topolino in
un'altra scatola, chiamata 'Ambiente B'. Mentre il topolino esplorava il nuovo
ambiente, i ricercatori gli hanno dato una piccola scossa elettrica alla zampa
destra e, contemporaneamente, illuminato le cellule cerebrali con la fibra
ottica. “In questo momento abbiamo creato una memoria artificiale,
un'associazione tra l'illuminazione delle cellule neurali e la scossa
elettrica”, spiega Ramirez.
Dopo un altro giorno, il topolino è stato messo nella
scatola A, la zona sicura. Invece di comporsi normalmente, l'animale si è
congelato sul posto, immobilizzato dalla paura. Il topo 'ricordava'
un'esperienza scioccante nella scatola A, anche se l'esperienza negativa era
avvenuta nella scatola B.
Quando i ricercatori hanno messo il topolino in una terza o
quarta scatola, esso si è comportato normalmente, esplorando l'ambiente con
calma. I ricercatori hanno condotto lo stesso esperimento decine di volte su
diversi topo, ottenendo risultati simili. In sostanza, è stato fornito un falso
ricordo al topo. La ricerca, già di per sé agghiacciante, diventa ancora più
strana quando si ascoltano i commenti di altri ricercatori.
Jason Snyder, assistente alla cattedra di psicologia presso
al University of British Columbia non coinvolto nello studio, ha detto che la
ricerca è interessante perché dimostra non solo dove vanno i ricordi, ma anche
come modificarli.
Ad esempio, un veterano di guerra che soffre del disturbo
post-traumatico da stress (DPTS), caratterizzato da forti sofferenze
psicologiche che conseguono ad un evento traumatico, catastrofico o violento,
potrebbe subire un trattamento per produrre ricordi più piacevoli. In sostanza,
siccome la guerra non si può eliminare, eliminiamo il ricordo di essa con le
memorie di una vita fasulla.
Come riporta Discovery News, Ramirez osserva che la tecnica
utilizzata con la fibra ottica potrebbe essere troppo invasiva per l'uomo. Ma
si potrebbero utilizzare una stimolazione indotta da farmaci ad hoc. Il trucco
sarebbe quello di focalizzare il farmaco su una proteina o un ricettore
dell'ippocampo. Niente di più facile per eliminare i ricordi 'scomodi'.
Naturalmente, cospirazionisti e lettori di fantascienza si
chiedono se questa tecnica possa essere utilizzata per il controllo della
mente. Ramirez dichiara candidamente di essere consapevole di questo rischio e
confida che applicazioni del genere debbano essere vagliate da un comitato di
revisione etica: “E' importante discutere di queste cose ora”, ha detto.
Ma chi può escludere che tecniche del genere non finiscano
nelle mani di agenzie interessate alla manipolazione mentale? Non è mistero che
una serie di files declassificati riportino in dettaglio esperimenti di
controllo mentale condotti dalla CIA attraverso l'uso di farmaci, ipnosi,
scosse elettriche e altre misure utilizzate per frantumare le personalità dei
pazienti coinvolti.
L'obiettivo era quello di creare spie inconsapevoli o
assassini dormienti, destinati a compiere atti si cui non avrebbero avuto nessuna
consapevolezza. La domanda è quindi: se esiste un precedente storico
sull'utilizzo di tecniche per influenzare la mente umana, chi può escludere che
atti non possano ripetersi in futuro.
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