Come incoraggiare le imprese ad investire: lo scorso 26
giugno al cantiere del nuovo store di “Esselunga” in costruzione a Novara si
presentano 20 “controllori” tra Inail, Asl, Inps, Carabinieri, Ps, GdF e
Forestale - Per 8 ore nessun addetto ha potuto lasciare la zona - Dirigenti
sbigottiti...
No, nessuna chiusura per protesta in stile Dolce e Gabbana.
Ma un «blitz» di Inail, Asl, direzione provinciale del lavoro, Inps,
carabinieri, polizia, Guardia di Finanza e Guardia forestale per controllare la
regolarità di un cantiere, è sembrato a Bernardo Caprotti senza dubbio
esagerato. Tanto più che a Novara in corso Vercelli, dove a fine 2012 sono
iniziati i lavori per un nuovo superstore, ci lavorano 30 persone e i
controllori arrivati a giugno, di prima mattina, erano in 20.
Bernardo Caprotti
I tempi dei libri denuncia sono lontani ma il fondatore di
Esselunga, 88 anni, continua a essere combattivo. A La Spezia, per dire, si è
dato da fare vent'anni tra ricorsi e controricorsi riuscendo alla fine ad
aprire l'unico negozio Esselunga in una zona dominata dall'eterno rivale Coop.
I cavilli e la burocrazia insomma sono il pane quotidiano per uno che ha creato
un impero della Grande distribuzione con più di 20 mila dipendenti e 6,8
miliardi di giro d'affari.
Eppure questa volta, assicura chi lavora con Caprotti tutti
i giorni, la storia dell'ispezione a Novara «non gli è andata proprio giù. Otto
ore con polizia, carabinieri e Guardia di Finanza a controllare che nessun
lavoratore scappasse via, per poi redigere 75 pagine di verbale per un badge
lasciato a casa». Proprio così. «Il 26 giugno - la ricostruzione dell'Esselunga
- alle 9 del mattino si presentavano all'ingresso del cantiere funzionari e
agenti per una visita ispettiva. Dalle 9 alle 17 ogni singolo addetto ha
dedicato ai funzionari circa due ore della sua giornata lavorativa.
Esselunga
E al termine della visita sono stati prodotti 10 verbali per
un totale di 75 pagine. A settembre - fanno sapere dalla catena della Grande
distribuzione - sapremo che sanzioni pagheremo, ma le osservazioni emerse sono
state di un cantiere regolare e in ordine, con la sola eccezione della mancanza
dell'esposizione del cartellino identificativo da parte di poche unità del
personale presente sul posto».
Qualche lavoratore lo aveva dimenticato a casa, qualcun
altro lo aveva ma senza specifiche indicazioni previste per legge. Irregolarità
che i funzionari hanno contestato alle ditte che hanno in appalto il nuovo
supermercato di Novara di settemila metri quadrati. «Ma i funzionari fanno il
loro mestiere - precisano da Esselunga - è tutto il resto che non torna».
coop
Cioè? «Basta dire questo: l'idea di un superstore a Novara
ci viene proposta nel 1999. Da lì in avanti abbiamo fatto partire tutti gli
iter e le procedure burocratiche: nel 2004 abbiamo chiesto le autorizzazioni
ambientali per l'argine che si sono concluse solo nel 2011. Nel 2006 otteniamo
le autorizzazioni commerciali, nel marzo del 2011 chiediamo il permesso di
costruire che ci viene rilasciato a fine luglio 2012. A novembre iniziamo i
lavori e a giugno il blitz».
Un'umiliazione l'avrebbe addirittura definita Caprotti.
Ancora di più, aggiungono dal gruppo della Gdo «se si considerano i complimenti
fatti per la gestione e la regolarità del cantiere». Parole, queste, che
trovano conferma anche da ambienti del servizio ispezione lavoro della
direzione territoriale di Novara.
«Nessuno contesta i controlli che ci devono essere, ma non
ci stupiamo del perché in Italia le aziende non riescono a resistere in questo
periodo di crisi» spiegano da Esselunga. Un eccesso di vittimismo? «No, solo il
racconto di quello che succede sempre quando una grande realtà imprenditoriale
italiana ha piani di sviluppo, apre cantieri e spende soldi per investire»
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