Il sistema capitalistico americano, che è la causa
scatenante di questa crisi, checchè ne dicano i nostrani camerieri, è un
sistema di rapina e continuerà ad esserlo; più che ad una operazione finanziaria
somiglia da un “ assalto alla diligenza”, non c’è niente da fare è scritto nel
loro DNA. La sola formula che conoscono è “ tutto e subito”.
A questa gentaglia non interessa nulla delle Nazioni,
neanche della loro, interessa solamente il guadagno di poche persone e questa
strategia è diabolicamente perseguita da tutti i governi americani, democratici
o repubblicani.
Se non ci si libera da questa spada di Damocle – bisogna
sempre ricordare che la moneta unica europea fu preconizzata da Truman nel 1927
- , non facciamoci illusioni, ci restano solo i cappi. Claudio Marconi
Era il 2009 quando lo tsunami della crisi giunse in Italia,
e in Europa. Eravamo soli, o quasi, allora, a segnalare che non si trattava di
una delle solite crisi cicliche a cui sarebbe presto seguita la “ripresa”.
Sostenevamo che eravamo entrati in una crisi storico-sistemica e che una
catastrofe economica e sociale senza precedenti era alle porte (e chiamavamo a
sventarla).
Quelli che pensavano ad una crisi grave ma passeggera del
capitalismo, dicevano: “Siete dei catastrofisti. Vedrete che ne usciranno in
qualche maniera, ci metteranno una pezza, e la ruota tornerà a girare come
prima”.
Chi aveva ragione?
Nel 2010, mentre la Grecia affondava, noi dicemmo un’altra
cosa: che l’Europa sarebbe stata l’epicentro della catastrofe, che la stessa
Unione europea, costruita sul pilastro della moneta unica, sarebbe andata in
pezzi. Affermammo che la crisi dell’eurozona non si arrestava in Grecia, che
essa era destinata a travolgere il nostro paese, che se volevamo evitare la
catastrofe avremmo dovuto abbandonare la nave eurista oramai alla deriva,
riguadagnare subito la sovranità politica e democratica, a cominciare da quella
monetaria.
La catastrofe non è stata evitata, ora ci siamo dentro fino
al collo. Quattro anni di recessione hanno infatti avuto, sul tessuto sociale
del nostro paese, gli stessi effetti di una guerra. Una guerra che è ancora in
corso, tuttavia, perché i criminali che l’hanno voluta non hanno ancora raggiunto
il loro scopo.
Chi l’ha voluta? E qual è il loro scopo?
L’ha voluta la nuova classe dominate globale, composta dai
giganti della finanza parassitaria, quella fondata sulla rapina delle conquiste
sociali di mezzo secolo, dei diritti popolari, dei beni comuni, delle risorse
naturali. Una guerra predatoria globale che, dopo essere stata sperimentata con
successo ai danni dei paesi più poveri, è stata scatenata anche verso “paesi
maiali” come l’Italia.
Lo scopo recondito di questa classe parassitaria e criminale
è depredare la ricchezza accumulata da alcune nazioni, per impossessarsene e
quindi giocarsela nelle bische del capitalismo-casinò. Nei disegni di questa
classe globale ci sono infatti una nuova divisione mondiale del lavoro, nuovi
equilibri geopolitici, un assetto globale in cui queste nazioni sono condannate
all’inferno, a diventare colonie, fornitrici di forza-lavoro e merci a basso
costo nonché avamposti militari per soggiogare altri popoli.
Questo esito è stato meticolosamente e lungamente preparato.
Occorreva privare le nazioni della loro sovranità politica, togliergli ogni
strumento di autodifesa. L’Unione europea a questo è servita, a disarmare paesi
come il nostro, ad abbattere ogni paratia difensiva, per poterli così meglio
esporre all’offensiva predatoria. Non saremmo finiti nell’abisso dove siamo se
la classe criminale globale non avesse prima infiltrato con uomini fidati le
istituzioni europee e nazionali, corrotto e posto al suo proprio servizio
partiti, mezzi di comunicazione, mondo della cultura.
Questa guerra economica è ad uno stadio già molto avanzato,
ma non è affatto terminata. Siamo alle porte dell’ultimo assalto, del
bombardamento finale. E’ questione non di anni, è questione di mesi.
Attenderanno le elezioni tedesche, per verificare la
solidità della loro piazzaforte tedesca. Quindi le cosche dell’alta finanza
globale scateneranno l’attacco finale.
In cosa consisterà?
Non è difficile immaginare il come. Consisterà in una
vendita massiccia di titoli di stato, di obbligazioni e azioni delle grandi
banche, lo spread schizzerà alle stelle e il nostro paese andrà in default.
Così, forti dell’ausilio dei gaulaiter che hanno piazzato alla testa delle
istituzioni, delle banche, dei partiti, le cosche globali daranno l’assalto
alla ricchezza nazionale di cui non si sono ancora impossessati. Costringeranno
il governo a dichiarare lo Stato d’eccezione, a chiedere alla Bce e alla troika
di correre in soccorso dell’Italia. In cambio, come insegnano la Grecia e
Cipro, vorranno che siano rispettate condizioni ancor più atroci di quelle che
abbiamo conosciuto con Monti. Queste cosche imporranno di svendere gli ultimi
gioielli di famiglia, dopo aver fatto crollare i loro valori vorranno impadronirsi
di banche e aziende. Rapineranno poi gli ultimi risparmi dei cittadini
sequestrando i loro conti correnti. Imporranno una patrimoniale che trasformerà
milioni di italiani in mendicanti. Altre migliaia di aziende chiuderanno,
assieme a pezzi dell’amministrazione pubblica e la disoccupazione andrà alle
stelle.
E’ evidentissimo che l’eurozona scoppierà. Queste stesse
cosche che oggi terrorizzano i cittadini affermando che se la moneta unica
morisse sarebbe la fine, saranno esse per prime a decretarne il decesso. E
vedrete! proprio quelli che oggi gridano “Euro o morte!”, ci diranno con
nonchalance che sganciarsi dall’euro sarà indispensabile “per la ripresa”, che
altre volte aree monetarie uniche sono andate in frantumi e quindi piloteranno
lo sgretolamento proprio per nome e per conto della grande finanza predatoria
globale.
Sarà uno shock sociale senza precedenti che i suoi demiurghi
sperano poter gestire senza grandi scosse sociali. Ovvero col popolo docile e
in ginocchio.
Il tempo è scaduto. Scaduto da tempo per la sinistra di
governo asservita ai criminali. Scaduto per la sinistra d’opposizione che non
ha né saputo né voluto sganciarsi dalla narrazione globalista e europeista. Il
tempo sta per scadere per il Movimento 5 Stelle, che sta dissipando in maniera
patetica il deposito di indignazione sociale incassato alle ultime elezioni,
dimostrandosi del tutto inadeguato alla sfida dei tempi, del tutto incapace di
indicare un’alternativa e quale sia la strada da percorrere.
Siamo ad uno snodo delicatissimo: se le classi dominanti non
riusciranno a governare come adesso e dovranno ricorrere a mezzi speciali, il
popolo non può più vivere come prima. I due ingredienti principali che se
mescolati possono innescare l’esplosione stanno venendo a contatto.
Una rivolta potrebbe scoppiare, e potrebbe scatenare la
sollevazione generale, malgrado il popolo lavoratore sia disarmato, privo di
organizzazione e di direzione. Riusciremo a costruirli nel fuoco della
battaglia?
Scritto da: Moreno Pasquinelli - Fonte: antimperialista.it
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