venerdì 2 ottobre 2015

INCONTRARSI OLTRE LE DIMENSIONI

Esiste un “ponte” tra le dimensioni che permette di incontrarsi a dispetto del tempo, della distanza e della possibilità di utilizzare i sensi fisici o la tecnologia.
Appartiene a una saggezza che gli esseri umani hanno dimenticato, abbagliati da una scientificità che non considera i sentimenti e che valorizza soltanto le cose che si possono manipolare, riprodurre e misurare. Questa sapienza profonda se ne infischia delle scienze e della logica e parla direttamente alla parte invisibile ed emotiva di noi stessi.

Quando due persone si vogliono bene, stabiliscono un collegamento energetico che le unisce come un filo invisibile. Il legame tra loro diventa un radar interiore che le informa l’una dell’altra, senza bisogno di parole. Questa comunicazione, eterea e costante, appartiene all’amore e permette una comunione che si fa tanto più chiara e precisa quanto più la relazione è profonda.


Ci sono cose che gli occhi non possono vedere e che la mente non riesce a capire perché si conoscono soltanto con il cuore. L’amore genera unioni invisibili, e conduce a una condivisione più intima e profonda che qualsiasi altra forma di conoscenza.

L’unione emotiva ci porta a sentire interiormente lo stato d’animo dei nostri cari, permettendo uno scambio dei vissuti profondi. Per accedere a questa consapevolezza basta raccogliersi in se stessi e concentrare l’attenzione sulla persona con cui si vuole entrare in contatto, lasciando emergere le sensazioni interiori in un vuoto mentale libero dai pensieri, senza censurarle e senza interpretarle.

Le parole e la logica non servono, le percezioni raccontano con le emozioni e, a volte, con le immagini, la verità della vita emotiva. Per comprendere il linguaggio del cuore, bisogna sospendere il giudizio e permettersi di entrare in una realtà priva delle coordinate in cui ci muoviamo abitualmente.

La reciprocità dell’amore si manifesta in una dimensione della coscienza che non scorre nel tempo, ma esiste in una a-temporalità fatta di sensazioni e stati d’animo, e priva dei riferimenti con cui normalmente interpretiamo le cose. Purtroppo, l’abitudine a osservare sempre e soltanto la materialità degli avvenimenti, insieme all’uso costante dei parametri spazio temporali e delle nostre innumerevoli protesi tecnologiche, ci ha progressivamente disabituato a riconoscere la voce silenziosa che appartiene alla dimensione affettiva, rendendo difficile individuarne e interpretarne i significati.

Tutti presi a rincorrere il possesso di beni di consumo sempre più sofisticati e inutili, abbiamo lasciato che la concretezza si trasformasse nell’unica realtà che giudichiamo attendibile e abbiamo perso il contatto con la verità interiore e soggettiva che appartiene all’amore. Così, nel tempo, la conoscenza emotiva si è offuscata, portandoci a delegare alla materialità e alla tecnologia, la gestione di tutti i nostri rapporti.


Dott. ssa Carla Sale Musio

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