lunedì 26 ottobre 2015

PANSA ATTACCA I COMUNISTI: PERCHÉ STANNO SEMPRE COI LADRI

Non ho mai votato per Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia. E non credo che in futuro la voterò. Però giovedì sera ho ammirato molto questa giovane donna impetuosa, una vera capopopolo, per di più anche bella. Era a “Piazzapulita”, il talk show di Corrado Formigli, sulla Sette. Il dibattito riguardava la storia arcinota del pensionato lombardo che ha ucciso con un colpo di rivoltella un albanese che in piena notte stava entrandogli in casa per rapinarlo o pestarlo. E la Meloni si è trovata da sola contro una pattuglia di maestroni superbi, schierati in difesa del malvivente e pronti a spaccare il capello in quattro (per dare addosso al pensionato armato di pistola.

Facciamoli i nomi di questi maestroni arroganti. Il primo è il conduttore di Piazzapulita, il Formigli. Credo di conoscerlo bene. Quando aveva una trasmissione su Sky, “Controcorrente”, ero spesso suo ospite. Ne apprezzavo l’equilibrio e la capacità di non avere pregiudizi. Mi sorprendeva sempre e, credo, sorprendesse anche il pubblico che lo seguiva. Una delle regole di Eugenio Scalfari, il fondatore e per un ventennio direttore di Repubblica, sosteneva che i quotidiani devono essere libertini, ossia pronti a contraddirsi e così stupire i propri lettori. Oggi la Repubblica di Ezio Mauro è diventata una caserma, dove non c’è posto per gli eretici. Infatti è un giornalone super noioso e perde copie come quasi tutti i quotidiani.

Da libertino che era, Formigli si è mutato in un predicatore ortodosso e lo si è visto giovedì sera. Contro la grintosa Meloni, ha schierato un trio marmoreo: se stesso, Umberto Ambrosoli, il capo Pd nel consiglio regionale lombardo, e David Parenzo.
Confesso che la presenza di Parenzo mi ha stupito. È un esperto di sicurezza? No. È un saggio tuttologo? Neppure. È soltanto la spalla del grande Giuseppe Cruciani della “Zanzara”, il talk show radiofonico più pazzo del mondo. Mi capita di ascoltarlo quando viaggio in auto. Cruciani è un mix fra un incantatore di serpenti e un dittatore del telefono. E spesso gli capita di trattare Parenzo come il cugino scemo che non sa distinguere la birra dal petrolio.

Eppure nella piazzetta pulita di Formigli, il Parenzo si è scatenato contro la Giorgia Meloni e, di riflesso, contro il pensionato con la rivoltella. Commettendo due errori fatali. Il primo è di mettersi contro una donna super battagliera, uno scivolone imperdonabile per un maschietto che forse avrebbe voluto fare l’attore comico, ma non ci è riuscito. Il secondo è di esporre teorie balorde sull’eccesso di legittima difesa. Tanto da obbligare la sorella d’Italia a liquidarlo con un sacrosanto: «Parenzo, sei ridicolo!».
Tuttavia lo schieramento di “Piazzapulita” è il sintomo della persistenza di un vecchio arnese della sinistra più stupida: il Tribunale del popolo. Lo ha definito così il direttore del Foglio, Claudio Cerasa. Che cosa fa il tribunale rosso ancora in vita nel 2015? Prima di tutto, condanna la vittima di un’aggressione e non l’aggressore. Poi si sforza di scovare le ragioni che hanno spinto un giovane ladro albanese a insinuarsi nell’abitazione di un sessantenne per rapinarlo.

L’immagine del Tribunale del popolo la trovo geniale. E del tutto coerente con la decadenza della sinistra italica. Siamo di fronte a un vizio vecchio di decenni. In altri tempi, la Corte d’assise rossa aveva difeso ben altre aggressioni. Volete una data? Il 1956, l’anno dell’invasione dell’Ungheria attuata dai carri armati sovietici. Anche allora la sinistra nostrana, con qualche eccezione, si schierò con l’Armata staliniana. Sessant’anni dopo, i sopravvissuti non sanno fare di meglio che schierarsi a fianco di chi rapina e ruba. E si scagliano sulla prima Giorgia Meloni che li contraddice.

Esiste infine un dettaglio mica da poco. I maestroni delle piazzette pulite rivelano di non sapere nulla dell’Italia che dovrebbero narrare in televisione. Come è ridotto il nostro paese? Non è necessario abitare nell’inferno delle grandi città per rendersene conto. Vivo in un piccolo comune toscano ed è sufficiente fare una capatina al caffè o all’edicola per raccogliere storie strabilianti. L’ultima l’ho appresa qualche giorno fa. Una signora sui cinquant’anni, una donna bella e pacifica che vive da sola, si è procurata un porto d’armi, ha acquistato una rivoltella e ha imparato a usarla frequentando il poligono di tiro in un centro vicino.
Perché lo ha fatto? Perché abita all’ultimo piano di un palazzetto con una terrazza. Teme l’arrivo di un ladro notturno che la rapini o le faccia del male. Le hanno già bruciato l’automobile, senza un motivo apparente, e questo l’ha messa in allarme. E non è l’unica ad avere paura. Il territorio in cui vive sta cambiando faccia e umore con una rapidità che stupisce.

Si diffondono gli impianti di allarme, del tutto sconosciuti sino a qualche tempo fa. Esiste un boom delle telecamere di sorveglianza che stanno fiorendo sui perimetri di molte abitazioni. Per non parlare delle inferriate a porte e a finestre. Al caffè si discute se di notte sia meglio tenere accese oppure no le luci esterne delle case. Attirano i ladri o li tengono lontani? Chi possiede un orto o un giardino lamenta la sparizione degli attrezzi da lavoro: badili, vanghe, zappe, falcetti. E c’è chi ruba persino la frutta.
A complicare la vita ci pensano i migranti che la Repubblica italiana sta distribuendo anche in centri piccoli e inadatti ad accoglierli. Tutti i supermercati della mia zona vedono schierati agli ingressi dei marcantoni di pelle nera. Inseguono le donne che escono con il carrello della spesa. Le fermano per chiedergli l’elemosina con toni arroganti. Ma non hanno l’aspetto dei mendicanti. Sono giovani, robusti, vestiti bene, possiedono cellulari di ultima generazione che sono diventati i loro giocattoli. Qualcuno si chiede: «Chi gli pagherà le ricariche?». Ecco un enigma banale che non trova risposta.

Nella narrativa renzista non c’è spazio per le tante Italie costrette a vivere in questa trincea non ancora di guerra, ma di certo molto fastidiosa. E nessuno è in grado di prevedere quali mutamenti politici produrrà l’insicurezza che sta guastando l’esistenza di tante persone per bene. L’ipotesi più banale è che sarà il Salvini della Lega a trarne il vantaggio più grande. A condizione che non lasci senza briglie i personaggi come il sindaco di Borgosesia, una comparsa grottesca che si presenta in tivù impugnando una rivoltella. Anche la politica, e non soltanto in Italia, ha dei sommovimenti che, lì per lì, non si vedono. In Europa stanno sugli scudi partiti nuovi, tutti di estrema destra. Ma nessuno è in grado di prevedere che cosa stia accadendo sotto i nostri piedi, in un territorio sconosciuto e ancora buio. Non esiste soltanto il Califfato nero dell’Isis. La storia del mondo ci ha insegnato che possono manifestarsi dei diavoli, o delle bestie immonde in forme umane, in grado di trasformare in un inferno anche la nazione più mite e felice. Chi crede nel Padreterno lo preghi di proteggerci. Chi non ci crede rimanga calmo. E si affidi alla solerzia della stazione dei carabinieri vicina alla sua casa. Signor maresciallo, ci aiuti lei. Non per nulla indossa la divisa della generosa Benemerita.

Giampaolo Pansa

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