Dopo aver visto -The Martian- al cinema mi è tornato alla mente qualcosa di già visto… questa anticipazione sulle patate per chi non ha visto il film potrebbe essere fastidiosa, ma ci sono accenni anche nel trailer quindi non credo di aver fatto spoiler. Ebbene sì c’era già qualcuno che aveva tentato una dieta esclusivamente di patate e non per finzione, anche se “solo” per 60 giorni, tale Chris Voigt.
Le patate comuni a mio parere sono un buon alimento soprattutto quando in sostituzione di farinacei, in genere sono però considerate un alimento ingrassante, la scuola di Harvard le ha considerate addirittura obesogeniche, favorenti il diabete e le malattie cardiache, puntando il dito sull’indice glicemico. Dal punto di vista nutrizionale hanno affermato che sono modeste apportatrici di vitamine e sali minerali, proponendo un alternativa di broccoli, cereali integrali e fagioli.
Anche Lorain Cordain (cofondatore della Paleodieta) afferma che le patate sono da evitare, la sua esperienza personale con le patate bollite a colazione è molto negativa e anche lui punta il dito sull’indice glicemico, poi amplia il discorso a lectine e saponine.
Tra i cibi a basso costo Ray Peat considera le patate migliori di fagioli o avena, danno meno problemi digestivi se cotte molto bene. Essendo lui poco favorevole in generale agli amidi perché aumentano le endotossine e riconoscendo l’alto indice glicemico consiglia di unire burro/olio di cocco ma avverte che in questo modo ingrassano di più. Sul fronte proteico invece considera le patate una fonte bilanciata di amminoacidi che non contribuiscono all’infiammazione, se poi si fa un centrifugato di patate il succo ottenuto è ricco di chetoacidi che possono essere convertiti in amminoacidi se non vengono usati prima per produrre energia, utile in organismi molto stressati.
Dopo le raccomandazioni degli esperti torniamo su Chris Voigt che si è tuffato in questo esperimento fai da te. Chris promuove l’industria delle patate e ne è il presidente nella commissione di Washington, sicuramente è di parte ma la sua azione è stata una reazione alla decisione della Federal WIC di toglierle dal menù perché ritenute non salubri.
Ha stimato il suo fabbisogno calorico in 2.200Kcal, le prime 3 settimane però si è fermato a 1.600Kcal. Oltre alle patate ha usato soltanto una piccola parte di olio di canola per friggerle e olio d’oliva per arrostirle. Una stima indicativa della ripartizione dei macronutrienti:
75-80% Carboidrati
10% Proteine
10-15% Grassi
Somiglia molto ad una dieta vegan 80/10/10, solo che al posto della frutta ci sono le patate. La durata di 60 giorni è interessante perché molte diete restrittive/sbilanciate possono essere benefiche in tempi stretti (1 mese) per poi evidenziare successivamente carenze nutritive più o meno gravi. Basta dire che anni fa quando feci la dieta senza muco di Arnold Ehret il primo mese stetti meglio del solito per poi sprofondare in uno stato di salute disastroso. Chris ha notato che le patate sono molto facili da digerire e che andava regolare al bagno, anche se leggermente meno del suo solito. Le prime 3 settimane non riusciva ad assumere più di 1.600kcal dalle patate perché lo saziavano parecchio e alla terza settimana aveva già perso 5,5 Kg! Nelle 5 settimane e mezzo residue si è sforzato di mangiare sempre 2.200Kcal ma ha solo rallentato la perdita di peso, di ulteriori 4Kg, stimando che da quando era su quella dieta il fabbisogno basale era salito a 2.800Kcal!
Oltre alla perdita di peso sono indicativi i parametri sanguigni, la glicemia è passata da 104 a 94 mg/dL , i trigliceridi si sono dimezzati, il colesterolo LDL è sceso del 41% (da 142 a 84 mg/dL) mentre quello HDL è aumentato leggermente, nel complesso il colesterolo è sceso da 214 a 147.
Ammette la difficoltà del monopiatto, desiderava anche altri cibi soprattutto di diversa consistenza, cita desideri di mela, cetrioli, carote e sedano. Nel complesso i livelli di energia gli sembravano uguali salvo poi accorgersi finita la dieta delle patate che mangiando come prima l’energia calava. In questi 60 giorni non si è beccato i raffreddori che giravano per la casa, dormiva benissimo e incredibile per lui ha smesso di russare.
In barba alle lectine e alle saponine ha mangiato le patate (variando molto, bianca, gialla, rossa…) quasi sempre con la buccia, quindi non si è nemmeno posto il problema della solanina che effettivamente potrebbe esserci, le patate sane (né verdi né germogliate) ne hanno 75 mg per kg , la dose tossica di solanina per un uomo di 70Kg si aggira sui 200mg, quindi siamo vicini a tale importo.
Non conosco come sia stata la ricomposizione corporea di Chris dopo 1200 patate (60gg di patate – 20 al giorno), specialmente perché ci sarà stato un apporto proteico minore, ma dal punto di vista degli amminoacidi sono valide e se concentrate possono benissimo rimpiazzare le proteine nei mangimi tanto che si affacciano sul mercato proteine concentrate di patata per gli sportivi.
Questa dieta non è stata fatta per moda ma per dimostrare che le patate in un contesto dietetico ragionato non sono affatto dannose nonostante l’indice glicemico, l’importo calorico alla fine ha sempre la sua importanza, ci sono popoli che sussistono in larga parte con le patate, gli Aymara delle Ande per esempio, oppure gli irlandesi del 18° secolo che sussistevano su una dieta con 87% di patate (fatta salva la carenza di vitamina A). Ma quando eticamente si potevano fare esperimenti sugli umani si provò già allora a determinare il minimo requisito proteico dando da mangiare solo patate e burro chiarificato. Il Dr. M. Hindhede pubblicò nel 1913 il suo esperimento su 3 uomini che constatava in una dieta di patate e ghee, per una durata di 309 giorni mentre questi facevano il loro normale lavoro fisico ed il risultato è che questi divennero magri ed atletici. Nel 1927 ci fu un altro studio su due volontari per una durata di 5,5 mesi, dieta di patate con un po’ di burro/strutto, il bilancio azotato rimase costante in entrambe le persone, un uomo, un atleta, ed una donna sedentaria. Entrambi riferiscono digestioni ottime ed elevata energia.
L. Cordain (in Consumption of Nightshade Plants – Part 1) riferisce che le patate aumentano le citochine infiammatorie ma gli studi si riferiscono alle patatine fritte ed uno studio in un contesto dove cambiano due fattori dietetici, quindi non attendibili.
Per i curiosi è ancora attiva la pagina Facebook di Chris Voigt dove pubblicizza le patate grazie al suo esperimento.
fonte:.mangiaconsapevole.
Anche Lorain Cordain (cofondatore della Paleodieta) afferma che le patate sono da evitare, la sua esperienza personale con le patate bollite a colazione è molto negativa e anche lui punta il dito sull’indice glicemico, poi amplia il discorso a lectine e saponine.
Tra i cibi a basso costo Ray Peat considera le patate migliori di fagioli o avena, danno meno problemi digestivi se cotte molto bene. Essendo lui poco favorevole in generale agli amidi perché aumentano le endotossine e riconoscendo l’alto indice glicemico consiglia di unire burro/olio di cocco ma avverte che in questo modo ingrassano di più. Sul fronte proteico invece considera le patate una fonte bilanciata di amminoacidi che non contribuiscono all’infiammazione, se poi si fa un centrifugato di patate il succo ottenuto è ricco di chetoacidi che possono essere convertiti in amminoacidi se non vengono usati prima per produrre energia, utile in organismi molto stressati.
Dopo le raccomandazioni degli esperti torniamo su Chris Voigt che si è tuffato in questo esperimento fai da te. Chris promuove l’industria delle patate e ne è il presidente nella commissione di Washington, sicuramente è di parte ma la sua azione è stata una reazione alla decisione della Federal WIC di toglierle dal menù perché ritenute non salubri.
Ha stimato il suo fabbisogno calorico in 2.200Kcal, le prime 3 settimane però si è fermato a 1.600Kcal. Oltre alle patate ha usato soltanto una piccola parte di olio di canola per friggerle e olio d’oliva per arrostirle. Una stima indicativa della ripartizione dei macronutrienti:
75-80% Carboidrati
10% Proteine
10-15% Grassi
Somiglia molto ad una dieta vegan 80/10/10, solo che al posto della frutta ci sono le patate. La durata di 60 giorni è interessante perché molte diete restrittive/sbilanciate possono essere benefiche in tempi stretti (1 mese) per poi evidenziare successivamente carenze nutritive più o meno gravi. Basta dire che anni fa quando feci la dieta senza muco di Arnold Ehret il primo mese stetti meglio del solito per poi sprofondare in uno stato di salute disastroso. Chris ha notato che le patate sono molto facili da digerire e che andava regolare al bagno, anche se leggermente meno del suo solito. Le prime 3 settimane non riusciva ad assumere più di 1.600kcal dalle patate perché lo saziavano parecchio e alla terza settimana aveva già perso 5,5 Kg! Nelle 5 settimane e mezzo residue si è sforzato di mangiare sempre 2.200Kcal ma ha solo rallentato la perdita di peso, di ulteriori 4Kg, stimando che da quando era su quella dieta il fabbisogno basale era salito a 2.800Kcal!
Oltre alla perdita di peso sono indicativi i parametri sanguigni, la glicemia è passata da 104 a 94 mg/dL , i trigliceridi si sono dimezzati, il colesterolo LDL è sceso del 41% (da 142 a 84 mg/dL) mentre quello HDL è aumentato leggermente, nel complesso il colesterolo è sceso da 214 a 147.
Ammette la difficoltà del monopiatto, desiderava anche altri cibi soprattutto di diversa consistenza, cita desideri di mela, cetrioli, carote e sedano. Nel complesso i livelli di energia gli sembravano uguali salvo poi accorgersi finita la dieta delle patate che mangiando come prima l’energia calava. In questi 60 giorni non si è beccato i raffreddori che giravano per la casa, dormiva benissimo e incredibile per lui ha smesso di russare.
In barba alle lectine e alle saponine ha mangiato le patate (variando molto, bianca, gialla, rossa…) quasi sempre con la buccia, quindi non si è nemmeno posto il problema della solanina che effettivamente potrebbe esserci, le patate sane (né verdi né germogliate) ne hanno 75 mg per kg , la dose tossica di solanina per un uomo di 70Kg si aggira sui 200mg, quindi siamo vicini a tale importo.
Non conosco come sia stata la ricomposizione corporea di Chris dopo 1200 patate (60gg di patate – 20 al giorno), specialmente perché ci sarà stato un apporto proteico minore, ma dal punto di vista degli amminoacidi sono valide e se concentrate possono benissimo rimpiazzare le proteine nei mangimi tanto che si affacciano sul mercato proteine concentrate di patata per gli sportivi.
Questa dieta non è stata fatta per moda ma per dimostrare che le patate in un contesto dietetico ragionato non sono affatto dannose nonostante l’indice glicemico, l’importo calorico alla fine ha sempre la sua importanza, ci sono popoli che sussistono in larga parte con le patate, gli Aymara delle Ande per esempio, oppure gli irlandesi del 18° secolo che sussistevano su una dieta con 87% di patate (fatta salva la carenza di vitamina A). Ma quando eticamente si potevano fare esperimenti sugli umani si provò già allora a determinare il minimo requisito proteico dando da mangiare solo patate e burro chiarificato. Il Dr. M. Hindhede pubblicò nel 1913 il suo esperimento su 3 uomini che constatava in una dieta di patate e ghee, per una durata di 309 giorni mentre questi facevano il loro normale lavoro fisico ed il risultato è che questi divennero magri ed atletici. Nel 1927 ci fu un altro studio su due volontari per una durata di 5,5 mesi, dieta di patate con un po’ di burro/strutto, il bilancio azotato rimase costante in entrambe le persone, un uomo, un atleta, ed una donna sedentaria. Entrambi riferiscono digestioni ottime ed elevata energia.
L. Cordain (in Consumption of Nightshade Plants – Part 1) riferisce che le patate aumentano le citochine infiammatorie ma gli studi si riferiscono alle patatine fritte ed uno studio in un contesto dove cambiano due fattori dietetici, quindi non attendibili.
Per i curiosi è ancora attiva la pagina Facebook di Chris Voigt dove pubblicizza le patate grazie al suo esperimento.
fonte:.mangiaconsapevole.
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