martedì 24 novembre 2015

ANCHE DAGLI USA SI INIZIANO AD ASCOLTARE VOCI AUTOREVOLI CIRCA IL RUOLO NEFASTO DELL’ARABIA SAUDITA NELLA DIFFUSIONE DEL TERRORISMO


Forti sospetti sul ruolo dei sevizi sauditi nell’attentato di Parigi. Foreign Policy: “Riyad è l’autore della tragedia Parigi per aver esportato il terrorismo fin dal 1970”.

“L’Arabia Saudita è il principale mandante degli atttentati di Parigi, visto che questo “alleato” degli USA esporta il terrorismo fin dal 1970 ed è la centrale di promozione di una ideologia religiosa violenta e settaria”, questo è quanto scrive la prestigiosa rivista statunitense Foreign Policy.


“Dalla decade del 1970, il Governo saudita e la sua consociata istituzione religiosa wahabita, hanno esportato la loro versione estremista (wahabismo) in tutto il mondo – il tutto finanziato con il denaro del petrolio”, ha informato la rivista bimestrale statunitense Foreign Policy.

Secondo l’informativa intitolata “Dopo Parigi e Beirut è arrivato il momento di attaccare l’Arabia Saudita”, il fedele alleato degli USA è quello che ha propagato da molti anni il wahabismo, una ideologia religiosa, violenta, intollerante e settaria , anche da molto prima dell’apparizione del gruppo terrorista dell’ISIS (Daesh in arabo).
Hollande e Fabius firmano accordi con la Monarchia Saudita

Dopo aver affermato che le principali ideologie dell’ISIS si intrecciano con i fondamenti del wahabismo adottato ufficialmente dal “nostro alleato”, il reporting ricorda che questa ideologia sta cercando di condurre le società islamiche ad adottare la stessa ideologia “intollerante e tipica di una epoca medievale”.
Nella decade degli anni ’70 e degli ’80 del secolo XX, aggiunge, il Governo di Riyad avveva finanziato la Direzione dell’Intelligence Inter-Service del Pakistan (ISI) per appoggiare le politiche antisovietiche in Afghanistan, dando luogo alla creazione del gruppo Talibano.


Mentre Washington era al corrente dei piani sauditi e pakistani, “desideroso di evitare la provocazione aperta ai sovietici”, aveva delegato le sue responsabilità per vedere dove andava a finire il denaro ed ha facilitato il sorgere dei gruppi terroristi che fino ad oggi giorno danneggiano l’Afghanistan, indica l’informativa.
Dall’altra parte l’articolo fa riferimento alla lunga storia di Riyad nel finanziare le moschee e la propagazione degli insegnamenti del wahabismo nella penisola balcanica, contribuendo all’inestabilità della regione ed enfatizza il fatto che, da elementi emersi nelle indagini, “sembra che la connessione tra l’Arabia Saudita e gli attentati di Parigi sia molto diretta”.

Non ha senso applicare soluzioni tattiche ai problemi del Medio Oriente, mentre l’Arabia Saudita dispone della libertà di “getttare benzina sul fuoco”, conclude l’informativa.

Nota: Potrebbe risultare utile far leggere questa informativa ai parenti dei ragazzi francesi uccisi negli attacchi di Parigi del 13 Novembre in modo che possano chiedere spiegazioni al presidente Hollande ed al suo ministro degli Esteri Laurent Fabius circa la politica di totale sottomissione agli interessi sauditi applicata dal suo governo per facilitare il business del petrolio e della vendita degli armamenti.

A questo business il presidente Hollande ed il suo sodale Fabius hanno del tutto sacrificato l’incolumità dei cittadini francesi (e degli altri) che si trovano esposti agli attacchi dei terroristi jihadisti finanziati ed istigati dalla monarchia saudita.

Arriverà il momento della “resa dei conti” per Francois Hollande ed i suoi sodali?

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