martedì 3 novembre 2015

COS’È IL DNA UMANO TROVATO NEGLI HOT DOG STATUNITENSI

Un’indagine su 354 tipi di panino ha evidenziato carenze igieniche e non-conformità nel 14% dei casi, e il 2% degli hot dog contiene materiale genetico dell’uomo


(Foto: Chris H/Flickr)

Una startup statunitense che si chiama Clear Labs ha pubblicato questa settimana i risultati di una serie di test genetici condotti su oltre trecento varianti di hot dog distribuite in dieci punti vendita del nord America. Tra le tante anomalie individuate sono emerse tracce di dna suino nei cibi venduti come se contenessero solo carne di tacchino, dna di pollo nei panini vegetariani e, udite udite,piccole quantità di dna umano.

Lo studio, partito da un’iniziativa di crowdfunding, fa parte di una serie di indagini che la stessa startup sta conducendo sui materiali genetici presenti nelle diverse tipologie di alimenti. Delle 75 marche di hot dog e burger considerate, il 10% dei panini nascondeva tracce genetiche di animali nonostante fosse venduto come prodotto vegetariano, il 3% conteneva maiale anche se era pubblicizzato come composto unicamente da carni bianche, e nel2% dei campioni qualche persona aveva lasciato il proprio materiale genetico. Secondo quanto riportato dai Clear Labs, in particolare, il dna umano è stato identificato nei due terzi dei casi all’interno degli hot dog vegetariani.


Anche se qualcuno in Rete ha subito iniziato a definire il fenomeno una forma di cannibalismo, in realtà un portavoce dei ricercatori ha già chiarito che si tratta con grande probabilità di problemi legati alla scarsa igiene alimentare.

La maggior parte del dna identificato, infatti, presumibilmente proviene da frammenti di pelle, dai capelli oppure da scaglie di unghie finite all’interno degli alimenti in qualche fase del processo produttivo.

Non mancano però gli scetticismi sull’affidabilità dei risultati riguardo al dna umano, e c’è chi sostiene – come il microbiologoJonathan Eisen dell’università della California – che tracce analoghe di materiale gentico possano essere presenti in gran parte degli alimenti di cui ci nutriamo, visto che ormai tutto il pianeta è contaminato dal dna dell’uomo.

Anche senza considerare il dna umano, resta significativo che il 14,4% delle salsicce e degli hot dog sottoposti alle analisi siano stati indicati come “problematici” a causa di carenze igieniche o per la presenza di ingredienti non corrispondenti a quanto dichiarato dai produttori.

Attualmente la Food and drug administration statunitense impone regole rigide solo per quelle sostanze ritenute nocive per la salute umana, mentre non sottopone ad alcun intervento normativo i prodotti in cui finiscono (entro i livelli consentiti) tracce di vermi, di roditori, di muffe e – evidentemente – di uomini.


BY WIRED

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