Gli ultimi dati Istat su fatturato e ordinativi dell’industria
Roma, 26 nov – Sarebbero stati almeno intellettualmente onesti, l’allegro Renzi e il grigio Padoan, se avessero ammesso, sulla base dei margini di manovra azzerati di cui dispongono,l’inevitabile capitolazione dell’economia nazionale di fronte ai venti tempestosi della recessione globale.
Invece la strana coppia ha perseverato nella novella della volta buona e della ripartenza dell’Italia, nonostante – tra gli altri pessimi indicatori – il declino generalizzato della domanda, sintetizzato dal tracollo del commercio mondiale, e la brusca frenata della Germania. Bugie per niente innocue, per di più, dal momento che in economia le false notizie di questa portata conducono direttamente a inefficienze drammatiche sia sul lato investimenti e produzione sia sul lato del consumo.
Gli ultimi dati Istatsu fatturato e ordinativi dell’industria, riferiti al mese di settembre, arrivano impietosi a ristabilire la verità, troppo tardi per rimediare alla frittata servita da un governo più dannoso che inutile.
A livello congiunturale – trimestre luglio-settembre rispetto a trimestre aprile-giugno – il fatturato complessivo diminuisce dell’1,6%(-1,9% per il fatturato interno e -1,0% per quello estero).
A livello tendenziale – settembre 2015 rispetto a settembre 2014 – il fatturato totale dell’industriacala dello 0,9%, con una flessione dello 0,5% sul mercato interno e dell’1,4% su quello estero.
Più in dettaglio, mentre i settori industriali dei beni strumentali e dei prodotti petroliferi segnano il passo in modo pesante – in accordo con la stagnazione del commercio mondiale e con la riduzione dei consumi di carburanti già segnalata su queste colonne ed essa stessa in relazione alla brusca frenata dell’economia nazionale – aumenta significativamente la produzione di mezzi di trasporto. Quest’ultimo dato potrebbe rispondere all’impennata dei crediti al consumo concessi anche a consumatori al limite della solvibilità, segnale tutt’altro che positivo e anzi rappresentativo dell’inefficienza portata dagli illusionisti al governo nelle maggiori economie mondiali (tra cui i nostri).
Per gli ordinativi totali dell’industria, si registra una diminuzione congiunturale del 2,0%, con flessioni dell’1,0% degli ordinativi interni e del 3,2% di quelli esteri.
In termini tendenziali, cioè rispetto a settembre 2014, l’indice grezzo degli ordinativi segna uncalo dello 0,8%. L’incremento più rilevante si registra, nuovamente, nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+26,4%), mentre la flessione maggiore si osserva nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-7,9%).
Un segnale del malfunzionamento del sistema traspare proprio dalla volatilità dei dati sugli ordinativi: che fine avranno fatto tutte le merci (componenti, materie prime, ecc) ordinate tra aprile e luglio, dato il calo di fatturato in settembre? In scorte di magazzino? In stock invenduti? In ogni caso, un’informazione più veritiera avrebbe probabilmente consentito, mesi fa, di buttare risorse preziose: ecco un esempio del danno prodotto dagli illusionisti di governo.
Sarà curioso vedere, ora, come Renzi e Padoan giustificheranno questi pessimi risultati. Intanto, anche alla luce dei dati Istat, la ventilata misura della distribuzione a pioggia delbonus di 500 euro ai diciottenni assume il sapore amaro dell’ultima spiaggia, quello che il precedente presidente della Federal Reserve Ben Bernanke chiamava la “gettare soldi dall’elicottero”: una manovra disperata e ancora più inefficiente delle altre, finalizzata a guadagnare qualche mese: il tempo fino alle prossime elezioni amministrative.
Francesco Meneguzzo
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