La situazione sul grasso tropicale registra due novità.
La prima riguarda la risoluzione dell’assemblea del’European Palm Oil Conference (EPOC 2015) tenuta a Milano il 29 ottobre 2015, che premia l’Italia come il paese che utilizza la maggior percentuale di olio di palma certificato sostenibile a dispetto della situazione gravissima che si è creata in Indonesia a causa di migliaia di incendi dolosi che rendono l’aria irrespirabile, distruggendo foreste e territori vergini dove vivono oranghi e altre animali per lasciare spazio alle coltivazione della palma da olio.
Si tratta di una situazione drammatica e difficilmente immaginabili in occidente dove si preferisce continuare a fare affari pensando di essere immuni solo perché l’olio proviene da aree che sono state distrutte e trasformate in palmeti solo qualche anno prima.Il giovane franco indonesiano Chanee ha rivolto un appello contro gli incendi
Pe rendesene conto basta vedere il video del giovane franco indonesiano Chanee vedi foto che vive da quasi vent’anni sull’isola di Borneo, e rivolge un appello al presidente indonesiano per denunciare l’industria dell’olio di palma come principale responsabile degli apocalittici roghi che stanno devastando da mesi l’arcipelago del Sud-est asiatico.
La seconda notizia riguarda la dichiarazione degli industriali italiani che, dopo avere investito oltre un milione di euro con pubblicità ingannevoli per convincere i consumatori che il palma è un buon ingrediente, hanno capito che gli italiani non vogliono il palma. Per questo cresce il numero di aziende alimentari convinte di sostituirlo con altri oli vegetali. La lobby però continua ad operare, adesso in Italia sono scese in campo direttamente le imprese del sud est asiatico che commercializzano l’olio in Europa.
Pe rendesene conto basta vedere il video del giovane franco indonesiano Chanee vedi foto che vive da quasi vent’anni sull’isola di Borneo, e rivolge un appello al presidente indonesiano per denunciare l’industria dell’olio di palma come principale responsabile degli apocalittici roghi che stanno devastando da mesi l’arcipelago del Sud-est asiatico.
La seconda notizia riguarda la dichiarazione degli industriali italiani che, dopo avere investito oltre un milione di euro con pubblicità ingannevoli per convincere i consumatori che il palma è un buon ingrediente, hanno capito che gli italiani non vogliono il palma. Per questo cresce il numero di aziende alimentari convinte di sostituirlo con altri oli vegetali. La lobby però continua ad operare, adesso in Italia sono scese in campo direttamente le imprese del sud est asiatico che commercializzano l’olio in Europa.
fonte:ilfattoalimentare
Nessun commento:
Posta un commento