Novità interessanti sui tre grandi eventi recenti: l'aereo di linea russo abbattuto, gli attentati di Parigi e l'attacco al bombardiere russo
Tre eventi importanti hanno influenzato il corso della guerra in Siria nell'ultimo mese: l'incidente del volo 9268 dell'airbus Metrojet nel Sinai, il 31 ottobre; gli attentati di Parigi di venerdì 13 novembre; l'attentato contro un Sukhoi 24, il 24 novembre scorso.
L’airbus Metrojet
Inizialmente, l'incidente occorso al Metrojet non fu giudicato quale attentato terroristico. I primi rapporti parlavano delle cattive condizioni dell'aereo, della mancanza di manutenzione, di precedenti problemi tecnici, della possibile avaria dei motori. I rapporti, tuttavia, erano contraddittori e generavano non poche confusioni: i piloti avrebbero richiesto l'autorizzazione per un atterraggio d'emergenza – no, non è vero; l'aereo avrebbe bruscamente cambiato direzione ed altitudine a diverse riprese – no, anche questo è falso; non sarebbero state trovate tracce d'esplosivo – sì, c'erano evidenti tracce d'esplosivo a bordo.
Nel giro di pochi giorni, tanto le versioni del complotto che quelle contro il complotto hanno preso corpo e si sono diffuse, sia in Russia che altrove, come quella secondo cui a provocare l'esplosione sia stata una bombola subacquea, uguale a quella usata solitamente dai sub di Sharm-El Sheik.
Ecco una coincidenza interessante: in quei momenti stava svolgendosi un'esercitazione congiunta – Blue Flag – tra gli eserciti israeliano e americano, proprio nei pressi della zona dell'incidente. La collisione è avvenuta a 30 miglia dalla frontiera israeliana ed è noto che Israele utilizzi i droni per uccidere i suoi nemici nel Sinai. L'esercitazione comprendeva “lanci simulati contro dei lanciarazzi nemici, convogli e aerei”, secondo il rapporto ufficiale. Come le mettiamo se alcuni di questi lanci non sono stati proprio simulati? Non parlo necessariamente della distruzione intenzionale dell'aereo di linea russo: un missile può pur sempre allontanarsi dal bersaglio. L'esercitazione doveva finire il 3 novembre. Tuttavia, dopo l'incidente, si è detto che le esercitazioni erano già terminate il 29 ottobre. Un notiziario online israeliano ha chiesto alla portavoce dell'esercito quando hanno avuto termine le esercitazioni, ottenendo la seguente risposta: il 3 novembre. Il sito ha posto la stessa domanda un'altra volta, facendo riferimento all'incidente. Questa volta la riposta è stata: il 29 ottobre. Questo scarto non costituisce certo una prova e, d'altra parte, questa versione non ha ottenuto molti consensi. Ciò nonostante, la notizia è stata ripresa da un sito americano e, in seguito, da un sito russo radicale puro e duro (sono stato accusato di dissimulazione per essere stato recalcitrante a considerare le cattive intenzioni degli israeliani). Non credo che questa sia la spiegazione vera, ma soltanto una delle tante versioni della verità.
A lungo la Russia ha negato che si fosse trattato di un azione nemica e ha cercato le tracce dell'avaria tecnica, benché UK e USA suggerissero la pista terroristica. Daesh (ISIS) ha dichiarato di avere abbattuto l'aereo con un missile e ha pubblicato un video della presunta esplosione. Questa rivendicazione è stata accolta con freddezza, perché i missili MANPAD non possono raggiungere l'altezza di volo degli aerei di linea. È mancato poco perché Daesh rivendicasse anche l'affondamento del Titanic.
I Russi hanno pianto i loro morti e la loro campagna di Siria è continuata con successo sulla terra, malgrado che l'Occidente continuasse a condannarli per gli attacchi contro l'opposizione moderata, ma i russi hanno continuato sostenendo di combattere Daesh “e altri gruppi simili”
Gli attentati di Parigi
Gli attentati de Parigi hanno cambiato le cose. Centotrenta persone sono state uccise e l’attacco è stato rivendicato da Daesh. Non si è trattato di un'azione sofisticata: ha richiesto circa 7.000 € (7.500 $), benché i danni provocati si contano in miliardi e in migliaia di miliardi gli stanziamenti di bilancio a favore delle industrie della sicurezza. Daesh ha rivendicato la responsabilità, come non ha mai fatto Al-Quaeda per le Torri Gemelli.
Questa volta, c'è stato una grande empatia di tutto il mondo, compresa la Russia. Il popolo russo si sente molto vicino alla Francia e a Parigi – probabilmente come gli Americani della generazione di Scott Fitzgerald. Parigi è il luogo dove i buoni russi – come i buoni americani – vanno per morire, per citare Oscar Wilde. Majakoski, il grande poeta russo degli anni '20 del secolo scorso, disse questo: “Avrei una gran voglia di vivere e di morire a Parigi, se Mosca non esistesse”. L'amore per la Francia e per Parigi è stato il marchio di fabbrica della nobiltà russa del XVIII secolo: la generazione di Puskin ha appreso il francese prima di imparare la propria lingua. I russi amano sentirsi europei e la Francia è l'unico paese in Europa sul quale si appoggiano veramente. In Francia ci lanciano appelli alla vendetta e i russi li hanno accolti. Vorrebbero andare in guerra in coalizione con la Francia, come nella Prima e nella Seconda guerra mondiale. Gli attentati di Parigi si sposavano alla grande con la campagna di Putin per distruggere Daesh. Diciotto giorni dopo l'incidente dell'aereo civile e quattro dopo gli attentati di Parigi, i russi hanno dichiarato che il loro aereo di linea è stato abbattuto da Daesh. Le numerose affermazioni fatte in precedenza sono state tutte smentite e reinterpretate in funzione della nuova versione. Al posto dell'Occidente contro la Russia, si è delineata l'alleanza tra la Russia e la Francia contro tutto il resto.
Daesh si è comportata come un buon scolaro e ha accettato la responsabilità dell'incidente il giorno dopo. Hanno pure concordato la loro versione: in precedenza, avevano parlato di un missile, ora, d'accordo con i russi, hanno detto d'averlo fatto con una lattina di Schweppes. Nessuno si è chiesto come sia stato possibile mettere 1,5kg di TNT dentro una lattina per bevande gassate e così la coalizione russo-francese ha cominciato a prendere forma.
La televisione russa a diffuso le immagini dell'incontro tra la portaerei francese Charles de Gaulle con l'incrociatore lancia missili russo Moskva sulle coste siriane, dimostrazione simbolica di due grandi nazioni che si accingono alla loro battaglia comune contro i barbari.
Per un poco, i Russi hanno dimenticato d'essere partiti per la Siria sotto l'invito del suo governo, quando il presidente francese ha definito Assad come un male peggiore della peste nera del Daesh. I francesi hanno bombardato Daesh e i russi hanno scritto «Per Parigi!» sulle loro bombe.
Oggi molti russi pro-Occidente si sentono “bianchi” (1) dopo essere stati infettati dalla retorica razzista dell'Occidente, in seguito alla caduta del sistema sovietico, e avere subito un afflusso di migranti dall'Asia centrale. Hanno ugualmente importato il discorso nazionalista europeo piangendo l'Europa e la Francia inondati dagli immigrati di colore. Per come la vedono loro, le ondate di rifugiati arabi e gli attacchi terroristici di Parigi sono fusi in una sola battaglia all'interno dello scontro delle civiltà.
Il collegamento israeliano con ebrei influenti in Russia ha aggiunto l'elemento del pregiudizio anti-arabo. Un importante blogger russo e cittadino israeliano, Anton Nosik, che ostenta la sua connessione con Israele, ha pubblicamente richiesto 'uccisione di tutte le donne e dei bambini in Siria. Ha anche accusato i Muftì musulmani in Russia – per la verità assai moderati – d'avere finanziato l'attentato all'aereo civile della Metrojet. Michael Weller, uno scrittore di best-seller, ha pubblicato un libello razzista contro gli arabi dalla pelle scura che hanno sommerso l'Europa. I due appelli al genocidio sono stati pubblicati dal sito Echo Moskvy, il più importante sito pro-occidentale, ultra liberale e contro Putin della Russia. Il capo del Mossad ha inneggiato a bombardare la Siria come si fece per Dresda: in Germania, fino a mezzo milione di civili sono stati uccisi durante i bombardamenti operati dalle forze aeree anglo-americane (2), come descritto da Kurt Vonnegut. Per non restare ai margini delle operazioni, Israele ha bombardato gli alleati dei russi in Siria: l'esercito siriano e Hezbollalh.
A questo punto della storia, il presidente francese Hollande si è condotto negli States per provare a costruire una grande coalizione contro Daesh.
L’attacco contro il Sukhoi 24
Lo spirito della cooperazione russa con l’Occidente era al suo apogeo, quando un missile aria-aria turco, lanciato da un caccia F-16, ha abbattuto il bombardiere tattico russo Su-24M. Secondo i turchi, il kamikaze era rimasto circa 17 secondi nello spazio aereo turco ed è stato abbattuto all'interno dei confini siriani, ad un miglio dalla frontiera turca. Secondo i russi, il bombardiere non aveva superato il confine turco e, in ogni caso, si trattava di un'imboscata mortale pianificata.
Questo evento ha ridotto in pappa le illusioni russe: la breve stagione che era iniziata con la distruzione dell'aereo di linea e che si era prolungata con gli attentati di Parigi è finita brutalmente con il lancio col paracadute dei piloti del bombardiere russo tra le colline del nord-ovest della Siria. Durante questo periodo irreale, i russi hanno cercato di convincere il mondo, e si erano convinti essi stessi, che la grande coalizione del 1941-1945 fosse tornata e che si sarebbero battuti fianco a fianco con francesi e americani contro il loro comune nemico.
Un solo missile e due dolci sogni sono svaniti nello stesso istante del disgraziato bombardiere Sukhoi.
L’attentato non è stata una sorpresa per me né doveva rappresentarla per voi: in verità, vi avevo avvisati, cari lettori, appena un mese fa. Il 19 ottobre 2015 ero stato avvisato dai miei corrispondenti turchi del gruppo Shamireaders. Avevo diffuso questa avvertenza il 22 ottobre: «Erdogan prevede di condurre la Turchia al piede di guerra con la Russia. Erdogan ha dato ordini per abbattere aerei russi operanti in Siria, con l'accusa che essi hanno violato lo spazio aereo turco». Avevo pubblicato questo avviso anche su uno dei più importanti giornali russi qualche giorno più tardi.
L’attentato è stato uno choc terribile per i russi, perché non si attendevano affatto un attacco da parte dei turchi. I russi sono stati sconfitti dalla loro stessa retorica. Parlavano senza sosta della necessità di lottare contro il terrorismo e si erano convinti che il mondo fosse sulla loro stessa lunghezza d'onda. I turchi li hanno svegliati. Naturalmente, i turchi e i loro alleati della NATO si sono rivoltati contro la Russia. La richiesta russa della necessità di combattere Daesh aveav per loro un valore propagandistico e non già un carattere operativo. I russi se ne sono accorti solo dopo questi fatti tragici.
I giornali arabi dicono che il presidente Erdogan ha ottenuto la benedizione del presidente Obama per l'operazione dopo il loro incontro al summit del G20 in Turchia. Dicono anche che il momento è stato scelto per far fallire la missione di Hollande. Non sappiamo se ciò sia vero, ma gli Stati Uniti e altri membri della NATO hanno espresso il loro sostegno per l'attacco turco. La Francia non ha esitato nemmeno un attimo. Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, «ha espresso la sua solidarietà alla Turchia ed il sostegno alla sua integrità territoriale». La decisione statunitense di sanzionare un uomo d'affari russo per avere fatto affari con Bachar Al-Assad ha ricordato a tutti che, per gli Stati Uniti, il principale nemico in Siria è e sarà ancora il governo legittimo della Siria, sebbene che lo Stato Islamico (Daesh) sia un alleato indisciplinato.
I turchi hanno premeditato il loro attacco al bombardiere russo perché proteggono Daesh e ne sono i tutori nella regione. La settimana scorsa le autorità di Daesh a Racca hanno abbandonato l'uso della lira siriana come moneta legale del territorio e adottato la lira turca all'interno del califfato. I turchi acquistano la maggior parte del petrolio estratto da Daesh, anche se una parte di questo petrolio riesce a trovare la via di Damasco.
È difficile contestare il governo di Assad per i suoi tentativi di recuperare almeno una parte del suo petrolio rubato da Daesh. Tuttavia, una tale giustificazione non può essere accordata ai turchi.
Pare che il figlio di Erdogan sia personalmente implicato nell'acquisto di petrolio rubato, ma, che l'accusa sia vera o falsa, non vi è dubbio che il petrolio giunga in Turchia.
Dare un senso a tutto ciò
Dobbiamo rianalizzare le ragioni della guerra siriana per fare in modo che gli eventi attuali abbiano un senso. Non è vero che il popolo siriano ha deciso di levarsi contro il suo tiranno. La guerra in Siria è stata lanciata dall'Occidente nel 2011 per abbattere Bachar Al-Assad ed il suo regime, all'interno di una campagna d'eliminazione degli Stati che, durante la guerra fredda, erano vicini all'Unione Sovietica. Di ciò sappiamo abbastanza da quando Wikileaks ha rivelato il contenuto di molti cables dell'ambasciata americana a Damasco. La Francia ha sostenuto il movimento per rivendicare i suoi interessi di natura neo-coloniale, essendo stata la Siria un suo protettorato. I vicini della Siria hanno avuto anche loro delle ragioni per appoggiare la campagna guidata dagli USA.
Israele voleva “somalizzare” (ossia, distruggere l'autorità dello Stato, come avvenuto in Somalia) la Siria per provocarne la frantumazione, come previsto dal suo “piano Yinon”. Israele voleva piazzare un'entità sunnita tra i suoi nemici, Iran e Hezbollah. Il Quatar voleva costruire un gasdotto verso la Turchia attraverso la Siria (3), ma Bachar Al-Assad non era d'accordo. I sauditi volevano eliminare Assad, perché era alleato dell'Iran. Non vogliono che un alawita come Assad si presenti in paesi musulmani. Erdogan voleva piazzare un islamista moderato a Damasco nel suo tentativo di ricreare l'impero ottomano. Insieme al Qatar, era intenzionato a realizzare il gasdotto. Insieme ai sauditi, voleva che i Fratelli Musulmani unissero gli Arabi. In oltre, Erdogan era convinto della vittoria e che Assad sarebbe in caduto in poche settimane.
Sono passati quattro anni e le motivazioni di ciascuno restano sempre le stesse. Questi paesi hanno già speso molti soldi. Si sentivano vicini ai loro obiettivi. Con l'arrivo della Russia, però, il regime di Assad ha riacquistato nuove prospettive di vita. La Turchia era la più infastidita, perché s'era fatto carico dello sforzo militare, dato un tetto ai rifugiati, armato i combattenti. I turchi non sono contenti che la Russia abbia tagliato la boa di salvataggio di Daesh combattendone i traffici; avrebbe, invece, voluto proteggere diversi gruppi islamisti, alcuni dei quali etnicamente amici e parenti, mentre altri sono solo alleati ideologici e religiosi.
Furiosi, i turchi hanno attaccato l'aereo russo per esprimere la loro collera. Speravano che la NATO avrebbe impedito una risposta violenta da parte della Russia e, idealmente, condurre delle operazioni militari contro la Russia, sostenendo in tal modo i ribelli siriani.
Gli Stati Uniti hanno approvato questa azione per un'altra ragione: volevano testare la determinazione russa e lo stato della sua preparazione militare. È impossibile, se non in battaglia, fare corrette valutazioni sulla forza del nemico. Questa affermazione è vera e lo è particolarmente per i russi. Diversi dossiers argomentano la debolezza militare della Russia. Si ricorda che, negli anni '30, i giapponesi fecero diverse incursioni aeree nella Russia sovietica. Queste incursioni furono respinte in modo assai convincente, tanto il Giappone preferì siglare un trattato di non aggressione con l'URSS. Ad ovest, invece, i sovietici fallirono contro la Finlandia e Hitler giudicò la Russia una preda facile. Nel 2008 la Georgia provò ad attaccare le forze russe: il presidente georgiano Saakachvili si vantava di potere raggiungere Mosca senza trovare alcuna resistenza. Il suo esercito fu battuto in appena tre giorni. La Turchia è molto più forte della Georgia ed una guerra turco-russa fornirebbe le giuste informazioni sulla potenza militare russa.
I russi ne sono consapevoli e, cagione di ciò, hanno utilizzato i loro missili cruise e i loro bombardieri strategici di lunga gittata in Siria. Volevano impressionare i generali americani per non essere provocati in battaglia.
I russi sono stati contrariati dal sostegno della NATO alla Turchia. Speravano che gli europei avrebbero avuto riconoscenza nella Russia che si batte per l'Europa contro Daesh. Non ne era il caso, visto che i russi avevano davvero bombardato massicciamente Daesh in una furiosa campagna di vendetta denominata “Pour Paris”.
Pertanto, hanno deciso di rinviare la loro risposta all'attacco del bombardiere. Putin non vuole combattere contro la Turchia, se può evitarlo; tanto meno vorrebbe battersi contro la NATO. Probabilmente, però, una risposta dovrà essere adottata. La consegna degli S-400 alla Siria ne fornisce gli strumenti. Un aereo turco in missione di bombardamento sui Curdi o l'Iraq rischia di sostenere il peso della risposta russa.
Israël Shamir è un giornalista indipendente che vive a Mosca. Scrive frequentemente di relazioni internazionali e di relazioni israelo-arabi. Può essere contattato all'indirizzo: adam@israelshamir.net
Fonte: http://lesakerfrancophone.net/
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