La Russia ha presentato immagini satellitari e da ricognitori senza pilota riprese in Siria e che mostrano il traffico petrolifero organizzato dallo SI in Turchia. Le immagini sono così evidenti che non richiedono alcun commento. [1]
Il portavoce del Pentagono, colonnello Steven Warren, sembra mancare di senso comune rifiutando l’idea che la Turchia collabori in qualsiasi modo con lo SI e accusando la Russia. Anche se il Pentagono sa del traffico petrolifero siriano da molti anni, non fece mai niente per fermarlo. I generali russi sono i primi a fornire prove concrete per punire il colpevole, ovvero la Turchia. Non solo il segnale dal Pentagono sembra incoraggiare Turchia e SI a continuare il contrabbando di petrolio siriano, ma rende gli Stati Uniti complicu del gangster Erdogan, mentre guidano la presunta coalizione anti-SI. L’UE è in procinto di estendere le sanzioni economiche imposte alla Russia il 20 marzo 2014, che adottò su proposta degli Stati Uniti (complici del mafioso Erdogan) per il presunto coinvolgimento nella guerra civile in Ucraina. Tale partecipazione non fu mai in alcun modo dimostrata, ma ancora una volta si tratta solo della volontà degli Stati Uniti. Sebbene droni da ricognizione e satelliti-spia dell’esercito statunitense, potenti quanto quelli russi, coprano il territorio dell’Ucraina, gli Stati Uniti non poterono mai fornire alcuna prova delle loro pretese, a differenza della Russia che dimostra tutte le dichiarazioni sul contrabbando tra Turchia e SI. L’unica prova fornita dagli Stati Uniti dai loro satelliti da ricognizione erano immagini di unità militari russe a 75 km dal confine con l’Ucraina. La stampa occidentale fece un’enorme propaganda con foto di colonne di carri armati, suggerendo la massiccia invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Queste foto, presumibilmente riprese in Ucraina, furono consegnate alla stampa dal Comitato delle Forze Armate del Congresso degli Stati Uniti che le avrebbero ricevute dagli omologhi ucraini. Ma si scoprì che le foto risalivano al 2008 e furono prese in Ossezia del Sud da fotografi di Associated Press e Agence France Presse.
La situazione è questa: la Russia, che guida la lotta concreta al terrorismo in Siria, ha subito perdite nell’attentato terroristico contro l’Airbus 321 con 224 persone a bordo sulla penisola del Sinai, e nell’attacco al cacciabombardiere Su-24 da parte dell’aviazione turca sul territorio siriano. È la Russia che fornisce la prova dei finanziamenti allo SI con il contrabbando di petrolio in Turchia, membro della NATO e della coalizione anti-SI guidata dagli Stati Uniti e aspirante membro dell’UE. Tuttavia, l’UE ha una diversa unità di misura per la Russia, rispetto a quella per la Turchia che finanzia il terrorismo. Inoltre, Erdogan amico dei terroristi, ha ricevuto anche un assegno dall’Unione europea da 3 miliardi di dollari, presumibilmente per fermare il flusso di rifugiati verso l’Europa. Finanziando un finanziatore del terrorismo, l’UE schiaffeggia le famiglie delle vittime del 13 novembre a Parigi. Non c’è da stupirsi che alcun capo di Stato dell’Unione Europea abbia commentato le prove presentate dalla Russia, facendo tutti finta di non vedere o sentire nulla. Coincidenza o no, il 22 aprile 2013 quando lo SI iniziò la conquista di territori petroliferi della Siria orientale e centrale, su richiesta degli Stati Uniti l’UE revocò l’embargo alle importazioni di petrolio dagli islamisti che combattono in Siria.
Il portavoce del Pentagono, colonnello Steven Warren, sembra mancare di senso comune rifiutando l’idea che la Turchia collabori in qualsiasi modo con lo SI e accusando la Russia. Anche se il Pentagono sa del traffico petrolifero siriano da molti anni, non fece mai niente per fermarlo. I generali russi sono i primi a fornire prove concrete per punire il colpevole, ovvero la Turchia. Non solo il segnale dal Pentagono sembra incoraggiare Turchia e SI a continuare il contrabbando di petrolio siriano, ma rende gli Stati Uniti complicu del gangster Erdogan, mentre guidano la presunta coalizione anti-SI. L’UE è in procinto di estendere le sanzioni economiche imposte alla Russia il 20 marzo 2014, che adottò su proposta degli Stati Uniti (complici del mafioso Erdogan) per il presunto coinvolgimento nella guerra civile in Ucraina. Tale partecipazione non fu mai in alcun modo dimostrata, ma ancora una volta si tratta solo della volontà degli Stati Uniti. Sebbene droni da ricognizione e satelliti-spia dell’esercito statunitense, potenti quanto quelli russi, coprano il territorio dell’Ucraina, gli Stati Uniti non poterono mai fornire alcuna prova delle loro pretese, a differenza della Russia che dimostra tutte le dichiarazioni sul contrabbando tra Turchia e SI. L’unica prova fornita dagli Stati Uniti dai loro satelliti da ricognizione erano immagini di unità militari russe a 75 km dal confine con l’Ucraina. La stampa occidentale fece un’enorme propaganda con foto di colonne di carri armati, suggerendo la massiccia invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Queste foto, presumibilmente riprese in Ucraina, furono consegnate alla stampa dal Comitato delle Forze Armate del Congresso degli Stati Uniti che le avrebbero ricevute dagli omologhi ucraini. Ma si scoprì che le foto risalivano al 2008 e furono prese in Ossezia del Sud da fotografi di Associated Press e Agence France Presse.
La situazione è questa: la Russia, che guida la lotta concreta al terrorismo in Siria, ha subito perdite nell’attentato terroristico contro l’Airbus 321 con 224 persone a bordo sulla penisola del Sinai, e nell’attacco al cacciabombardiere Su-24 da parte dell’aviazione turca sul territorio siriano. È la Russia che fornisce la prova dei finanziamenti allo SI con il contrabbando di petrolio in Turchia, membro della NATO e della coalizione anti-SI guidata dagli Stati Uniti e aspirante membro dell’UE. Tuttavia, l’UE ha una diversa unità di misura per la Russia, rispetto a quella per la Turchia che finanzia il terrorismo. Inoltre, Erdogan amico dei terroristi, ha ricevuto anche un assegno dall’Unione europea da 3 miliardi di dollari, presumibilmente per fermare il flusso di rifugiati verso l’Europa. Finanziando un finanziatore del terrorismo, l’UE schiaffeggia le famiglie delle vittime del 13 novembre a Parigi. Non c’è da stupirsi che alcun capo di Stato dell’Unione Europea abbia commentato le prove presentate dalla Russia, facendo tutti finta di non vedere o sentire nulla. Coincidenza o no, il 22 aprile 2013 quando lo SI iniziò la conquista di territori petroliferi della Siria orientale e centrale, su richiesta degli Stati Uniti l’UE revocò l’embargo alle importazioni di petrolio dagli islamisti che combattono in Siria.
Così l’Unione europea è complice di Erdogan, amico dei terroristi, come in passato lo fu dei trafficanti di armi. [2][1]. Il contrabbando di petrolio in Turchia dello SI provato dall’esercito russo
[2]. I trafficanti di armi guidano il Parlamento europeo?
La Russia presenta le prove sul traffico petrolifero dello Stato islamico con la Turchia
Valentin Vasilescu, Rete Voltaire, Bucarest (Romania), 3 dicembre 2015
In risposta alle provocazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha detto che non è opportuno accusare alla leggera, il governo russo ha organizzato una conferenza stampa del Viceministro della Difesa, presentando le prove di ciò che denunciamo dalle nostre pagine da oltre un anno: la Turchia, come Stato, è responsabile dell’esportazione del petrolio rubato dallo SIIL in Iraq e Siria, creando da uno a due miliardi di dollari di fatturato annuo per l’organizzazione terroristica. Tale traffico viola le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.Una conferenza stampa si è tenuta presso il Ministero della Difesa della Federazione Russa il 2 dicembre 2015, alla presenza del Viceministro della Difesa Anatolij Antonov, del Capo delle Operazioni Tenente-Generale Sergej Rudskoj e del Capo della Direzione Operativa dello Stato Maggiore Generale Tenente-Generale Mikhail Mizintsev. Secondo i responsabili dell’Esercito russo, la fonte principale del finanziamento dei terroristi dello SIIL è il contrabbando di prodotti petroliferi. L’unico beneficiario di tale contrabbando è la Turchia [1]. Secondo i generali russi, la leadership politica del Paese, attraverso la famiglia del presidente Recep Tayyip Erdogan, sarebbe coinvolta nel contrabbando dello SIIL [2]. Ogni giorno, più di 8500 autocisterne sono interessate dal traffico di petrolio dello SIIL trasportando su lunghe colonne oltre 200000 tonnellate di petrolio in Turchia. I generali russi hanno presentato una mappa con tre rotte principali del contrabbando di petrolio dello SIIL da Siria e Iraq alla Turchia. La prima rotta, dai campi petroliferi di Raqqa (nord-est della Siria), passa dalla Siria occidentale (dove è stato abbattuto il Su-24 russo), dove il 25 novembre 2015 i satelliti hanno ripreso 395 autocisterne in attesa di scaricare petrolio siriano nel porto di Dortyol, e altre 60 nel porto di Iskenderun. Le stime dei generali russi mostrano che ogni 24 ore un’autocisterna contrabbanda petrolio nei porti turchi. La seconda rotta parte dai campi petroliferi presso la città di Dair al-Zur, nella Siria orientale, e punta a nord, sulle rive dell’Eufrate, raggiungendo la raffineria turca di Batman. Un’immagine satellitare del’18 ottobre 2015 riprende 1722 autocisterne presso Dair al-Zur in attesa di caricare petrolio.La terza rotta parte dal nord dell’Iraq, passa il confine con la Turchia nel valico di Zakho e raggiunge la stazione di pompaggio turca di Cizre. Un’immagine satellitare del 14 novembre 2015 mostra la presenza di 3220 autocisterne che passano il confine con la Turchia dal valico di Silopi.
I generali russi hanno presentato due immagini satellitari sul tratto di strada dalla città siriana di Azaz al valico sul confine turco-siriano. La prima è del 13 novembre 2015 e mostra una colonna di 240 autocisterne sul lato turco del confine, e 80 autocisterne sul lato siriano.La seconda immagine satellitare è del 16 novembre 2015 e riprende una colonna di circa 360 autocisterne sullo stesso confine turco-siriano.Nonostante i combattimenti nel nord della provincia di Aleppo, il traffico in entrambe le direzioni (andata e ritorno) delle autocisterne tra Siria e Turchia continua senza interruzione. Si può osservare che non vi è alcun controllo delle guardie di frontiera turche su queste autocisterne dello SIIL provenienti dalla Siria. Nonostante i bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti, lo scorso anno i ricavi dell’organizzazione terroristica furono di circa 3 milioni di dollari al giorno. In due mesi, gli aerei da guerra russi hanno effettuato attacchi su 32 impianti petroliferi, 11 raffinerie, 23 stazioni di pompaggio e 1080 autocisterne che trasportavano prodotti petroliferi. Il risultato è che lo SIIL vede diminuire il reddito a 1,5 milioni di dollari al giorno. Tuttavia, le organizzazioni terroristiche che operano in Siria ricevono ancora grandi somme di denaro, armi e munizioni dall’estero. Turchia e altri Stati essenzialmente sostengono i terroristi dello SIIL. Forse una parte dei proventi del petrolio consegnato alla Turchia, nell’ultima settimana, è servita ad inviare 2000 soldati, 120 tonnellate di munizioni e 250 veicoli allo SIIL e a Jabhat al-Nusra. Tali consegne in Turchia erano regolari nei 3-4 anni passati e non vi era alcuna indicazione che la Turchia le avrebbe fermate.
[1] “Dietro l’alibi dell’antiterrorismo, la guerra del gas nel Levante“, Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 29 settembre 2014
[2] “Il ruolo della famiglia Erdogan nello Stato islamico“, Réseau Voltaire, 26 luglio 2015.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
[2]. I trafficanti di armi guidano il Parlamento europeo?
La Russia presenta le prove sul traffico petrolifero dello Stato islamico con la Turchia
Valentin Vasilescu, Rete Voltaire, Bucarest (Romania), 3 dicembre 2015
In risposta alle provocazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha detto che non è opportuno accusare alla leggera, il governo russo ha organizzato una conferenza stampa del Viceministro della Difesa, presentando le prove di ciò che denunciamo dalle nostre pagine da oltre un anno: la Turchia, come Stato, è responsabile dell’esportazione del petrolio rubato dallo SIIL in Iraq e Siria, creando da uno a due miliardi di dollari di fatturato annuo per l’organizzazione terroristica. Tale traffico viola le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.Una conferenza stampa si è tenuta presso il Ministero della Difesa della Federazione Russa il 2 dicembre 2015, alla presenza del Viceministro della Difesa Anatolij Antonov, del Capo delle Operazioni Tenente-Generale Sergej Rudskoj e del Capo della Direzione Operativa dello Stato Maggiore Generale Tenente-Generale Mikhail Mizintsev. Secondo i responsabili dell’Esercito russo, la fonte principale del finanziamento dei terroristi dello SIIL è il contrabbando di prodotti petroliferi. L’unico beneficiario di tale contrabbando è la Turchia [1]. Secondo i generali russi, la leadership politica del Paese, attraverso la famiglia del presidente Recep Tayyip Erdogan, sarebbe coinvolta nel contrabbando dello SIIL [2]. Ogni giorno, più di 8500 autocisterne sono interessate dal traffico di petrolio dello SIIL trasportando su lunghe colonne oltre 200000 tonnellate di petrolio in Turchia. I generali russi hanno presentato una mappa con tre rotte principali del contrabbando di petrolio dello SIIL da Siria e Iraq alla Turchia. La prima rotta, dai campi petroliferi di Raqqa (nord-est della Siria), passa dalla Siria occidentale (dove è stato abbattuto il Su-24 russo), dove il 25 novembre 2015 i satelliti hanno ripreso 395 autocisterne in attesa di scaricare petrolio siriano nel porto di Dortyol, e altre 60 nel porto di Iskenderun. Le stime dei generali russi mostrano che ogni 24 ore un’autocisterna contrabbanda petrolio nei porti turchi. La seconda rotta parte dai campi petroliferi presso la città di Dair al-Zur, nella Siria orientale, e punta a nord, sulle rive dell’Eufrate, raggiungendo la raffineria turca di Batman. Un’immagine satellitare del’18 ottobre 2015 riprende 1722 autocisterne presso Dair al-Zur in attesa di caricare petrolio.La terza rotta parte dal nord dell’Iraq, passa il confine con la Turchia nel valico di Zakho e raggiunge la stazione di pompaggio turca di Cizre. Un’immagine satellitare del 14 novembre 2015 mostra la presenza di 3220 autocisterne che passano il confine con la Turchia dal valico di Silopi.
I generali russi hanno presentato due immagini satellitari sul tratto di strada dalla città siriana di Azaz al valico sul confine turco-siriano. La prima è del 13 novembre 2015 e mostra una colonna di 240 autocisterne sul lato turco del confine, e 80 autocisterne sul lato siriano.La seconda immagine satellitare è del 16 novembre 2015 e riprende una colonna di circa 360 autocisterne sullo stesso confine turco-siriano.Nonostante i combattimenti nel nord della provincia di Aleppo, il traffico in entrambe le direzioni (andata e ritorno) delle autocisterne tra Siria e Turchia continua senza interruzione. Si può osservare che non vi è alcun controllo delle guardie di frontiera turche su queste autocisterne dello SIIL provenienti dalla Siria. Nonostante i bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti, lo scorso anno i ricavi dell’organizzazione terroristica furono di circa 3 milioni di dollari al giorno. In due mesi, gli aerei da guerra russi hanno effettuato attacchi su 32 impianti petroliferi, 11 raffinerie, 23 stazioni di pompaggio e 1080 autocisterne che trasportavano prodotti petroliferi. Il risultato è che lo SIIL vede diminuire il reddito a 1,5 milioni di dollari al giorno. Tuttavia, le organizzazioni terroristiche che operano in Siria ricevono ancora grandi somme di denaro, armi e munizioni dall’estero. Turchia e altri Stati essenzialmente sostengono i terroristi dello SIIL. Forse una parte dei proventi del petrolio consegnato alla Turchia, nell’ultima settimana, è servita ad inviare 2000 soldati, 120 tonnellate di munizioni e 250 veicoli allo SIIL e a Jabhat al-Nusra. Tali consegne in Turchia erano regolari nei 3-4 anni passati e non vi era alcuna indicazione che la Turchia le avrebbe fermate.
[1] “Dietro l’alibi dell’antiterrorismo, la guerra del gas nel Levante“, Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 29 settembre 2014
[2] “Il ruolo della famiglia Erdogan nello Stato islamico“, Réseau Voltaire, 26 luglio 2015.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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