Alberto Bagnai: ... una cosa sbagliata NON PUO’ finire nel modo giusto. Da Charlie Brown ricevo e volentieri pubblico ... [1]
Questa settimana si sono sfidate due narrazioni riguardo il mercato: quella di Draghi, che vuole sempre sopraffarlo con delle mosse politiche, e quella della Yellen, che vuole restare ‘ben allacciata’ e sempre pronta al decollo dei tassi.
Draghi si è assoggettato al ’sopraffatto’ mercato (e l'Euro è decollato) e la Yellen ha cominciato a parlare di una ‘resistenza del dollaro’ all’aumento dei tassi.
Sono pronto a scommettere non una ma due cassette di ‘Cartize Prosecco’ che non avremo alcuna apprezzabile divergenza [fra le due valute] nel 2015.
Intercettate delle ragazze nel ripostiglio e scoprirete (forse con sgomento) che le dimensioni contano e poi come. Leggete l'opera di Alberto e scoprirete (forse ancora una volta con sgomento) che anche i tassi di cambio sono importanti.
La Germania ha dato inizio a due ‘guerre non dichiarate’ volte alla svalutazione: una contro il resto del mondo (via Euro-QE, la cui sola efficacia consiste nella svalutazione dell'euro, che rende le merci europee più competitive negli Stati Uniti ed anche altrove) ed una contro i suoi euro-partners (attraverso la deflazione interna e la compressione dei salari).
La BCE è l'arma che è stata usata per condurre la prima guerra, la Commissione Europea quella per intraprendere la seconda.
Tutto ciò è una sfida diretta alla supremazia americana nel ‘gioco monetario’ globale ed ostacola i piani per la normalizzazione del sistema finanziario statunitense, che è stato drogato e deformato dalle dosi massicce di QE [Quantitative Easing], dopo la crisi della Lehman.
Vorrei aggiungere che tutto ciò che gli Stati Uniti dovessero fare finirà con il ricadere sulla loro testa. Se non dovessero far nulla (o molto poco) per provocare una vera e propria divergenza [fra le due valute], daranno una spinta alla ‘svalutazione offensiva’ tedesca.
Per la Germania sarebbe ancor più indispensabile inasprire la strategia di svalutazione interna nei confronti dei suoi vicini dell’Eurozona (un milione di rifugiati sono una buona ‘riserva di munizioni’, sufficiente allo scopo).
Se gli Stati Uniti dovessero intervenire, finirebbero con l’attrarre delle enormi quantità di risparmio dalla Germania, favorendo in questo modo il ciclo deflazionistico in Europa (che alimenta il surplus tedesco), e gli effetti saranno identici.
È interessante rilevare che, qualunque cosa accada, le interconnesse banche europee (ad elevata leva finanziaria) si troveranno a dover affrontare delle insolvenze sempre maggiori mentre l’euro-QE – garantito all'80% dai governi nazionali – accumulerà sempre di più un potenziale carico fiscale sui singoli Stati europei, fra i quali quelli del Sud e la Francia, ovvero i paesi-membri le cui finanze pubbliche sono già in tensione nel tentativo di sostenere una domanda stagnante.
Tutto questo porterà ad una caotica crisi finanziaria in Europa ed alla scomparsa della sedicente valuta di riserva, che è l'euro.
Non si può pretendere di ridurre in miseria la propria famiglia e allo stesso tempo essere forti abbastanza per fare altrettanto nei riguardi del ragazzo che sta sull'altro lato della strada. Ma è proprio questo l’obbiettivo dell’élite tedesca, in viaggio verso la follia.
Non ho scritto niente di particolarmente furbo o originale. Volevo solo porre la ‘divergenza’ [fra le due valute] nella sua giusta cornice, che le si adatta perfettamente.
Charlie Brown
Fonte: http://goofynomics.blogspot.it
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