Juha Sipilä, primo ministro finlandese, ha annunciato di voler introdurre un reddito di base che ogni cittadino maggiorenne potrà percepire. Questo reddito di base andrà a sostituire il lungo elenco di assegni sociali attualmente in vigore nel Paese (disoccupazione, maternità, congedo parentale). La somma pensata per offrire un uguale supporto è di 800 euro e sarà data a tutti. La proposta sarà formalizzata e presentata entro un anno.
La Finlandia è una nazione costosa e i cittadini pagano tasse piuttosto alte, ma usufruiscono di servizi gratuiti o a prezzi molto vantaggiosi, senza contare che lo stipendio medio lordo percepito si aggira attorno ai 40.000 euro all’anno. Il reddito di cittadinanza è stato pensato da Sipilä per essere esentasse e assegnato indipendentemente dalla condizione famigliare, economica o lavorativa di chi lo riceve.
La formula è già in via di sperimentazione in alcune città olandesi: qui si sta sperimentando l’erogazione senza alcun obbligo ad accettare un lavoro e senza alcun controllo. In Svizzera sta per essere indetto un referendum su questo tema.
Erogare questi incentivi in un paese con un tasso di disoccupazione passato dall’11,8% al 8,7% significa mettere i cittadini in condizione di accettare qualunque tipo di impiego, a breve o a lungo termine, con stipendi di ogni cifra. Infatti oggi, se si accettano impieghi a breve termine o al di sotto di un certo livello economico, si perdono alcuni benefici collegati al welfare. Il reddito di base permetterebbe di agevolare laflessibilità lavorativa e semplificherebbe il sistema burocratico, snellendolo anche economicamente.
Uno dei principali aspetti negativi, ovviamente, è il costo. Secondo Liisa Hyssälä, direttore generale dell’Istituto finlandese per la previdenza sociale KELA, il piano farà risparmiare milioni al governo. Ma l’assegno mensile di 800 euro per tutti costerebbe allo stato oltre 52,2 miliardi di euro all’anno, a fronte di entrate previste per il 2016 di circa 49,1 miliardi di euro. Inoltre anche la costosa Finlandia ha sentito sulla sua pelle la crisi economica degli ultimi anni: dal 2008 il pil è sceso di sei punti. Ma nonostante questo il governo sembra deciso a portare avanti il suo piano.
Fonte: https://it.finance.yahoo.com
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