Se il dramma che il popolo greco sta vivendo è adesso ignorato dalle cronache significa che i pennivendoli lavorano solo per fare la propaganda che viene chiesta loro di fare da chi li stipendia. La Grecia rappresentava un titolone facile finché veniva messa in pericolo la supremazia degli euroburocrati, quando ad essere messi in gioco erano quegli interessi economici e finanziari dei burattinai che muovono i fili delle redazioni occidentali. Superato il fastidioso impasse ellenico, ecco che di come vivano oggi i greci, degli effetti delle imposizioni della Troika, delle prospettive di un Paese non più sovrano nessun giornale mainstream se ne occupa più. Perchè la permanenza forzata all’interno del club UE ha un costo sociale elevatissimo che, chissà come mai, non fa notizia.
Grecia, verso la ricapitalizzazione delle banche
Da nessun giornale a tiratura nazionale abbiamo sentito che per ottenere il via libera ai nuovi aiuti finanziari il governo greco — minacciato dai creditori — abbia dovuto ritirare un pacchetto di misure economiche con finalità sociali. Il fatto che senza questo pacchetto oltre 2,5 milioni di greci non possano accedere alla sanità pubblica, dopo i tagli intimati dalla UE e dal Fmi e messi in pratica dai vari Papandreou, Papadimos e Samaras, è una notizia troppo scomoda per essere resa pubblica: sarebbe infatti difficile per i media dire che la “democratica” Unione Europea blocca un disegno di legge che prevedeva tariffe sociali per l’elettricità, agevolazioni per l’accesso ai servizi sociali per le famiglie con almeno tre figli, lavori socialmente utili per i disoccupati, l’offerta di pasti agli alunni delle scuole elementari. Quindi molto meglio oscurare l’informazione e tappare gli occhi ai cittadini, per non mostrare il vero volto delle politiche dell’UE. Invece per i giornalisti è molto più semplice e remunerativo in termini di consenso mostrare la povertà e la mancanza di diritti di certi Paesi del Medio Oriente, ma solo di alcuni, quelli non alleati con l’Occidente, è ovvio. Peccato che in questo modo si costruisca una immagine distorta e al servizio di una campagna militare di pseudo-liberazione. Raccontare di un popolo occidentale piegato dalle richieste insensate ed egoiste di alcuni Paesi europei sarebbe un atto eversivo in un secolo di pace apparente tra i popoli del nostro continente. Ed è così che nel silenzio generale si passa da una democrazia a una dittatura democratica.
Tsipras: 4 anni per cambiare la Grecia
Nei Tg nazionali sono state riportate almeno le cifre diffuse dal Comitato greco dell’UNICEF in un rapporto dal titolo “La Condizione dell’Infanzia in Grecia”, che analizza la situazione dei bambini nella penisola ellenica. In questo studio sono contenuti dati estremamente preoccupanti. Il 23% dei bambini è povero; i minorenni che vivono sotto la soglia di povertà sarebbero oltre 400.000; le famiglie povere sono il 20,1% della popolazione (per un terzo dei casi sono nuclei familiari composti da un unico genitore). Una percentuale preoccupante se letta insieme al fatto che in 8 anni di crisi una persona su quattro ha perso il proprio posto di lavoro. E a questa drammatica fotografia si aggiunge che il 90% delle famiglie, risiedenti nei quartieri più poveri, deve affidarsi per la sopravvivenza alla banca del cibo e alle mense dei poveri. Il 28,7% delle famiglie con bambini si sono trovate in condizione di povertà o esclusione sociale, e cifra che arriva al 34,7% per le famiglie con adolescenti.
“Per le decisioni di Kiev gli ucraini hanno stipendi più bassi che in Africa”
Infine la Grecia ha la più alta percentuale di bambini sottopeso dei paesi OCSE. Con dati del genere è veramente peculiare che i giornalisti concentrino le proprie attenzioni sull’Africa o sull’Asia invece di lanciare inchieste sulla situazione di quello che possiamo considerare il cortile di casa. Come possiamo chiamarci esportatori di valori e di diritti se non li si riesce a garantire — anzi non li si difende proprio — all’interno dei propri confini? Da definire “coloniali” non sono soltanto le politiche europee, ma tutto il giornalismo nel Vecchio Continente, perché abbraccia cause a seconda della convenienza, invece di ricerca una verità.
E come si scardina la dignità di un popolo? Semplice lavoretto da euroburocrati non eletti: a fronte degli 86 miliardi di conto presentato per gli aiuti “concessi” dai creditori la scorsa estate, il governo Tsipras ha dovuto ridurre di 1,8 miliardi gli stanziamenti per le pensioni.
Deve essere chiaro: i politici greci hanno fatto degli sbagli, ma qual è la linea oltre la quale la cura diventa sanzione, anzi malattia? Persino nel sistema penale si parla di pene rieducative e non esclusivamente punitive. Da anni sulla Grecia sembra che si sperimenti la somministrazione di acido invece che di antibiotici. Ma in gioco vi è non solo una generazione di greci, ma anche una generazione di futuri cittadini europei. Con quale visione dell’Occidente cresceranno?
fonte: sputniknews
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