La discussa soluzione per le auto con i motori truccati è stata approvata in Europa, ma i problemi negli Stati Uniti restano: e l'indagine interna finora non ha scoperto molto
Il CEO del gruppo Volkswagen Matthias Mueller, a destra, e il presidente Hans-Dieter Poetsch durante la conferenza stampa del 10 dicembre (TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images)
L’autorità federale tedesca per i trasporti (KBA) ha approvato le correzioni tecniche proposte dal gruppo automobilistico tedesco Volkswagen per modificare i suoi motori diesel truccati, che da settembre sono al centro dello scandalo cosiddetto “dieselgate”. Le soluzioni proposte da Volkswagen dovrebbero riportare i livelli di emissioni di ossidi d’azoto (NOx) delle auto interessate entro i limiti europei ed eliminare il software che modificava il funzionamento dei motori in fase di test perché emettessero meno inquinanti. I motori coinvolti dalla correzione di Volkswagen sono i turbodiesel 1.2, 1.6 e 2.0 della famiglia EA189: gli aggiustamenti sono validi solo per le auto del gruppo a marchio Audi, Seat, Skoda e Volkswagen vendute in Europa. Queste modifiche, quindi, non si applicano ai motori truccati dei modelli venduti negli Stati Uniti e in Canada, dove i limiti alle emissioni di NOx sono più rigidi e dove una soluzione ufficiale non è ancora stata trovata.
Le misure correttive proposte da Volkswagen consistono in un aggiornamento del software di gestione del motore per tutte e tre le unità turbodiesel, cui si aggiunge per il solo 1.6 TDI l’installazione di uno “stabilizzatore di flusso” – un tubo di plastica lungo una decina di centimetri con una griglia al suo interno – davanti al misuratore della portata d’aria; quest’ultimo è uno strumento che misura la quantità d’aria aspirata dal motore e serve a calibrare correttamente la miscela di aria e carburante necessaria per la combustione. Secondo Volkswagen lo stabilizzatore di flusso riduce le turbolenze, permettendo al misuratore di valutare in maniera più accurata la quantità d’aria in entrata per una maggiore efficienza della combustione.
Volkswagen dichiara che l’intervento in officina sui motori 1.2 e 2.0 richiederà meno di mezz’ora di lavoro, mentre per le due operazioni da eseguire sul 1.6 TDI sarà necessario un tempo inferiore all’ora. Volkswagen sostiene che queste soluzioni non avranno effetti negativi su prestazioni o consumi, che saranno valide in tutta Europa e che, una volta aggiornate, le sue auto rispetteranno gli standard in vigore sulle emissioni. Non è chiaro in che modo questa sia possibile: se regolarizzare i motori delle auto non comporta una perdita di potenza o un aumento dei consumi, perché Volkswagen avrebbe dovuto truccare i motori con un’operazione su scala così grande? Diversi esperti del settore sono perplessi – per usare un eufemismo – di fronte alla possibilità che uno scandalo di queste proporzioni si possa risolvere con un aggiornamento al software e un tubo di plastica, ma solo quando sarà possibile effettuare dei test indipendenti sulle auto si capirà se e quanto cambiano consumi e prestazioni.
La campagna di richiamo delle auto inizierà a fine gennaio 2016 e sarà divisa in fasi: per i motori 2.0 TDI interessati l’aggiornamento è previsto dal primo trimestre del 2016, alla fine del secondo trimestre saranno richiamati i modelli che montano il motore 1.2 TDI e dal terzo trimestre 2016 cominceranno gli interventi sui motori 1.6 TDI. Secondo il comunicato, con una prima lettera i proprietari delle auto interessate saranno informati che è previsto un intervento sulla loro vettura, mentre con una seconda lettera sarà richiesto al cliente di fissare un appuntamento presso un’officina autorizzata Volkswagen a sua scelta per eseguire le modifiche. Per evitare disagi ai propri clienti durante l’aggiornamento dei motori truccati, Volkswagen fornirà “appropriate soluzioni di mobilità sostitutive in forma gratuita”.
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Il CEO del gruppo Volkswagen Matthias Mueller, a destra, e il presidente Hans-Dieter Poetsch durante la conferenza stampa del 10 dicembre (TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images)
L’autorità federale tedesca per i trasporti (KBA) ha approvato le correzioni tecniche proposte dal gruppo automobilistico tedesco Volkswagen per modificare i suoi motori diesel truccati, che da settembre sono al centro dello scandalo cosiddetto “dieselgate”. Le soluzioni proposte da Volkswagen dovrebbero riportare i livelli di emissioni di ossidi d’azoto (NOx) delle auto interessate entro i limiti europei ed eliminare il software che modificava il funzionamento dei motori in fase di test perché emettessero meno inquinanti. I motori coinvolti dalla correzione di Volkswagen sono i turbodiesel 1.2, 1.6 e 2.0 della famiglia EA189: gli aggiustamenti sono validi solo per le auto del gruppo a marchio Audi, Seat, Skoda e Volkswagen vendute in Europa. Queste modifiche, quindi, non si applicano ai motori truccati dei modelli venduti negli Stati Uniti e in Canada, dove i limiti alle emissioni di NOx sono più rigidi e dove una soluzione ufficiale non è ancora stata trovata.
Le misure correttive proposte da Volkswagen consistono in un aggiornamento del software di gestione del motore per tutte e tre le unità turbodiesel, cui si aggiunge per il solo 1.6 TDI l’installazione di uno “stabilizzatore di flusso” – un tubo di plastica lungo una decina di centimetri con una griglia al suo interno – davanti al misuratore della portata d’aria; quest’ultimo è uno strumento che misura la quantità d’aria aspirata dal motore e serve a calibrare correttamente la miscela di aria e carburante necessaria per la combustione. Secondo Volkswagen lo stabilizzatore di flusso riduce le turbolenze, permettendo al misuratore di valutare in maniera più accurata la quantità d’aria in entrata per una maggiore efficienza della combustione.
Volkswagen dichiara che l’intervento in officina sui motori 1.2 e 2.0 richiederà meno di mezz’ora di lavoro, mentre per le due operazioni da eseguire sul 1.6 TDI sarà necessario un tempo inferiore all’ora. Volkswagen sostiene che queste soluzioni non avranno effetti negativi su prestazioni o consumi, che saranno valide in tutta Europa e che, una volta aggiornate, le sue auto rispetteranno gli standard in vigore sulle emissioni. Non è chiaro in che modo questa sia possibile: se regolarizzare i motori delle auto non comporta una perdita di potenza o un aumento dei consumi, perché Volkswagen avrebbe dovuto truccare i motori con un’operazione su scala così grande? Diversi esperti del settore sono perplessi – per usare un eufemismo – di fronte alla possibilità che uno scandalo di queste proporzioni si possa risolvere con un aggiornamento al software e un tubo di plastica, ma solo quando sarà possibile effettuare dei test indipendenti sulle auto si capirà se e quanto cambiano consumi e prestazioni.
La campagna di richiamo delle auto inizierà a fine gennaio 2016 e sarà divisa in fasi: per i motori 2.0 TDI interessati l’aggiornamento è previsto dal primo trimestre del 2016, alla fine del secondo trimestre saranno richiamati i modelli che montano il motore 1.2 TDI e dal terzo trimestre 2016 cominceranno gli interventi sui motori 1.6 TDI. Secondo il comunicato, con una prima lettera i proprietari delle auto interessate saranno informati che è previsto un intervento sulla loro vettura, mentre con una seconda lettera sarà richiesto al cliente di fissare un appuntamento presso un’officina autorizzata Volkswagen a sua scelta per eseguire le modifiche. Per evitare disagi ai propri clienti durante l’aggiornamento dei motori truccati, Volkswagen fornirà “appropriate soluzioni di mobilità sostitutive in forma gratuita”.
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