Cuzco, Perù – Un team di biologi della University of Michigan hanno scoperto nel profondo della foresta amazzonica, al confine con Perù e Bolivia, una nuova specie di funghi che ha la capacità di mangiare completamente la plastica e di trasformarla in materiale organico.
I funghi che sono stati chiamati dal tema di biologi “Petroleumvorous Fungus“, si nutrono del petrolio, (e questo ci fa piacere…) sono stati trovati nella foresta amazzonica a 400 km dal confine con Perù e Bolivia nella riserva naturale di Del Manu.
Il team di scienziati ha fatto la scoperta sensazionale dopo che alcune parti delle loro apparecchiature radio, sono state distrutte dal fungo, che si è mangiato anche gli equipaggiamenti, le tende e indumenti sintetici. Il team di ricercatori sono stati scortati dall’esercito peruviano e sono attualmente in quarantena in una struttura militare peruviana vicino a Cuzco.
I membri del team di biologi sono stati costretti ad evacuare in elicottero per via del fungo che si è mangiato tutta la loro attrezzatura
I funzionari governativi hanno paura di questi funghi, in quanto potrebbero diffondersi nelle città vicine e attaccare le grandi infrastrutture civili.
“I nativi della regione ci hanno detto dell’esistenza di questo tipo di fungo molto tempo fa, ma non avevamo dato molto credito a ciò che loro asserivano. Hanno sempre avvertito di ciò che Madre Terra era in grado di creare pur di reagire alla distruzione delle attività Umane…. Questa è la prima volta che abbiamo la prova dell’esistenza del fungo che i biologi hanno chiamato Petroleumvorous Fungus”, ha spiegato generale Horacio Mendez dei militari peruviani. “Tutta la zona sarà messa in quarantena fino a nuovo avviso e i ricercatori saranno rilasciati solo dopo il periodo di 40 giorni di quarantena”, ha detto ai giornalisti il generale Mendez.
il professor Eduardo Chiapates dell’Università del Messico
“La plastica è alla base della civiltà moderna. Il 90% di ciò che usiamo nella vita quotidiana è fatta di petrolio” , spiega il professor Eduardo Chiapates dell’Università del Messico.
“Questi funghi costerebbero miliardi di dollari solo per la distruzione, se la loro diffusione avviene nelle città vicine. Potrebbe causare enormi danni alle infrastrutture, le fabbriche verrebbero chiuse, le auto sarebbero inutilizzabili e la società di oggi così come la conosciamo crollerebbe ” , avverte lo scienziato.
“Questo semplice fungo è una minaccia per la civiltà umana come noi la conosciamo” , ha ribadito, visibilmente nervoso.
Il Petroleumvorous fungo , già chiamato da alcuni il “Doomsday fungo”, potrebbe essere utilizzato anche in modo più costruttivo, come ad esempio l’eliminazione dei rifiuti domestici e rifiuti tossici in tutto il mondo e anche per risolvere il problema della Great Pacific Garbage Patch, nota anche come grande chiazza di immondizia del Pacifico, un enorme accumulo di spazzatura galleggiante (composto soprattutto da plastica) situato appunto nell’Oceano Pacifico. Ma gli esperti avvertonoche i funghi dovrebbero essere confinati “in un ambiente altamente controllato” e gli scienziati dovrebbero trovare un “fungicida” per utilizzarlo senza il rischio che questo possa moltiplicarsi e andare “fuori controllo”.
Massimo Fratini
Redazione Segnidalcielo
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