FABIO DI TODARO
Prima causa di ricorso al dermatologo e cruccio per almeno otto ragazzi su dieci(ma talvolta anche per gli adulti), l’acne - malattia cutanea caratterizzata dall’infiammazione del follicolo pilifero e dell’annessa ghiandola sebacea - si combatte anche a tavola: «Esiste una correlazione diretta tra questa condizione e la resistenza all’insulina», ha affermato Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia all’Università Federico II di Napoli, intervenendo al convegno dell’Associazione Internazionale di Ecodermatologia (Skineco). Salvaguardare il proprio girovita, oltre a evitare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e metaboliche, permette dunque di proteggere anche la pelle.
I VANTAGGI DI UNA DIETA «POVERA» DI ZUCCHERI
A supporto delle proprie affermazioni, l’esperta ha citato i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista «Clinical and Experimental Dermatology», che ha evidenziato come il 35 per cento dei maschi con acne e senza problemi di diabete mostrasse una alterazione del profilo glicemico con resistenza all’insulina.
«Quando questi soggetti sono stati sottoposti a un regime dietetico a basso contenuto di zuccheri, è stato riscontrato un miglioramento significativo dello stato delle lesioni cutanee dovute all’acne in un periodo di sei mesi», ha proseguito Fabbrocini, prima firma della pubblicazione.
Ridurre la presenza di cibi ad alto indice glicemico nella propria dieta sembra dunque una valida strategia per attenuare la severità delle manifestazioni acneiche. Se si sa da tempo che questa regola protegge da sovrappeso, obesità, resistenza all’insulina, diabete di tipo 2, sindrome dell’ovaio policistico e malattie coronariche, l’ultima ricerca conferma anche i benefici nei confronti di quella che è la più temuta malattia della pelle, sopratutto da parte degli adolescenti.
Quali i consigli da tenere sempre a mente prima di accomodarsi a tavola? «È importante contrapporre a un basso apporto di carboidrati raffinati le giuste quantità di grassi, proteine, glucidi complessi e soprattutto fibre, sali minerali e vitamine, riscoprire il pesce e i legumi in almeno un paio di occasioni settimanali, limitare il sale e gli alcolici, ed aumentare nel contempo l’apporto di alimenti vegetali (frutta e verdura) arrivando a consumarne almeno 4-5 porzioni al giorno».
COSI CAMBIA ANCHE LA DIAGNOSI
L’associazione tra resistenza all’insulina e acne era già nota nelle pazienti con sindrome dell’ovaio policistico, mentre era stata poco indagata nei soggetti di sesso maschile: per cui adesso giungono le attese conferme.
Scontato dunque che se un’alimentazione a basso indice glicemico migliora lo stato della pelle, una dieta ricca di carboidrati raffinati, cibi pronti e junk food peggiora lo stato delle lesioni e aumenta il rischio di esacerbazioni e ricadute. Alla base dell’acne c’è infatti una condizione infiammatoria, il cui sviluppo è considerato più probabile quando si consumano alimenti ad alto indice glicemico: valore con cui si indica la capacità di un alimento di innalzare il livello di zuccheri nel sangue e modulare la risposta dell’insulina.
Oltre che in chiave preventiva, simili evidenze torneranno utili anche allo specialista, chiamato a indagare il profilo metabolico di un paziente colpito da acne prima di sottoporlo a una terapia. Il primo passo, in questi casi, è rappresentato dalla correzione delle abitudini alimentari.
L’acne si evita (e si cura) a partire dalla tavola.
http://www.lastampa.it/2016/05/02/scienza/benessere/lacne-si-combatte-anche-con-lalimentazione-J804zRQbhPDQpHnzN3phoL/pagina.html
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