di Gianni Lannes
Sono stati indirizzati al governo italiano numerosi atti parlamentari – in particolare, ad esempio, le interpellanze (2/00201) e le interrogazioni a risposta scritta (numeri 4/00593, 4/02351, 4/00676, 4/04119, 4/05149, 4/04177, 4/00543) solo per citarne alcune. A tutt’oggi, nonostante siano trascorsi parecchi mesi, il presidente del consiglio Renzi e i suoi ministri, come ad esempio Angelino Alfano, non rispondono. Eppure si tratta di gravissimi reati contro i minori. Peggio, l’esecutivo Renzi, sta procedendo allo smantellamento di numerosi presidi della Polizia Postale che danno la caccia ai pedofili.
Per la cronaca documentata (fonte ministro dell’Interno): soltanto nel 2013 in Italia sono spariti nel nulla più di 3 mila minori. Che fine hanno fatto mister Renzi tutti questi pargoli? In un Paese civile, la prima cosa di cui deve necessariamente occuparsi chi dirige lo Stato, ovvero le istituzioni a tutti i livelli, è la protezione dei bambini. Invece così non è nel Belpaese, dove l’attuale governo renziano che non è stato votato dal “popolo sovrano”, ma imposto da un inquilino abusivo del Quirinale, fa propaganda pubblicitaria ai voleri stranieri.
Ecco cosa riferisce l’interrogazione a risposta scritta numero 4/04119 del 20 marzo 2014:
« l’unico organo che contrasta i reati in rete, come pedofilia, cyber bullismo e frodi informatiche è attualmente la polizia postale; nella provincia di Rimini i reati informatici aumentano di circa il 20 per cento all’anno; di tale tipologia di reato, dal 2007, se ne occupa esclusivamente la sezione polizia postale e delle comunicazioni di Rimini; secondo il piano nazionale di riorganizzazione presentato dal vicecapo della polizia, Alessandro Marangoni, è prevista la chiusura di 73 sezioni provinciali della polizia postale tra cui quella riminese (oltre alla cancellazione delle squadre nautiche, di una ventina di presidi della Statale e di una trentina della Polfer); la ratio di tale taglio sarebbe la razionalizzazione delle risorse umane; tale eliminazione comporta un danno lasciando i cittadini completamente scoperti di tutela per i reati informatici, oggi sempre più diffusi e in crescita…».
Oppure cosa evidenzia l’interrogazione a risposta scritta numero 4/05149:
« la pedofilia è uno dei principali motivi per cui bambini e adolescenti di tutto il mondo chiedono aiuto; Telefono Azzurro ha calcolato che l’industria dell’abuso sessuale on-line genera 50.000 nuove immagini di abusi sessuali sui bambini ogni anno e che un bambino su cinque in Europa sia vittima di abusi; l’88 per cento dei contenuti sessualmente espliciti auto generati da adolescenti vengono presi dalla loro collocazione originale e spostati su altri siti Internet; secondo l’Istat nel 2012 in Italia le denunce all’autorità giudiziaria in merito hanno riguardato: 558 per atti sessuali con minorenne; 120 per corruzione di minorenne; 380 per pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico; secondo i dati diffusi da Ecpat solo in Italia sarebbero 80.000 le persone che partono ogni anno per un viaggio alla ricerca di rapporti sessuali con minorenni. Il 60 per cento sono occasionali, il 35 per cento abituali e il 5 per cento pedofili; l’esperienza di una violenza sessuale nell’infanzia o nell’adolescenza rappresenta una condizione di rischio per un’ampia gamma di disturbi e difficoltà di adattamento, con conseguenze anche a livello neurobiologico –:se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa; quali siano i dati a disposizione del Ministro dell’interno e della polizia postale in merito al fenomeno della pedopornografia on-line e quante siano le persone denunciate negli ultimi due anni; se il Ministro dell’interno abbia intenzione di potenziare l’organico della polizia postale che indaga sui crimini che si consumano nella rete; se il Ministero del lavoro e delle politiche sociali abbia predisposto programmi ad hoc per le vittime della pedopornografia on-line e non, per una piena assistenza del fanciullo e un recupero psicofisico del trauma subito».
E ancora, l’interrogazione a risposta scrita numero 4/04177:
«… stando ai dati raccolti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con Eurostat, delle 120 mila donne che nel solo 2013 sono state costrette a prostituirsi, ben il 37 per cento, cioè più di una su tre, erano minorenni, con un’età che va dai 13 ai 17 anni; in Italia il mercato della prostituzione, anche minorile, risulta essere in costante crescita, come recenti fatti di cronaca dimostrano, portando all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale quanto il fenomeno sia radicato e diffuso; uno dei casi più eclatanti di prostituzione minorile in Italia è quello di Napoli, messo in luce da una recente inchiesta svolta dal Corriere della Sera, dove ci sarebbe un ignobile e vergognoso mercato della prostituzione minorile e della pedofilia che coinvolge ragazze e ragazzi di appena 13 anni o forse anche meno che, spesso costretti dalle famiglie, si prostituiscono per le strade, nel silenzio generale di cittadini e non solo; ciò che accade a Napoli è rappresentativo di tanti altri casi simili che purtroppo quotidianamente si verificano nel nostro Paese, di cui sono oggetto bambini ai quali viene rubata, nel modo peggiore, l’infanzia; in molti casi si è visto che gli spazi virtuali di chat o bacheche on-line sono stati il luogo di incontro dei minori, caduti nel giro della prostituzione, con i loro sfruttatori, tramite annunci e che dunque la rete può trasformarsi tristemente in luogo di adescamento dei ragazzi; in base alla legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, andare con dei minori rientra nel reato ancora più grave della pedofilia, tanto più se le vittime hanno meno di 16 anni –: se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere in maniera urgente per contrastare il fenomeno della prostituzione minorile in tutta Italia, garantendo ad ogni minore il diritto a vivere con dignità e rispetto la sua infanzia e la sua adolescenza; se non si ritenga necessario, da un lato, incrementare l’azione preventiva e repressiva nei confronti dei criminali che sfruttano e usano violenza nei confronti, soprattutto, di donne e minori, immigrati e non, prevedendo maggiori tutele per chi trova il coraggio di denunciare i propri «aguzzini», e, dall’altro attivare azioni, per promuovere il recupero e la reintegrazione nella società dei minori che sono caduti nella trappola dello sfruttamento sessuale; quali iniziative si intendano avviare, a partire dalla scuola pubblica e non solo, per favorire un innalzamento generale del livello di consapevolezza rispetto al valore del proprio corpo e della sessualità e al problema della prostituzione, al fine di salvaguardare i minori, ma anche per sostenere il difficile compito di genitori e insegnanti di monitoraggio, protezione ed educazione dei minori, relativamente a tematiche tanto rilevanti quanto complesse da affrontare; quali azioni si intendano adottare per contrastare il fenomeno della prostituzione, in particolare con iniziative volte a monitorare e regolamentare l’utilizzo di siti web, chat, bacheche virtuali di annunci che possono diventare luoghi di adescamento dei minori».
Fonte: Su la testa
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