mercoledì 11 maggio 2016

UNA SECONDA PELLE CONTRO MALATTIE E INESTETISMI




Un nuovo biofilm elastico e invisibile sviluppato negli Stati Uniti può essere applicato come "seconda pelle" per ripristinare la funzione barriera della cute, mantenendo la corretta idratazione, favorendo i processi di guarigione naturale e mascherando anche rughe e borse sotto gli occhi. In prospettiva, potrebbe essere utilizzata anche per somministrare farmaci e schermi solari

Un film biomimetico elastico, invisibile, in grado di aderire perfettamente alla pelle per proteggerla e rinforzarla, riducendo la visibilità di rughe e borse sotto gli occhi: lo hanno realizzato da Robert Langer del Massachusetts Institute of Technology a Cambridge, nel Massachusetts, e colleghi di un’ampia collaborazione tra Università e istituti di ricerca statunitensi. Descritto in un articolo su “Nature Material”, questo prototipo di “seconda pelle” realizzato con fibre polimeriche potrebbe anche essere usato per la somministrazione topica di farmaci.

La pelle è l'organo più esteso del corpo umano e assolve a numerose funzioni fisiologiche, la prima delle quali è fornire una protezione all’organismo dai più disparati fattori esterni, come le temperature estreme, le tossine, i microrganismi le radiazioni e le sollecitazioni meccaniche. Inoltre, fa da barriera contro la dispersione verso l’esterno del contenuto d’acqua naturalmente presente negli strati cutanei. Infine, ha un importante ruolo sociale, perché media le relazioni interpersonali e il suo aspetto è un indice dello stato di salute dell’individuo.

Pelle sana e pelle degradata dal tempo e dagli agenti esterni: il nuovo biofilm consente di correggere in parte anche i problemi estetici (wikimedia Commons)

L’importante ruolo della pelle è inevitabilmente compromesso dall’età, dagli stimoli ambientali, in particolare dalla prolungata esposizione ai raggi solari, e da alcune patologie. Questo processo di deterioramento è in gran parte irreversibile: i rimedi esistenti per ripristinare la funzione meccanica e fisiologica della pelle infatti hanno forti limitazioni sia di efficacia sia di facilità di somministrazione, perché richiedono una capacità del paziente di seguire con diligenza e costanza la terapia prescritta.

Per questo motivo


negli ultimi anni sono stati sviluppati materiali che possono essere applicati come una seconda pelle e che hanno la funzione di rilasciare gradualmente un farmaco, come nel caso dei cerotti transdermici, oppure di monitorare alcuni parametri fisiologici.

Langer e colleghi hanno ora sviluppato un prototipo di “seconda pelle”, prodotta a partire da un materiale polimerico, che va oltre i risultati ottenuti finora: una volta applicata, aderisce perfettamente alla pelle sottostante, rafforzandola fisicamente e ripristinandone la funzione barriera nei punti in cui è venuta meno, favorendo i processi fisiologici di recupero e di guarigione.

In una serie di test, il prototipo ha dimostrato di poter migliorare la funzione della pelle, ripristinando la sua corretta idratazione in pazienti con pelle molto secca. Inoltre, ha un notevole beneficio anche estetico: limita infatti l'aspetto di cambiamenti strutturali come le rughe o le borse sotto gli occhi.

“Uno strato polimerico in grado di adattarsi alla pelle è una piattaforma che ha potenzialità significative per il trattamento di diversi disturbi”, ha spiegato Rox Anderson, coautore dell’articolo. “Nel caso di una patologia dermatologica come l’eczema, per esempio, si può pensare a un dispositivo per il rilascio controllato di farmaco, mentre per la protezione dal sole il rilascio di sostanze che fanno da schermo."




http://www.lescienze.it/news/2016/05/10/news/seconda_pelle_malattie_inestetismi-3082039/


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