Il Movimento Cinque Stelle è il primo partito d’Italia e dalle decisioni politiche del suo leader Beppe Grillo, dipendono il destino degli Italiani e forse dell’Europa intera. Come scritto nell’aforisma di sopra, è il momento della vittoria quello più pericoloso, dove in preda all’entusiasmo si possono commettere gli errori più’ gravi. In questo articolo mi permetterò, da cittadino italiano, di dare un consiglio strategico a Beppe Grillo. E non lo faccio per presunzione, ma solamente perché avendo a cuore il futuro dell’Italia e dell’Europa, voglio provare a lanciare questo messaggio personale a Grillo, nell’illusoria speranza che possa leggerlo. Detto questo i miei personali dubbi sul Movimento Cinque Stelle, già scritti nei miei precedenti articoli. permangono, però non posso non congratularmi con la perfetta strategia politico-elettorale elaborata da Casaleggio e Grillo.
Voglio elencare alcune delle scelte strategiche più azzeccate fino ad ora: non andare in televisione, così da non perdere voti con domande trabocchetto o con l’inesperienza televisiva dei candidati grillini; non elaborare un programma troppo definito così da poter racimolare voti sia a destra che a sinistra;da parte di Grillo la scelta di non presentarsi ai seggi di domenica, ma andarci di lunedì così da non essere accomunato agli altri leader politici; queste sono solo alcune delle tante scelte strategiche che caratterizzano la campagna elettorale del M5S e di cui ci deve solo complimentare perché è stata una grande innovazione comunicativa.
Ora, superato il successo delle urne, rimane un paese ingovernabile, con la matassa del Senato da sbrogliare e di questo sarà probabilmente incaricato per primo Pierluigi Bersani.
Su questo punto Grillo deve stare molto attento perché rischia di sprecare il successo fin qua ottenuto. Bersani, da gran volpone della politica, sta cercando di costruire un governo appoggiandosi al M5S, riproponendo il modello siciliano modificato per adattarsi su scala nazionale. E quindi con questa mossa ha scaricato “la palla” dell’ingovernabilità a Beppe Grillo, così che dal rifiuto di quest’ultimo, conseguirebbe l’impossibilità di formare un governo e il successivo attacco speculativo dei mercati. Secondi i calcoli della sinistra, davanti all’opinione pubblica, l’aggravarsi della crisi socio-economica sarebbe di conseguenza addossata alla mancanza di senso di responsabilità di Grillo. Stando a queste considerazione l’ex comico genovese ha davanti due scelte: -appoggiare un governo Bersani ricalcando il modello siciliano -rifiutarsi e continuare questo periodo di ingovernabilità.
In entrambi i casi il M5S rischia di bruciarsi perché se desse una sorta di appoggio esterno a Bersani, con Berlusconi rimasto fuori che strillerebbe perché non si diminuiscono le tasse, sarebbe gioco facile del centrodestra accomunare Grillo al centro-sinistra e sicuramente il movimento rischierebbe di perdere almeno un terzo dei suoi attuali elettori se non di più, perché di fatto avrebbe tradito le premessa iniziale di mandarli tutti a casa. Nel secondo caso, se il M5S rifiutasse totalmente un appoggio esterno a Bersani, i mercati continuerebbero ad attaccarci e probabilmente Grillo perderebbe voti perché molti elettori, soprattutto quelli più vicini al centrosinistra lo vedrebbero come irresponsabile.
Ora voglio illustrare il mio modesto consiglio a Beppe Grillo. La strategia più giusta sarebbe quella di accettare il modello siciliano e dare una sorta di appoggio esterno a Bersani ma richiedendo in cambio l’approvazione immediata di alcune richieste che sono condivise dalla maggioranza degli Italiani ma che risulterebbero indigeste al centrosinistra come ad esempio: lo stop immediato alla TAV, un referendum sull’Euro, la drastica riduzione dello stipendio dei parlamentari e l’eliminazione dei rimborsi elettorali. Proposte come queste difficilmente sarebbero accettate dal PD e “la palla” dell’ingovernabilità sarebbe stata rimandata a loro ed essendo queste richieste “popolari”, se il PD rifiutasse risulterebbe essere il responsabile dell’ingovernabilità.
Inoltre, si può anche pensare che messo alle strette, Bersani rinunci a formare un governo e di conseguenza si potrebbe formare un Monti-bis o simile, appoggiato da PD, PDL E SCELTA CIVICA e il Movimento Cinque Stelle si ergerebbe a quel punto come sentinella popolare di controllo nei confronti di questo governo di ammucchiata e risulterebbe l’unica seria opposizione e dovrebbe solo aspettare che nel giro di sei mesi o un anno, il governo imploda su stesso a causa dei contrasti tra i partiti e all’interno dei partiti stessi e poi conquistare Camera e Senato alle prossime elezioni.
Questa sarebbe la strategia giusta per poter governare il paese da solo e di conseguenza riformarlo drasticamente come scritto nel programma del M5S. Altrimenti il movimento potrebbe non accettare nessun compromesso e non votare la fiducia a nessun governo formato dalla vecchia politica; perderebbe elettori momentaneamente ma poi si rifarebbe enormemente con il mal governo della vecchia politica e inoltre avrebbe rispettato la volontà della maggioranza dei suoi elettori che non vogliono nessuna intesa con alcun partito.
In questi giorni molti grillini auspicano l’intesa con il PD, ma questa scelta rischia di essere un autogol per Grillo. Perché il paese è in bancarotta, fra un po’ ci sarà l’aumento dell’IVA e la nuova TARES, inoltre in pochi mesi sarà da pagare di nuovo la prima rata dell’IMU. Di conseguenza la situazione socio-economica del popolo è gravissima e potenzialmente esplosiva e un governicchio PD-M5S non avrebbe mai la forza di fare i drastici cambiamenti necessari per tentare di uscire da questa crisi. Quindi Grillo si troverebbe ad essere la spalla di un governo molto impopolare e rischierebbe che gli Italiani poi caccino lui, dopo che lui ha provato a cacciare i vecchi politici (e in parte ci è riuscito).
Sicuramente questo è un discorso machiavellico, che può dar fastidio a chi giustamente dice che bisogna pensare al paese e a renderlo governabile. Però il M5S deve anche rendersi conto che essere accomunati alla sinistra, dopo aver gridato contro l’intera classe politica, è una sorta di tradimento dell’elettorato e se il centrodestra, in questo momento di crisi, diventa l’unica opposizione, Beppe Grillo dovrà prendersi la responsabilità di aver riconsegnato il paese a Berlusconi alle prossime elezioni, che sicuramente saranno anticipate perché un’alleanza PD-M5S non durerebbe molto.
Concludendo il mio modesto suggerimento è non scendere a compromessi e non sbilanciarsi nel modo più assoluto verso sinistra ed aspettare che la testa del nemico (la vecchia classe politica) passi da sola nel fiume, perché un governo di unità nazionale PD-PDL-SCELTA CIVICA non ha nessuna possibilità di superare l’anno.
E poi alle prossime elezioni cercare di vincere in entrambi i rami del Parlamento e provare a rivoluzionare questo paese.
Inoltre se si vuole seriamente uscire dalla crisi non si può farlo da soli, come Italia, ma bisogna farlo attraverso una Primavera dei Popoli Europei. Quindi se Casaleggio e Grillo sono dei visionari come hanno dimostrato di essere fino ad ora, devono allearsi con il Partito Pirata Tedesco e farsi promotori di nuovi movimenti politici in Spagna, Grecia e Francia così da poter cambiare l’Europa tutti assieme, perché se l’Italia lo fa da sola, uscendo dall’Euro e dall’Europa, si ritrova direttamente nel terzo mondo e divorata dagli avvoltoi internazionali.
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