ROMA – Trenta neoassunti alla Camera, in extremis ovviamente, prima che il Parlamento si rinnovi. Sono trenta portaborse dell’ufficio di presidenza. “Un’informazione riservata”, scrive il Fatto Quotidiano, che racconta la vicenda scoperta grazie alla “soffiata” di una “fonte qualificata”. Per far sì che i 30 portaborse possano in qualche modo entrare alla Camera, martedì prossimo verrà discussa una modifica delle norme interne.
Carlo Tecce, per il Fatto spiega:
I questori – cioè i deputati che amministrano la Camera – non sono riusciti a controllare l’informazione riservata. E una fonte qualificata l’ha spifferata al Fatto Quotidiano. I fortunati 30 hanno seguito un percorso diverso: a chiamata. Siccome il tempo per i rispettivi referenti politici è finito, la chiamata va resa infinita con una sanatoria che costerà 3 milioni di euro l’anno. Lo scontrino (pubblico) ha un valore, poi c’è il retroscena buffo.
Il retroscena buffo di cui parla Tecce si riferisce al documento, discusso lo scorso dicembre dall’ufficio di presidenza della Camera, per bloccare una prassi che si sussegue dal 1994. Scrive Tecce:
Collaboratori dei gruppi parlamentari, conclusa la legislatura di cinque anni, venivano regolarizzati e distribuiti ai nuovi entranti. Soltanto che la prassi si è gonfiata troppo: è diventata un plotone di 550 persone in meno di vent’anni. Con una mano si ferma la tradizione e con una mano si rinnova: i 30 assunti verranno inseriti nell’organico a disposizione dei prossimi gruppi. Ma non erano già di un numero esagerato?
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