sabato 8 giugno 2013

PECHINO È STANCA DI PYONGYANG: CHIUSI I CONTI CORRENTI NORDCOREANI



Che Pechino non caldeggiasse ulteriormente gli stravaganti intenti del regime di Kim Jong-un, lo si era intravisto dalle reazioni, tutt’altro che accondiscendenti, nei confronti del programma nucleare posto in atto da Pyongyang il mese scorso, allorché la Cina si era limitata a mandare qualche timido messaggio di pace.
 




 


Ma ora, a conferma di ciò, il governo cinese ha scelto, manifestamente, il pugno di ferro contro la Corea del Nord. La Bank of China, infatti, colosso del settore bancario cinese direttamente sottoposto al controllo di Pechino, ha deciso con scelta unilaterale di chiudere il conto della banca nordcoreana Foreign Trade Bank, bloccando il flusso di denaro in valuta estera da e per la Corea del Nord. Questo noto istituto di credito non potrà più svolgere operazioni sul suolo cinese, né tantomeno avere rapporti con altre banche.







Ritenuto uno dei più vigorosi finanziatori del programma nucleare nordcoreano, l’istituto di credito, stando alle considerazioni del dipartimento del tesoro statunitense, avrebbe finanziato con ingenti quantità di milioni di dollari la Korean Mining Development Corp, una delle principali aziende di armi della Corea del Nord, oltre a perorare un’attività (su ordine di Kim e della sua famiglia) di riciclaggio di denaro di dubbia provenienza (altro elemento che potrebbe essere stato determinante nella decisione della Bank of China). La Cina non ha fornito nessuna spiegazione ufficiale della decisione adottata l’8 maggio scorso, ma la tempistica lascia spazio a pochi dubbi, e ha il sapore di conferma della nuova linea adottata da Pechino, che sembra essersi definitivamente convinta a lasciare la Corea del Nord in balia di se stessa, quasi del tutto isolata dal resto del mondo.



Per la Cina, si tratta della prima azione concreta adottata contro il regime di Pyongyang, una decisione dal forte valore simbolico, considerando che la Corea del Nord da sempre ignora le prese di posizioni e le risoluzioni della comunità internazionale, proprio grazie all’affidamento incondizionato riposto nella vicina Cina, che oggi, come mai verificatosi prima, anche alla luce della precisa impostazione economica di stampo capitalista intrapresa, sembra aver cambiato decisamente rotta, aderendo progressivamente alle sanzioni internazionali dell’Onu contro la Corea del Nord.


Fonte: L’Intellettuale Dissidente

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